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Carenze strutturali sui controlli alimentari

di Redazione

Le carenze strutturali in materia di controlli alimentari aprono una voragine vera e propria. Quali e quante sono le strutture preposte al controllo del cibo? 

 

a cura della  Redazione

Produttore e rivenditore hanno molte responsabilità nell’ambito dei controlli alimentari. Ma a chi spetta il controllo vero e proprio nell’ambito pubblico? Le strutture preposte sono tante e per la Sicilia questo rappresenta un dilemma, in quanto le strutture previste dalla normativa sono decisamente carenti. Sembra che tra personale e strutture, nell’Isola, si riesca a coprire appena il 25 per cento del fabbisogno. Anche se, comunque, va detto che stabilire il rapporto tra strutture ed esigenze del territorio non è facile. Per una legislazione in continua evoluzione rispetto al mercato globale e alle aree di libero scambio, è difficile individuare l’esatto numero di persone da adibire ai controlli alimentari. Pertanto, sarebbe opportuno effettuare un migliore coordinamento degli interventi in atto svolti dalle Ausl, dai Nas, dai vigili annonari, dai medici, veterinari, dai laboratori di Igiene e Profilassi. Alcune di queste dovrebbero esercitare un controllo prettamente sanitario. Prime tra tutti, le Ausl. Altre, invece, hanno un ruolo più analitico, come i Laboratori merceologici, l’istituto di Igiene e Profilassi e l’istituto Zooprofilattico. Altre, ancora, come i Nas e i Naf (Nucleo anti frodo) svolgono un ruolo repressivo.

Il ruolo più incisivo spetta, comunque, alle Ausl, che dovrebbero dotarsi di opportuni laboratori e di certificazioni sui sistemi di qualità dei servizi. Inoltre, dovrebbero avvalersi di una figura specialistica di controllo, il cosiddetto operatore di vigilanza, che dovrebbe effettuare controlli zonali. Il condizionale, in questo caso, indica qualcosa che dovrebbe essere fatto, ma che in realtà non viene fatto. tomatoes-

Le Ausl non sono comunque le uniche strutture carenti. Altrettanto insoddisfacenti sono i laboratori merceologici. Esistono laboratori merceologici presso le dogane e laboratori privati, ma manca il coordinamento sulle informazioni.

Idem per l’Istituto di Igiene e Profilassi e per l’Istituto Zooprofilattico. Il primo è una struttura prevalentemente di controllo. Mentre il secondo si occupa anche di ricerca.

Il numero di rilievi effettuati da questi laboratori sui relativi campioni è di gran lunga inferiore rispetto al numero di campioni da esaminare. Inoltre, i tempi per gli esami sono decisamente lunghi.

Parte in causa sono pure gli assessorati alla Cooperazione, al Lavoro e all’Agricoltura. Circoscrivendo il discorso al controllo dei prodotti alimentari, possiamo dire che questi enti non fanno assolutamente nulla.

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