Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Finite le feste, tutti a dieta!

Dieta sì, ma dobbiamo cambiare stile di vita, preferire una dieta mediterranea ed evitare beveroni pronti all'uso. Un corretto stile alimentare migliora la nostra salute

di Patrizia Romano

Finite le feste, passate quelle piccole e poche occasioni conviviali che la pandemia ci ha concesso, ci troviamo con qualche chilo di troppo e andiamo alla ricerca spasmodica di una dieta efficace. Possibilmente che sia efficace in brevissimo tempo. Missione impossibile!
Ogni anno in gennaio si ripresenta il problema e così abbiamo deciso di cercare risposte alle domande che tutti ci poniamo. Riuscirò a perdere i chili in più? È meglio questa o quell’altra dieta? E allora giù di ricerche su internet, di diete fai da tè, di consigli delle amiche. Niente di più sbagliato.
Abbiamo detto più volte, infatti, e lo ripetono gli esperti, che dieta non è sinonimo di sacrifici e privazioni. Dieta è essenzialmente un corretto comportamento alimentare, dettato da un corretto stile di vita.
Ne abbiamo parlato con il Presidente Adi, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, Sezione Sicilia, Santo Morabito.

Quanto è importante, oggi, parlare di alimentazione?
“Alimentarsi è un gesto naturale che ripetiamo più volte nella giornata  e che ci accompagna dal primo all’ultimo giorno della nostra vita. Le scelte alimentari che quotidianamente facciamo si ripercuotono sulla nostra salute e su quella del nostro pianeta. Il concetto di One Health, una sola salute, non può prescindere dalla salute degli ecosistemi con cui interagiamo. Agricoltura intensiva, deforestazione, cambiamento climatico, strategie commerciali hanno messo a dura prova questo complesso e allo stesso tempo fragile sistema. I grandi cambiamenti sociali in atto rappresentano una grande sfida per l’umanità e l’interdipendenza tra cibo e crisi climatica deve passare attraverso una partecipazione inclusiva ed estesa, in cui abitudini alimentari sostenibili siano accessibili e comprese da tutti”.

Che differenza c’è tra dietologo e nutrizionista?
“Il Dietologo è un Laureato in Medicina e Chirurgia con una specializzazione in Scienza dell’Alimentazione ad indirizzo dietetico, con un percorso di studi di 10 anni che fornisce conoscenze necessarie per fare una diagnosi e prescrivere una terapia dietetica e farmacologica. Il nutrizionista non può fare una diagnosi e prescrivere dei farmaci ma può elaborare una dieta, adeguata ad una patologia già diagnosticata, eventualmente supportata da integratori. Si tratta di figure professionali quali biologi, dietisti, farmacisti con una specifica formazione universitaria completata da una  specializzazione in Scienza dell’Alimentazione ad indirizzo nutrizionistico o da un corso di laurea di 2 anni in Scienza dell’Alimentazione”.

Una sana alimentazione aiuta a prevenire l’insorgere di gravi patologie. Quali in particolari?
“La nostra attenzione occidentale è focalizzata sull’eccesso di energia, di zuccheri a rapido assorbimento, di proteine e di grassi soprattutto di origine animale,  che unitamente ad un ridotto apporto di cereali e legumi, verdura e frutta, sono alla base delle patologie cronico degenerative che rappresentano la maggiore causa di mortalità. Obesità, ancor più se infantile, ipertensione, diabete mellito di tipo 2, aterosclerosi, malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative, osteoporosi, insufficienza di organi ed apparati come renale ed epatico. Nella malnutrizione per eccesso è spesso nascosta una malnutrizione per difetto con carenza di minerali e vitamine, di sostanze protettive che ne peggiorano evoluzione e prognosi indipendentemente da complicanze morbose intercorrenti”.

