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Capodanno: anno nuovo, tradizioni antiche

di Redazione

Riti, simboli, usanze, credenze, un universo culturale infinito e sconfinato quello che ruota attorno al primo dell’anno. Una data che segna un passaggio importante per tutti i popoli e che ognuno vive secondo i propri culti

Di Paola Cannici 

Le origini del Capodanno si perdono nella notte dei tempi. Sembrano nascere per quel bisogno primordiale che l’uomo ha sempre avvertito di dare a tutto ciò che lo circonda un inizio e una fine, nella speranza di riuscire a dominare i processi della vita.

Le prime notizie storiche provengono dall’antica Mesopotamia, secondo cui, presso gli assiri e i babilonesi era in uso un calendario lunare. Questi festeggiavano l’inizio del ciclo annuale, rispettivamente, con la luna nuova più vicina all’equinozio d’autunno e con la luna nuova più vicina all’equinozio di primavera.

La diversità di data d’inizio dell’anno nuovo la riscontriamo presso tutti i popoli antichi, i quali hanno regolato questa secondo le proprie tradizioni religiose e le proprie esigenze quotidiane. Egizi, fenici e persiani, per esempio, fecero coincidere il Capodanno con l’equinozio d’autunno, il 21 settembre, mentre i greci presero come riferimento, fino al quinto secolo avanti Cristo, il 21 dicembre, data che segna il solstizio invernale.

Per ogni Paese esistono diverse usanze, pagane o religiose che siano. Usanze diverse, ma con un comune denominatore: la mezzanotte, che segna un momento di passaggio che ricorda al mondo la fine di qualcosa e l’inizio di un nuovo percorso da fare.

Tutti i simboli e le usanze di Capodanno hanno, comunque, radici storiche molto antiche.

Nel mondo moderno, invece, il Capodanno cade il primo gennaio del calendario gregoriano in uso ai fini civili in tutto il globo. Nella larghissima maggioranza degli Stati è, comunque, un giorno di festa.

Il primo gennaio cade anche la festa solenne dedicata alla Madre di Dio.

Ma come si è arrivati a festeggiare il nuovo anno proprio il primo gennaio?

Fu Giulio Cesare, nel 46 avanti Cristo, a creare il ‘calendario Giuliano’ che stabiliva che l’anno nuovo iniziasse il primo gennaio. Proprio in quel giorno, i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti strenne come augurio di fortuna e felicità.

Solo con l’adozione universale del calendario gregoriano, dal nome di papa Gregorio XIII, che lo ideò nel  1582, la data del primo gennaio come inizio dell’anno divenne infine comune.

Questa data di inizio è molto significativa per tutti i popoli e ne influisce l’umore e gli stati d’animo.

Che il primo dell’anno influenzi tutti i giorni avvenire lo si sa bene pure in Sicilia, dove si dice “… cu è malatu a Capodannu è malatu tuttu l’annu; per contro cu è allegru a Capudannu è allegru tuttu l’annu…”.

Anche i cibi possono influenzare positivamente o negativamente il nostro futuro. In Sicilia è salutare che ci si guardi dal mangiare maccarruni, perché significherebbe tuttu l’annu a rruźźuluni. Così come in altre regioni è augurale mangiar lenticchie che per la loro forma e colore ricordano le monete d’oro. Inoltre, i legumi sono considerati un cibo in grado di nutrire e di opporsi alla fine del tempo in vista di una generazione di prospettive valide per il futuro.

Comunque e qualunque sia la data di inizio, il Capodanno si festeggia in tutto il mondo. E si festeggia con tutta una serie di riti e usanze di cui, spesso, neppure conosciamo.

Perché ci si veste di rosso? Perché ci si bacia sotto il vischio? Perché si sparano i botti? Perché si gettano le cose vecchie? Ogni cosa ha un significato ben preciso.

I botti di Capodanno, per esempio, sono la manifestazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano in un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno. Oggi, rappresentano anche l’allegria per l’arrivo del nuovo anno.

L’usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato nell’anno trascorso è quella di lanciare le vecchie cose a mezzanotte. L’altro elemento propiziatorio è dato dalle strenne. Ricevere molti regali, infatti, accumulerà l’abbondanza per tutto l’anno.

Mentre baciarsi sotto il vischio è considerato segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata vi porterà amore per tutto l’anno. Il vischio è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale.

Una tradizione tutta italiana è quella di vestire della biancheria intima rossa la sera di Capodanno. Si tratta di un modo per attirare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d’obbligo un pezzo di biancheria intima di colore rosso. Gli antichi romani lo indossavano come simbolo di sangue e guerra per allontanare la paura. Oggi, invece, è diventato un auspicio di fortuna per il nuovo anno.

 

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