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Carovana dei migranti a Palermo

di Redazione

Il 18 aprile si è concluso il secondo viaggio di “ Carovane Migranti ” che ha attraversato l’Italia. Torino è stata la tappa iniziale e il punto di arrivo è stata la città di Palermo.

di Walter Nania

Quest’anno non si è trattato di un semplice viaggio tra città e volti, ma anche di un modo per creare rete tra diverse realtà che si occupano, a titolo diverso, di migrazioni, con uno sguardo al Mediterraneo, attraverso una sensibilizzazione sul tema a partire da testimonianze dirette di chi ha vissuto e vive sulla propria pelle il lato umanamente più insopportabile delle migrazione, la perdita della dignità umana.

La prima edizione aveva percorso un tragitto in direzione opposta, seguendo la direttrice Sud-Nord, da Lampedusa a Torino, strada battuta dai migranti, mentre percorrere l’itinerario opposto ha significato volgere lo sguardo ai migranti stessi, per capire le loro origini e le loro ragioni. Erano presenti e sono intervenuti testimoni provenienti dall’America Latina e dal Maghreb: Omar García Velazquez, studente messicano della Scuola Rurale Normale di Ayotzinapa, sopravvissuto al massacro ed alla sparizione di 43 studenti ad Iguala, Guerrero, durante una manifestazione di protesta. carovana dei migranti 2

Ana Enamorado, madre hondureña che da dieci anni cerca il figlio scomparso nel percorso migratorio verso gli Stati Uniti. Guadalupe Gonzalez, componente de “Las Patronas”, un gruppo di donne che, nel centro di Amatlán de los Reyes, Veracruz, aspettano i migranti lungo la linea ferroviaria e, quando passa il treno merci conosciuto come “La bestia” sul quale viaggia un’umanità dolente stretta ai mancorrenti dei vagoni o sui tetti, fornisce cibo e bevande per rendere più sopportabile il viaggio. Non solo. Facevano parte della carovana Imed Soltani, attivista tunisino di “Terre pour tous”, l’associazione che fin dal 2011 cerca incessantemente centinaia di giovani tunisini scomparsi, alcuni dopo aver raggiunto le coste italiane. L’avvocato algerino Kouceila Zerguine, che ha spiegato cosa significa guardare al dramma di chi salpa verso l’Europa dal punto di vista di chi vive dalla parte sbagliata del Mediterraneo, l’importanza che l’Europa apra le frontiere e che i paesi, sia di partenza che di arrivo, rivedano le leggi sulle migrazioni.
Il “problema” infatti non tocca soltanto l’Europa, ma anche i paesi di partenza. L’Algeria ad esempio ha rivisto la legge sulle migrazioni, il risultato è che i migranti vengono incriminati. Ma essi sono vittime, non criminali. Zerguine cerca le persone scomparse durante i viaggi verso l’Europa. Molte famiglie avviano estenuanti ricerche. Il valore dell’Europa sta anche nella protezione che dà alle persone. Imed Soltani, al momento è sulle tracce di ben 504 giovani dispersi, che hanno tentato la traversata del Mediterraneo.
Al passaggio della Carovana da Roma ha cercato di incontrare l’ambasciatore tunisino, con il quale, però, non c’è stato alcun dialogo. Il governo tunisino non sembra appassionarsi al problema delle migrazioni. Gli piacerebbe molto – ha detto a Palazzo Cefalà, sede della Consulta delle Culture – che un tunisino in Europa avesse le stesse libertà di movimento che ha un europeo in Tunisia.

 

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