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Affidamento familiare: il do ut des più bello che ci sia

Attraverso l'esperienza portata in campo dal Centro Affido Distrettuale della città di Siracusa, forniamo una serie di istruzioni per esercitare l'affidamento familiare

di Patrizia Romano

Patrizia Romano

Affidamento Familiare. Il “Centro Affido Distrettuale” competente sul Distretto Socio-Sanitario 48, d’intesa con l’ASP di Siracusa e in collaborazione con le associazioni di volontariato, ha avviato una campagna d’informazione sulle tematiche dell’affidamento familiare.
Quanti sono interessati possono rivolgersi ad un pool di professionisti disponibili a rispondere a tutte le domande inerenti la materia.
Il “Centro Affido Distrettuale” ha anche organizzato degli incontri a carattere informativo- formativo il primo dei quali si terrà presso l’Urban center di via Nino Bixio giovedì 23 marzo alle 17.30.
Nel corso dell’incontro verrà spiegato l’istituto affidamento familiare, le sue problematiche e quali le procedure per accedervi.
Al di là della singolare iniziativa, come si fa ad avere figli in affido?

Come prendere un minore in Affidamento Familiare?

La prima cosa da fare è rivolgersi ai centri affidi, dando la propria disponibilità.

Prima di procedere all’iter consueto, spieghiamo cosa è l’affido familiare.
L’affidamento familiare, introdotto dalla legge n.184 del 1983, è un istituto giuridico che consente a una famiglia, a una coppia o a un singolo di accogliere, per un periodo di tempo limitato, un minore la cui famiglia si trova in una fase di crisi e difficoltà socio-economica. Un periodo buio della propria vita familiare, tale da avere l’esigenza di affiancarsi a dei soggetti in grado e predisposti volontariamente ad accudire il minore.

L’Affido Familiare sotto il profilo giuridico

Intanto, precisiamo che l’affido deve avere il carattere della transitorietà, della temporaneità. Infatti, è circoscritto ad un periodo ben preciso.
Secondo l’articolo. 2 della legge “il minore deve trovarsi temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo. Come tale, può essere affidato ad un’altra famiglia. L’affidamento infatti non modifica la situazione familiare del minore: i genitori conservano la potestà, ma l’esercizio di questa, mantenere, istruire, educare il minore compete agli affidatari.

La durata può essere superiore ai 24 mesi, ma può essere prorogato dal Tribunale per i Minorenni qualora la sua sospensione rechi pregiudizio al minore. Durante il periodo di affido devono essere attivati vari interventi di sostegno e di supporto per superare le problematiche che hanno reso necessario l’allontanamento del bambino dal suo nucleo e per favorire il suo rientro nella famiglia d’origine.

Chi può prendere un bambino in affido?

Possono fare domanda di affido temporaneo  coppie sposate, conviventi (con o senza figli) e  single. Il fatto di essere single non è certo un ostacolo, anche se nella prassi viene preferita una coppia in modo da sostituire entrambe le figure di riferimento per il minore.

Il requisito di essere single è visto con maggiore simpatia, invece, nei casi in cui la famiglia naturale sia ancora presente e non sia troppo negativa.

Chi può essere preso in affidamento familiare e chi può prenderlo

I minori presi in Affido Familiare possono essere anche molto piccoli. Possono essere bambini che frequentano la scuola materna, elementare o media e avere fino a diciassette anni compiuti. L’affidamento di neonati (0 – 24 mesi) prevede l’affidamento, per un breve periodo. Quando sono proprio neonati, invece, si opta per l’alternativa all’inserimento in una comunità.
La valutazione se una famiglia è adatta all’affidamento è lasciata ai responsabili dei centri affidi istituiti, presenti presso tutti i comuni o presso le ASL. Non bisogna avere requisiti particolare per farne richiesta.
Vi sono molti tipi di affidamento e tra questi bisogna indicare verso quali ci si sente maggiormente portati. Sempre sulla base della valutazione degli organi competenti.
Avvicinarsi ai centri sociali rimane sempre aiuta a conoscere e comprendere, immergersi in questa esperienza.

Contributo per l’istituto dell’affidamento

Durante il percorso, la famiglia affidataria viene sostenuta. L’art. 5 della Legge 184/1983 e s.m. prevede che lo Stato, le Regioni e gli Enti locali intervengano con misure di sostegno e di aiuto economico in favore della famiglia affidataria.
Il sostegno economico pertanto può consistere nel riconoscimento di un contributo mensile, svincolato dal reddito, nonché di un ulteriore contributo a titolo di rimborso di spese straordinarie, sostenute per interventi sanitari particolari.
Si può usufruire pure di una copertura assicurativa per il minore per incidenti e danni provocati e/o subiti nel corso dell’affidamento.
Ma anche di assegni familiari e prestazioni previdenziali dovute per il minore, che può essere disposta temporaneamente dal Giudice.
Infine, detrazioni di imposta per carichi di famiglia, anch’esse spettanti se il Giudice lo dispone.

Riferimenti Attività del “Centro Affido Distrettuale” città di Siracusa

Ritornando all’iniziativa promossa a Siracusa, riteniamo opportuno fornire i riferimenti:

Dott.ssa Graziella Zagarella (Responsabile CAD SR) 0931.781300 – 338.9380754
Dott.ssa Patrizia Tringali (Responsabile Area Minori Comune SR) 0931.781300
Dott.ssa Simona Guarino (Dirigente Psicologa Dip. Materno-Infantile ASP SR) 333.3431505
Avv. Elsa Sapienza (Associazione EOS ETS) 338.3510284
Dott.ssa Rita Gentile (Associazione AccoglieRete) 331.4206293

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