Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Fave a “Cunigghiu”

Fave a “Cunigghiu”. Fave in umido con coste (bietola). Una pietanza antica che risveglia il sapore della tradizione

di Maestro Giuseppe Giuliano

Una preparazione antichissima che mi è stata trasmessa da mia madre. Ricordo che la preparava nelle giornate fredde con grande maestria. Adesso la preparo in famiglia quando è la stagione delle coste (bietola) in modo che possa trasmettere le nostre tradizioni e che non vadano perdute.
Mi ha incuriosito tantissimo perché venissero chiamate “Favi a cunigghiu” (fave a coniglio). Sono andato a ricercare e dalle notizie trovate on line, sembrerebbe che li chiamassero in quel modo nel palermitano, perché il modo di mangiarle fa ricordare come mangia un coniglio, dato che per privare le fave dalla buccia vengono usati i denti.
Ma ritorniamo a questa pietanza, gustosa, aromatica e direi “vegana” se cucinata solo con vegetali e con prodotti non trattati con derivati animali o similari.
Un piatto che, guarnito con del pane tostato inumidito di buon olio extra vergine d’oliva e profumato all’aglio, non può fare altro che farti fantasticare. Un piatto da provare, semplice, non costoso e nutriente.


Alcuni accorgimenti utili.

Nella ricetta tradizionale vanno usate le fave secche, immerse in acqua per almeno 24 ore prima della cottura. Personalmente preferisco cucinarle intere e non spezzarle nella parte superiore per come qualcuno nel passato usava fare. Per la cottura le fave si devono portare ad ebollizione velocemente e poi farle cuocere a fuoco lento. Appena cotte spegnere. Aggiustare di sale e farle rimanere in acqua per almeno 15 minuti circa. Altro accorgimento è aromatizzare bene con aglio in camicia e un buon olio extra vergine d’oliva, per poi definire con del buon origano del nostro territorio.
Infine, accompagnare questa ottima pietanza con del pane casareccio tostato e del buon vino rosso di uve siciliane.


“Fave a Cunigghiu”


500 g. di fave secche
1 Kg di coste (Bietole)
n. 4 spicchi d’aglio
sale e pepe q.b.
olio extra vergine d’oliva q. b.
origano q. b.

Procedimento
Bollire le fave secche dopo averle messo in acqua per almeno 24 ore.
Colare le fave e mettere da parte anche un po’ d’acqua di cottura. A parte pulire e bollire le coste. Rosolare in una casseruola dell’aglio in camicia con dell’olio extra vergine d’oliva. Aggiungere prima le fave e dell’acqua di cottura, facendole insaporire. Per ultimo, aggiungere le biete. Aggiustare di sale e origano. Servire con delle fette di pane casareccio tostato caldo e profumato con olio extra vergine d’oliva, aglio e origano.


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