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Case popolari, Riforma Iacp. Sunia:“Partire dall’utenza”.

Bisogna affrontare il sistema di norme che regolamentano la fruizione del patrimonio abitativo

di Redazione

Il Sunia, sindacato degli inquilini, chiede di essere ascoltato dalla Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars in merito al maxi emendamento che ha riscritto la riforma degli Iacp che era stata presentata dal Govermo.

“La riforma- dice Giusy Milazzo, segretaria regionale del Sunia- deve guardare con particolare attenzione all’utenza. Ed è proprio per questo -fa sapere -che, come Sunia, siamo impegnati in questi giorni in assemblee nei quartieri di edilizia residenziale pubblica per discutere con gli interessati le proposte. Quello che serve- dice ancora la segretaria del Sunia- è un sistema moderno e funzionale di carattere sociale che garantisca il diritto all’abitare sostenibile e dignitoso alle migliaia di famiglie non in grado di sostenere gli alti costi del mercato privato”.

Milazzo rileva “il rinnovato interesse sui temi dell’edilizia residenziale pubblica. Una riforma innovativa ed efficace- specifica-  deve consentire di migliorare le condizioni dell’abitare  di  migliaia di persone, vecchi e nuovi assegnatari, e di valorizzare un patrimonio abitativo di grande valenza sociale.. Per questo – prosegue- è sostanziale che si affronti  e si innovi il sistema di norme che regolamentano la fruizione del patrimonio abitativo . Superando i bandi i lunghi tempi di attesa per l’assegnazione degli alloggi con l’avvio di piattaforme informatiche, puntando alla celerità nelle manutenzioni ordinarie e straordinarie, all’autogestione , ai sistemi per sostenere i morosi incolpevoli e al contrasto dell’abusivismo, solo per citare alcuni degli aspetti che è indispensabile siano trattati da una riforma”.  

Per il Sunia “è inoltre fondamentale che la riforma individui  forme di finanziamento certo che consentano di aumentare l’offerta di alloggi popolari e di garantire la manutenzione del patrimonio esistente”.  Milazzo giudica positivo “l’accantonamento dell’idea di un unico ente regionale che avrebbe espropriato i comuni dal ruolo centrale che dovrebbero avere in tema di politica abitativa, ma  riteniamo che gli enti – sottolinea-dovrebbero essere dimensionati sulla base della consistenza del patrimonio gestito”.  Giudizio positivo anche sulla creazione a livello regionale  di un centro di servizi per il supporto agli uffici delle aziende decentrate in tema di progettazione e di consulenza legale per esempio.”

Ufficio Stampa: Daniela Ciralli

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