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Curarsi con la Fitoterapia. Tutti i rimedi che dovete conoscere

L’insieme delle sostanze chimiche contenute nelle piante lavora in sinergia per affrontare le patologie del nostro organismo e curarle. Come e quando ricorrere alla Fitoterapia per curarsi

di Redazione

Fitoterapia. Un’erba al giorno toglie il medico di torno? Sembra proprio che con le essenze giuste vadano via tutti i mali. Ma è proprio così?

L’insieme delle sostanze chimiche contenute nelle piante lavora in sinergia per affrontare le patologie del nostro organismo e curarle. Come e quando ricorrere alla Fitoterapia per curarsi

” Ti senti ansioso e stressato? Prendi il biancospino” “Soffri il cambio di stagione? Ti aiuta la Spirea Ulmaria”.

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“Con il sambuco sconfiggi raffreddore e influenza”. “Echinacea, lo scudo più efficace contro il raffreddore”. “La Borsa del Pastore regolarizza flusso mestruale e pressione arteriosa”. Insomma, un’erba al giorno toglie il medico di torno? Sembra proprio che con le essenze giuste vadano via tutti i mali. Ma è proprio così?

Il potere delle piante

Certo le piante possiedono una grande forza vitale. Il nostro Dna contiene, parte del materiale genetico rinvenuto  nel mondo vegetale. Ecco perché è diventata sempre più ipotizzabile la guarigione attraverso le piante ed ecco perché la Fitoterapia, o cura attraverso le piante, è sempre stata ampiamente utilizzata già dall’antichità e ha preso sempre più piede a giorni nostri.

Le origini della fitoterapia


In realtà, la  Fitoterapia si perde nella notte dei tempi e rappresenta il più antico sistema di guarigione, oltre che il più diffuso tra le varie culture. Le erbe possono contribuire a sostenere la nostra salute, proprio come il cibo che mangiamo. L’insieme delle  sostanze chimiche contenute nelle piante lavora in sinergia per affrontare le patologie del nostro organismo e curarle.

Il complesso della pianta


Una pianta, è un complesso di migliaia di biomolecole molte delle quali sono compensative, quindi se in una pianta c’è un composto curativo che può avere un effetto tossico, di solito essa contiene anche un composto di compensazione che impedisce, per esempio, di danneggiare altri organi.
Nel corso del loro processo metabolico, le piante generano diversi tipi di sostanze, alcune delle quali vengono accumulate come riserve alle quali il nostro organismo può attingere in situazioni particolari.


Pianta/creatura


Pianta/creatura. E’ il doppio significato di ‘phytòn’, la derivazione greca che indica due termini dal significato diverso: ‘pianta’ e ‘creatura’. In realtà, questo doppio significato indica un concetto molto profondo. La radice etimologica, infatti, deriva dal verbo ‘phyto’, che vuol dire generare ed essere generati, quindi creazione.
Come accennavamo, la fitoterapia ha origini remote. Già nel Medioevo le piante venivano utilizzate nel trattamento di molti disturbi per alleggerire le sofferenze dell’uomo.
Anche se, a giudicare dalle incisioni sulle pareti rocciose, le testimonianze dell’interesse dell’uomo per le piante si perdono nella notte dei tempi, affondando le radici, addirittura, nella preistoria.


In pssato, le piante rappresentavano l’unico rimedio contro le malattie

Per millenni, le piante hanno costituito l’unico rimedio contro le malattie.
Un tempo non esistevano le attuali molecole di sintesi (peraltro in gran parte derivate da molecole naturali): per curarsi, si sfruttava la natura. E’ chiaro che allora non si era a conoscenza delle ragioni scientifiche della loro efficacia. Però, sin da allora, la fitoterapia veniva utilizzata e applicata costantemente.
È chiaro che la terapia delle piante medicinali fosse adatta per alleviare i mali minori, mentre per le patologie più gravi non restava che affidarsi a Dio, per chi aveva fede.
Verso la fine del XIX secolo, con l’avvento della medicina scientifica, la Fitorerapia viene ridotta al ruolo di rimedio empirico, dagli effetti molto dubbi.

Il rinato interesse verso la fitoterapia

Se per decenni, la fitoterapia conosce un lungo periodo di disinteresse con l’avvento della medicina convenzionale, con il boom proprio della stessa medicina convenzionale, si verifica il processo inverso che spinge a un ritorno di interesse. Infatti, sono gli effetti collaterali provocati dai medicinali di sintesi che rinnovano l’interesse per l’approccio ‘naturale’.
Per definire natura e trattamento delle patologie, la fitoterapia fa riferimento agli stessi principi della medicina convenzionale basata su prove di efficacia.


Sono Fitomedicine solo i prodotti medicinali finiti

Secondo L’Oms, l’organizzazione mondiale sanitaria, sono da considerarsi fitomedicine solo i prodotti medicinali finiti, provvisti di etichetta, che contengono come principi attivi esclusivamente delle piante o delle associazioni di piante allo stato grezzo, sottoforma di preparati. Tra questi sono compresi anche succhi, gomme, frazioni lipidiche, oli essenziali, eccetera. Spesso, queste fitomedicine sono a tutti gli effetti dei farmaci di origine vegetale, perché finalizzati a svolgere un’azione terapeutica. Il loro effetto dipende dalla natura e dalla concentrazione dei costituenti chimici farmacologicamente attivi. Quindi, proprio come i farmaci di sintesi, i rimedi fitoterapici vengono assunti in quantità ponderali, commisurate al peso corporeo.

La fitoterapia e i farmaci tradizionali

La fitoterapia può trovare un’importante applicazione accostata all’uso dei farmaci convenzionali. Bisogna, però, attenersi sempre ai consigli del medico, per evitare qualsiasi interferenza. Un elemento, però, non deve mai sfuggire: la fitoterapia non va intesa come una vera medicina che cura tutti i mali, ma come un rimedio per lenire certe sofferenze. Inoltre, i composti devono essere scelti e creati rigorosamente da esperti del settore, se vogliamo evitare effetti secondari dovuti a un uso improprio o scorretto di certe sostanze.

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