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Approccio positivo alla malattia? È possibile, con la Medicina Narrativa

di Fondazione Italiana Linfomi

Quanto può essere utile la medicina narrativa in caso di diagnosi devastanti? La diagnosi di tumore è un evento stressante e traumatizzante per chiunque la riceva, ma è stato dimostrato che affrontare la malattia con un approccio positivo favorisca tutto il percorso diagnostico-terapeutico. Per ottenere questo beneficio è necessario aumentare la propria resilienza e per farlo esistono diverse modalità. Vediamo, dunque, le caratteristiche e l’utilità della medicina narrativa.

Quando è nata e come si definisce la medicina narrativa

La medicina narrativa è nata alla fine degli anni ‘90, cresciuta in ambito clinico e nel 2015 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le linee di indirizzo per il suo utilizzo in ambito assistenziale per le malattie croniche e rare. All’interno di questo documento, la medicina narrativa è definita come “metodologia” di intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è quindi lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere ed integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura.
Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura “personalizzato”. Applicare questo approccio non è il semplice ascolto di una storia di malattia, ma è l’analisi di eventi biologici dal punto di vista emozionale e simbolico. In questo modo è possibile rilevare il vissuto soggettivo di malattia che è specifico di ogni paziente e descrivere la malattia non solo dal punto di vista medico, ma anche con i suoi risvolti psicologici e sociali.

Effetto della narrazione sulle emozioni

La narrazione è una situazione relazionale che nel massimo riserbo e discrezione, permette di esprimere la propria sofferenza, scrivendo. Gli eventi che la persona decide di narrare sono selezionati tra i tanti possibili e quindi ritenuti particolarmente significativi. Descrivere e scaricare ricordi o emozioni negative dà un senso di benessere che è ancora più profondo se attraverso una narrazione a tali emozioni vengono assegnati significati e vengono integrate con la propria vita. Infatti, attraverso il racconto è possibile dare un senso agli eventi, ordinarli in una narrazione coerente, riflettere su quanto accaduto, cambiare i punti di vista, rifiutarne la casualità, riconoscere le connessioni, considerare la prospettiva di chi leggerà il racconto e soprattutto riconoscere e definire le diverse emozioni sperimentate. Esprimere un’emozione attraverso il linguaggio permette quindi di assimilare l’esperienza che ha generato l’emozione, integrarla con altre esperienze, elaborarla e infine superarla.

Fonte immagini in questo articolo: Pixabay

Effetto della narrazione sulle emozioni dei pazienti

Dopo aver analizzato l’effetto della narrazione sulle emozioni, è comprensibile come dare forma narrativa a un evento come la malattia non si riduca al solo racconto degli avvenimenti, ma aiuti il paziente a costruire un nuovo sé all’interno dell’esperienza, a ricostruire il suo mondo che era stato distrutto dal dolore della malattia. Raccontare la propria storia di malattia e narrare un evento così traumatico, permette al paziente di rivivere e riflettere sugli avvenimenti, osservarli dall’esterno, ricostruendone le tappe più importanti e attribuendone significato. In questo modo avvengono la riorganizzazione mentale del trauma e l’assimilazione delle emozioni che, come detto, sono gli elementi determinanti l’effetto terapeutico della narrazione.

Questo percorso di ricostruzione di sé stessi permette di apprendere dall’esperienza e offre la possibilità di reinterpretare la propria vita nonostante l’evento che l’ha stravolta.
Attraverso questo approccio è, quindi, possibile trasformare un evento difficile e triste in una storia ricca di energia, speranza e cura perché la parte più intima e personale viene curata da quelle ferite invisibili che producono dolore anche quando la malattia fisica sembra superata.

Benefici clinici della medicina narrativa

Alcune esperienze di medicina narrativa hanno dimostrato miglioramenti clinici dei pazienti in termini di minore stress correlato alle visite mediche, maggiore senso di benessere, riduzione del dolore e confermano che un miglioramento della salute psicologica facilita la capacità di affrontare terapie impegnative e complesse. È stato, inoltre, dimostrato che questi effetti benefici non sono solo legati alla parte psicologica della persona, ma che la narrazione sembra avere un ruolo nel facilitare l’adattamento della persona a situazione di stress, attraverso la modulazione delle funzioni di ipotalamo e ipofisi, che altrimenti possono determinare una risposta negativa caratterizzata da depressione.

La medicina narrativa e la medicina tradizionale

La narrazione della malattia e del vissuto soggettivo del paziente e dei suoi parenti sembra contrapporsi all’aspetto più oggettivo e biologico della malattia. In realtà la medicina narrativa aiuta il medico a confrontare quello che sta capitando al suo paziente con le narrazioni scientifiche e le linee guida. Attraverso questo metodo la medicina basata sull’evidenza in cui l’esperienza clinica del medico è associata alle migliori evidenze scientifiche, viene integrata con il racconto del paziente che è il maggior esperto della “sua” malattia e del “significato” che questa ha nella sua vita.
Così il medico riesce a rilevare e analizzare non solo clinicamente, ma anche emozionalmente, la storia di un paziente creando una relazione di cura il più possibile rispettosa ed empatica. Ciò risulta efficace e utile durante tutto il percorso diagnostico-terapeutico.

Inoltre, per gli operatori sanitari utilizzare la medicina narrativa per riflettere sulla malattia non è utile solo in ambito professionale, ma può essere d’insegnamento per vivere pienamente, cambiare la consapevolezza della propria vita e ridefinirne le priorità.
In conclusione, è possibile dire che la medicina narrativa rappresenta uno strumento capace di fare si che la cura sia veramente centrata sul paziente. All’interno dell’alleanza terapeutica con gli operatori sanitari, per il paziente diventa possibile non solo vivere la malattia con un approccio positivo, ma anche dare un senso e significato all’esperienza della malattia. La sofferenza può addirittura trasformarsi in una risorsa per lui stesso e la sua famiglia, non solo nell’immediato, ma anche per la vita futura.
Articolo a cura della Dott.ssa Federica Cattina
Medico Ematologa presso ASST Spedali Civili di Brescia
Comitato di Redazione FIL

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