Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Spreco alimentare, come evitarlo

Imparare a evitare gli sprechi, magari concedendo una seconda opportunità ai cibi. Lo spreco alimentare assorbe una parte delle risorse a nostra disposizione. Combattiamolo.

“Il termine spreco alimentare si riferisce allo scarto intenzionale di prodotti commestibili, soprattutto da parte di dettaglianti e consumatori, ed è dovuto al comportamento di aziende e privati”.
Questa è la precisa definizione riportata nel sito della FAO che ha anche analizzato che ricaduta possa avere lo spreco alimentare sull’equilibrio del nostro pianeta. Ma senza volere parlare dei massimi sistemi, il giorno dopo la giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si è celebrata ieri, 5 febbraio, abbiamo cercato di capire quali prodotti finiscono nella spazzatura, perché, quanto ci costa questo, se si può, invece, recuperarli e rimetterli in ciclo.

Abbiamo, quindi, parlato con Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia, con Antonello Di Liberto, commerciante che gestisce un supermercato storico a Palermo, e con Bonetta Dell’Oglio, chef, che ci ha regalato una meravigliosa ricetta che offriamo ai nostri lettori.

Federconsumatori

Quanto si spreca in Sicilia?
“Si stima che in Sicilia ogni anno si sprechino 360 mila tonnellate di alimenti – dice Alfio La Rosa -. Lo spreco alimentare è attribuibile per il 48% alle famiglie e la restante parte agli operatori economici. L’agricoltura è responsabile per il 35%, la distribuzione per il 10%, il 5% per la ristorazione e il 2% per l’industria. Solo una piccola parte, meno del 5% di questa maggiore produzione, rispetto al consumo, è donata ai bisognosi. Il resto diventa spreco e rifiuto, una piaga per la comunità e una fonte di costi inutili.

Alfio La Rosa

Fate qualcosa per sensibilizzare il consumatore verso questa emergenza?
“Federconsumatori Sicilia svolge diverse campagne di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte ai consumatori siciliani partendo dal decalogo con le indicazioni fondamentali per combattere lo spreco alimentare:

  1. Acquistare solo ciò che ci serve, facendo una lista precisa senza cadere nelle sirene del marketing.
  2. Prediligere alimenti locali e di stagione basati sulla Dieta Mediterranea.
  3. Leggere e capire bene etichette e scadenze.
  4. Usare frigo, freezer e dispensa per conservare gli alimenti e non per stiparli alla rinfusa.
  5. Cucinare quanto basta, ma se avanza condividere con i vicini o “riciclare” tutto il giorno dopo.
  6. Far in modo che il bidone della spazzatura sia vuoto, differenziando tutti i rifiuti (anche quelli non alimentari).
  7. Al ristorante chiedere di riportare a casa ciò che non viene mangiato.
  8. Riconoscere che il cibo ha un valore non solo per il nostro portafoglio ma anche per la nostra salute.
  9. Chiedere che l’educazione alimentare e quella ambientale rientrino nelle nostre scuole come parte dell’educazione alla cittadinanza.
  10. Mangiare in modo sostenibile e consapevole è un atto di giustizia e di civiltà verso sé stessi, verso gli altri, verso il mondo”.

Poche regole che, in effetti, non dovrebbe essere difficile seguire e mettere in pratica. Da un recente studio dell’Università di Bologna, emerge che, lo spreco domestico è ancora alto in valore assoluto, dato che certe abitudini sono dure a morire ma, in percentuale, negli ultimi anni, si è registrata una riduzione del 25% circa perché le persone sono più attente nel fare la spesa.
Cosa che viene confermata anche da Antonello Di Liberto.

Il commerciante

“Negli ultimi anni lo spreco si è ridotto perché la crisi economica ha indotto i più ad essere maggiormente oculati e parsimoniosi – dice Di Liberto – e acquistare solo ciò che serve realmente. E questo vale anche per noi commercianti”.
Cosa va sprecato maggiormente?
“Non si può fare una graduatoria vera e propria, dipende anche dalla stagione. È evidente a tutti che in estate, col caldo, l’ortofrutta è maggiormente deperibile. Però oggi molti supermercati hanno l’angolo gastronomia dove si vendono dei preparati e si cucinano, ovviamente, le materie prime che sono in vendita in negozio. Se una tipologia di ortaggi o di verdure, un dato giorno, ha minore riscontro sul pubblico, allora, prima di sera si cucina e diventa un ottimo piatto pronto. Noi teniamo molto ad evitare lo spreco che, vorrei precisare, oggi si attesta intorno allo 0,50/1% del fatturato. Prima i valori erano decisamente più alti”.

