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La Tv e i bambini: la baby sitter elettronica

I dati parlano chiaro: i bambini sono senza alcun dubbio i più grandi fruitori di televisione...

di Redazione

Gli effetti negativi della Tv sullo sviluppo educativo dei più piccoli. Gli effetti controproducenti di quella che, ormai, è diventata la baby sitter elettronica

 

dall’archivio de  L’Inchiesta Sicilia

I dati parlano chiaro: i bambini sono senza alcun dubbio i più grandi fruitori di televisione.
In Italia, infatti, quasi 4 milioni e mezzo di bambini dai 3 ai 10 anni la guardano tutti i giorni per una media di due ore e quaranta minuti. Di conseguenza, le questioni che riguardano le l’utenza televisiva, la qualità e i contenuti del piccolo schermo sono sempre stati al centro di dibattiti scientifici e contrastanti di posizioni.
Ma fa davvero così male la tv ai bambini? Il crescente accesso dei minori ai media ‘per grandi’ porterà all’abolizione della distinzione tra infanzia ed età adulta?
Secondo uno studio dell’American Accademy of Pediatrics può addirittura portare un piccolo al cosiddetto Attention Deficit Hyperactivity Disorder, un disturbo da deficit di attenzione con iperattività. Ne è affetto il 12 per cento dei bambini statunitensi, e questa condizione si diffonderebbe proprio con l’imporsi della scatola magica dentro le nostre case.
Questa ricerca dimostra per la prima volta che i neuroni del cervello di un bambino si sviluppano in maniera diversa se resta attaccato allo schermo per qualche ora al giorno: sarebbe la velocità delle immagini la responsabile della deformazione del suo senso della realtà. bambini-e-tv

Questi i risultati dello studio statunitense: per ogni passata davanti la tv nell’età compresa fra uno e tre anni, i soggetti più piccoli avrebbero quasi il 10 per cento in più di probabilità di sviluppare problemi di attenzione, che possono essere diagnosticati all’età di 7 anni come Adhd. Un bimbo ai primi passi che, invece, siede per tre ore al giorno davanti la tv ha il 30 per cento in più di probabilità di avere serie difficoltà a scuola. Insomma, il rumore insistente del piccolo schermo in una casa può interferire con lo sviluppo dell’inner speech, cioè la costruzione del discorso, il passaggio da quello che si sente dentro a quello che si esprime, dal quale un bambino impara a pensare attraverso i problemi, i progetti e le riflessione.

E l’Italia sembra essere sulle orme degli States. Per molti bambini il tempo trascorso davanti la televisione si è dilatato a dismisura, tanto da potere definire la scatola magica ‘baby sitter elettronica’.

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