Come deve articolarsi una consulenza nutrizionale per funzionare al meglio?
“Innanzitutto una corretta valutazione antropometrica che consenta di stabilire quanto del peso corporeo sia da attribuire alla massa magra, al comparto idrico, alla massa grassa e alla sua localizzazione. L’anamnesi fisiologica e patologica con particolare attenzione agli eventi psicobiologici. Un esame obiettivo per  eventuali  patologie a carico dei vari organi ed apparati, una valutazione bioumorale per la presenza di problemi metabolici legati ad eccessi e/o  carenze nutrizionali. Un’indagine sui consumi alimentari, per frequenza, quantità e qualità di consumi e sullo stile di vita: dall’attività lavorativa, ludica o sportiva, alla quantità e la qualità del sonno, al tono dell’umore  e il modo di gestire le emozioni”.

Gli integratori funzionano veramente sul metabolismo o sono soltanto una presa in giro?
“Il Ministero della Salute definisce integratori alimentari “prodotti”  destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di nutrienti come vitamine e  minerali, o di altre sostanze con effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre,  ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate” e dovrebbero essere usati per sopperire a carenze nutrizionali o mantenere un adeguato apporto di determinati nutrienti”.

Integratori? Possono essere utili ma non fanno miracoli

“Si tratta di prodotti di libera vendita, commercializzati sia in farmacie e parafarmacie che in erboristerie, supermercati e altri negozi, sia fisici che in rete. Il corretto uso presuppone la conoscenza di queste sostanze perché, pur potendo migliorare alcune risposte metaboliche del nostro organismo, assunte in concentrazioni superiori a quelle apportate con il normale consumo alimentare non sono privi di effetti collaterali, controindicazioni e interazioni con il metabolismo epatico di farmaci. Sono certamente utili in particolari circostanze, ma non bisogna aspettarsi miracoli, non esagerare con i dosaggi e non assumerli se non se ne ha veramente bisogno”.

Che relazione corre tra educazione alimentare ed educazione all’attività fisica?
L’educazione alimentare non può prescindere dall’educazione generale a corretti stili di vita e in particolare all’esercizio fisico. Connubio espresso mirabilmente da Ippocrate oltre 400 anni prima di Cristo: “Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute”.
Nell’attuale contesto epidemiologico la scienza medica non ha più dubbi: seguire una corretta alimentazione e svolgere quotidianamente attività fisica moderata è fondamentale nel prevenire l’insorgenza delle patologie cronico degenerative  e mantenere un corretto peso corporeo”.

sport

Siamo sempre più bombardati da mille diete che promettono miracoli. Quanto sono nocive per la nostra salute, nonché, per la stessa linea?”
Nell’oceano di diete del Dr. Google ce ne sono tante che hanno e continuano a mietere numerose vittime ed altre, frutto di scoperte filosofali, che sono passate come meteore senza lasciare traccia alcuna. Molte sono talmente restrittive e sostenibili, da un punto di vista fisico e psicologico, solo per brevi periodi. All’iniziale calo ponderale e all’inevitabile sospensione segue un pronto e repentino recupero del peso perso con gli interessi, per un meccanismo di conservazione della specie. Così dieta dopo dieta ci si ritrova sempre più grassi e le fluttuazioni cicliche del peso peggiorano il rischio cardiovascolare atteso per la singola classe di sovrappeso e rendono più difficili i risultati dei futuri tentativi”.

La dieta mediterranea è veramente la dieta più sana e più equilibrata? Ha degli effetti dimagranti o prevalentemente salutari?
“Gli studi epidemiologici a partire dal Seven Country Studi degli anni 50 hanno dimostrato la riduzione della mortalità per tutte le cause e in particolare per le malattie cronico degenerative e  come, in relazione all’adesione, ci sia un significativo miglioramento dei livelli plasmatici di glicemia e dei lipidi e una significativa differenza nel peso corporeo e nella circonferenza della vita”.

La dieta mediterranea come stile di vita

“La Dieta Mediterranea ha dunque riconosciuti effetti metabolici che sono utilizzati anche come terapia dell’eccesso ponderale finalizzata alla riduzione del tessuto adiposo e al mantenimento della massa magra. Il valore primario è la sua sostenibilità, l’arma  vincente nel lungo termine su tutte le altre “diete dimagranti”. Se poi attraverso l’accettazione dello stile alimentare riusciamo a far passare l’intero concetto di stile di vita mediterraneo riusciremmo a creare una modifica globale del comportamento  in grado di recuperare salute come benessere psicofisico  per noi, per il pianeta e per le generazioni future”.

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