Ci sono, poi, prodotti come mozzarelle o yogurt o merendine che vicine alla scadenza non sono più vendibili. Cosa ne fate?
“Qui il discorso è più ampio. Partiamo dalla famosa dicitura da consumarsi preferibilmente entro… Fortunatamente oggi il consumatore è consapevole del fatto che questa scadenza è indicativa ed è un eccesso precauzionale delle aziende produttrici. Da un punto di vista commerciale, il prodotto prossimo alla scadenza va venduto scontato e il fatto che sia vicino a scadere va ben evidenziato. Noi da oltre 10 anni, nel nostro supermercato, adottiamo questo sistema”.
Che fine fa il cibo che resta invenduto?
“Non amiamo buttare il cibo. Ci è capitato, con prodotti prossimi alla scadenza per i quali, però ci siano tutte le garanzie di conservazione, sulla catena del freddo, ecc… di organizzare degustazioni creando anche dei momenti conviviali che sono stati molto graditi. Qui riusciamo a coniugare l’attenzione per evitare lo spreco e la promozione dei prodotti stessi. C’è anche il risvolto sociale: capita che associazioni o chiese ci vengano a chiedere di dar loro i prodotti che sono vicini alla data di scadenza. Lo facciamo anche, ma vogliamo esser certi che tutto finisca realmente nelle mani di chi ha bisogno”.

Ogni anno, dopo le festività, c’è abbondanza di panettoni e pandori…..Quanti ne avete ancora in deposito?
“Nessuno. Quest’anno c’è stata un’inversione di tendenza, almeno a Palermo. Panettoni e pandori (sì….pandori al plurale, come attesta anche l’Accademia della Crusca, ndr) sono stati venduti quasi tutti perché ne abbiamo acquistato il numero giusto. Ma già i produttori ne hanno limitato la produzione; dal canto nostro, quei pochissimi sopravvissuti al Natale sono andati via velocemente nei primi giorni d gennaio”.

La ricetta della chef

Panettone e pandoro sono sempre stati oggetto di un riciclo diffuso dopo le festività, anche noi di InchiestaSicilia vi abbiamo proposto più volte ricette gustose per evitare di sprecarli. Ma questa volta, visto il tema molto sentito dello spreco alimentare, abbiamo chiesto una delle sue strepitose ricette a Bonetta Dell’Oglio, chef palermitana, siciliana doc, ambasciatrice della cucina siciliana nel mondo, sostenitrice dei grani antichi siciliani.

Bonetta Dell’Oglio

Bonetta, una ricetta che possiamo fare tutti e che ci consenta di utilizzare qualche avanzo, per evitare lo spreco?
“Possiamo proporre una vellutata di pane raffermo con quenelle di robiola di capra girgentana. Una ricetta fantastica. Io la faccio così: prendo una cipolla, un pezzo di sedano, un paio di carote; pulisco tutto, trito e metto a cuocere con poca acqua, praticamente a stufare, con dell’olio extravergine di oliva. Prendo, poi, del pane raffermo; consideriamo, a persona, circa 70/80 g di pane. Lo taglio a pezzetti con un coltello, stando attenta, e lo metto a cuocere. Aggiungo acqua fino a quando proprio si vede che il pane, quasi, si va sciogliendo.

Vellutata di pane raffermo con quenelle di robiola di capra girgentana

Prendo il tutto e metto in un mixer, faccio girare lungamente finché diventa una vera vellutata. La rimetto nella pentola, condisco con pepe, sale e olio, posso anche aggiungere qualche scorzetta di limone per dare una nota fresca. Va servita bollente. Nel frattempo ho preparato o delle sfere o delle quenelle, per i più bravi, di robiola di capra girgentana. Impiatto così: metto tre sfere, o quenelle che siano, al centro del piatto in cui c’è la vellutata, un pochettino di pangrattato croccante precedentemente tostato, un filo d’olio, un rametto di rosmarino ed ecco recuperata una cosa eccezionale”.

Troppo buono per essere buttato

E a margine di questo nostro viaggio sul contrasto allo spreco alimentare, un’annotazione per chi ama la tecnologia: la app “Too good to go”. Nata proprio con la filosofia di evitare lo spreco di cibo, consente di acquistare i prodotti che negozi e ristoranti, a fine giornata, rendono disponibili a prezzi scontatissimi e molto convenienti. Col gusto della sorpresa: infatti si potrà sapere cosa si troverà nella magic box solo una volta ritirata.

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