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I balletti a Sala delle Lapidi tra chi batte in ritirata e chi rimane in campo

Dopo i clamorosi ritiri della propria candidatura, gli aspiranti candidati di Sala delle Lapidi sono rimasti soltanto in sei. Chi sono gli aspiranti candidati di Sala delle Lapidi rimasti in gioco? E chi sono gli aspiranti candidati che hanno battuto in ritirata? I balletti a Sala delle Lapidi tra chi batte in ritirata e chi rimane in gioco

di Patrizia Romano

I balletti a Sala delle Lapidi tra chi batte in ritirata e chi rimane. Eran trecento, erano giovani e forti e…. sono scomparsi dalla scena. Alcuni hanno battuto in ritirata subito, altri soltanto nelle ultime settimane.
Si è ridotto a 6 il numero dei candidati a sindaco per le amministrative di Palermo.

Il ritiro di Davide Faraone


Uno dei ritiri più clamorosi, quello di Davide Faraone. Tra i primissimi a candidarsi, tra i primissimi a ritirarsi. A volerlo in lista, Matteo Renzi, che, dopo averlo presentato in largo anticipo, annuncia con un semplice post, il suo sostegno a Roberto Lagalla. Il candidato, rimasto unico esponente del centrodestra, ha visto, così, le liste a suo sostegno, crescere vertiginosamente, a sfavore degli altri candidati di tutte le correnti che hanno ritirato la propria candidatura.


Il ritiro di Francesco Scoma


Sempre tra i primi a candidarsi e tra i primi ad abbandonare il campo, Francesco Scoma. Altro nome eccellente. Il parlamentare della Lega, era il candidato di Matteo Salvini. Dopo l’annuncio dell’accoppiata con Forza Italia dato dai vertici della Lega, Scoma non è stato al gioco. Così, l’alleanza della Lega con i berlusconiani è rimasta, ma senza di lui.

Il ritiro di Francesco Cascio

Più o meno della stessa natura, il ritiro di Francesco Cascio. Il candidato fortemente voluto da Gianfranco Miccichè, rimane in pista, fino all’infelice sortita-voltafaccia di Gianfranco Micciché che, dopo averlo voluto con tenacia, decide di consacrare il suo appoggio, anche lui, a Roberto La Galla.

Il ritiro di Totò Lentini

Se il ritiro di Faraone e di Cascio sono stati più immediati, il ritiro di Totò Lentini ha dato parecchio filo da torcere al centrodestra. Fino all’ultima goccia di sangue, il capolista di Alleanza per Palermo, si è rifiutato di ritirare la propria candidatura. Si è detto pure sconcertato dalle proposte che il centro destra gli avrebbe fatto pur di fargli mollare la preda. Alla fine, però, la promessa di un posto in Giunta alle regionali gli ha fatto cambiare idea. Negli ultimi giorni, ha, addirittura, annunciato sui social di essere uno dei membri della giunta di Roberto Lagalla, in caso di vittoria del candidato sindaco. Precisamente, l’assessorato all’Urbanistica. L’autogol annunciato, però, è stato subito dopo smentito dallo stesso staff di Roberto Lagalla. Non è chiaro, quindi, se questo fantomatico assessorato sia il frutto della pura fantasia di una candidatura abbandonata suo malgrado o il frutto di un compromesso reale.

Il ritiro di Carolina Varchi

Fuori dalla scena pure Carolina Varchi (in corsa con Fratelli d’Italia), che dopo essersi auto proclamata paladina dell’unione del centro destra, dopo l’apparentamento Forza Italia-Lega, fa un passo indietro. Non dimentichiamo, però, che questo apparentamento ha lasciato fuori Fratelli d’Italia. Comunque sia, la motivazione ufficiale della nostra candidata è stata quella di volere concentrare tutte le forze del centrodestra su un unico candidato pur di scongiurare il pericolo di consegnare la città nelle mani del centrosinistra.


Gaetano Cammarata e Giuseppe Catalano

Dopo i clamorosi e discutibilissimi ritiri di Faraone, Cascio e Lentini, anche Gaetano Cammarata e Giuseppe Catalano abbandonano il campo. A sorpresa, infatti, non si sono presentati presso l’ufficio del segretario generale.
Per Gaetano Cammarata, candidato indipendente di “Uno di noi per Palermo”, non c’era molta scelta. E’ stato costretto, infatti, a rinunciare, perché ha ricevuto forfait da ben 24 candidati su 38, che si sono ritirati all’ultimo momento.


Le liste per ciascun candidato

Alla fine di questo sconvolgente parapiglia, la situazione all’interno del centrodestra, sembra, al momento, essersi delineata. E così pure la situazione generale.

Le liste depositate presso l’ufficio del segretario generale allestito a Palazzo Jung sono 20 in tutto.
Nove, le liste sostenitrici di Roberto Lagalla. Liste molto varie. Un’accozzaglia di nomi e coalizioni, che vanno da ‘disorientati’ renziani, sempre in cerca di collocazione, a nomi, anche compromessi, del Centrodestra.
Tutti insieme appassionatamente in un’unica lista del centrodestra che convoglia in un unico candidato.
Quattro, invece, le liste “progressiste” che sostengono Franco Miceli. Tre, quelle di Fabrizio Ferrandelli. Due, a sostegno della candidata Rita Barbera. Una per Ciro Lomonte e una per Francesca Donato.

Alla conquista dei 40 seggi del Consiglio


I balletti a Sala delle Lapidi tra chi batte in ritirata e chi rimane sono stati decisamente movimentati. Dopo le estenuanti battaglie dei candidati in lizza per lo scettro di primo cittadino, si aprono le danze per la conquista dei 40 seggi del Consiglio. Certo saranno meno clamorose, ma ne vedremo ancora delle belle.

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