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Il fenomeno Willwoosh

di Redazione

Una capacità comunicativa fuori dal comune. E’ questo il segreto del successo di Guglielmo Scilla, un giovane comunicatore web che, partendo da un account su Youtube e da qualche video, ottiene, in breve, un grande successo come attore, conduttore radiofonico e, adesso, pure e, soprattutto come scrittore. In segreti della sua escalation

di Beatrice Messina

Simpatia, disponibilità, intraprendenza, voglia di fare. Questi sono i punti che possono descrivere l’enorme successo che Guglielmo Scilla (in arte Willwoosh, 26 anni) ha ottenuto in questi ultimi anni, partendo da un account su Youtube e da qualche video. E i numeri del web lo dimostrano: oltre 250 mila followers su Twitter, 388 mila iscritti al suo primo canale YouTube, oltre 500 mila fan su Facebook e, soprattutto, i suoi video hanno avuto oltre 65 milioni di visualizzazioni. Ma la sua voglia di comunicare non si è fermata ad Internet. Di lì a poco, Guglielmo ha intrapreso una carriera abbastanza promettente come attore, conduttore di un programma radio (“A tu per Gu” su Radio Deejay) e,soprattutto, come scrittore. Nel 2012 escono “10 regole per farla innamorare” (da cui viene tratto il film in cui “Gu” interpreta il protagonista) e Freaks ed ora, a più di un anno di distanza, pubblica  “L’inganno della morte”, un romanzo che coglie un lato sconosciuto di Guglielmo, un lato nascosto della sua personalità che i suoi fan vogliono scoprire insieme a lui.

Ed è forse questo il segreto dell’ennesimo successo del ragazzo romano dalle origini catanesi. Non sono passate nemmeno due settimane dall’uscita del libro, e già ha venduto tantissime copie, entrando nella classifica dei libri più venduti in pochissimo tempo. Un successo nazionale che Guglielmo sta cavalcando durante un tour di presentazione de ‘L’inganno della morte’,  che sta toccando le ‘Feltrinelli’ di  molte città italiane. Domenica scorsa è stata la volta di Palermo ed il risultato è stato incredibile: centinaia di ragazzi e, soprattutto, ragazze in coda dalle prime ore del giorno per poter vedere il loro idolo, fotografarlo, abbracciarlo.

Dopo tre ore di fila e di ragazzini urlanti, siamo riusciti a fare quattro chiacchiere con Guglielmo, che abbiamo trovato entusiasta di questo successo e dell’amore che i suoi fan hanno per lui

D:L’inganno della morte, un romanzo che mescola il fantasy, il dark e che è un po’, per così dire, di “Burtoniana memoria”, si distacca molto dal Willwoosh che tutti conoscono. Da dove hai preso la tua ispirazione?

R: L’idea di questo romanzo nasce quando avevo sedici anni, un’idea che è figlia del mio interesse verso il dark. Tuttavia da sempre sono anche un appassionato dei fantasy, perché li ho vissuti come racconti di evasione che danno la possibilità di uscire dalla monotonia quotidiana, affrontando però gli stessi problemi.

D: Qual era il tuo romanzo fantasy preferito?

R: A sedici anni, come penso tutti quelli della mia età, ero un grandissimo fan di Harry Potter. Nella mia vita ho però sempre letto di tutto (da Kafka a Calvino) ma da Harry Potter in poi la mia passione per il mondo del fantasy è cresciuta sempre di più.

D: Tornando a “L’Inganno della Morte”….

R: Come già ho detto l’idea è nata a sedici anni come  tappa di un percorso che mi aveva portato a scrivere molti pensieri anche simpatici (che poi ho tradotto su Youtube molto tempo dopo). Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo mi sono chiesto: “Come sarebbe la storia di una vittima che cerca il proprio assassino?”. Solitamente  nei romanzi è l’investigatore che cerca il proprio assassino, ma il mio obiettivo era ricreare il mondo dei morti. Questo pensiero si è tradotto in 160 pagine iniziali scritte a sedici anni. Dopo queste mi sono fermato, ho avuto una specie di “crisi del foglio bianco” ed ho messo da parte questo progetto per nove anni. Avevo come un blocco psicologico nonostante il fatto che il pensiero di riprendere in mano quello che avevo lasciato mi ronzava in testa. Dopo nove anni la mia voglia di comunicare, la voglia di poter esprimere in parole quello che di persona non riuscivo a dire mi ha dato la forza per ricominciare a scrivere. Da lì la storia si è evoluta, crescendo con me.

D: Di cosa tratta il tuo romanzo?

R: Parla di un ragazzo di sedici anni, Daniel, che va in vacanza in un’isola felice (un po’ ho pensato alla Sicilia dato che sono originario di qua). Questo ragazzo è perseguitato da una strana persona che si palesa sempre con un odore molto particolare, quasi di margherite, la quale lo uccide. Daniel, una volta morto, si ritrova nell’Oltretomba in cui dovrà fare delle prove ed attraverso queste, imparerà ad usare le abilità che può avere un’anima. Inoltre cercherà di scoprire le cause misteriose  della sua morte perché, per quello che è la società dice all’interno della storia, Daniel è morto di cause naturali anche se lui sente che non è così. Il romanzo nel suo piccolo vuole parlare di come la morte potesse far capire l’Io del personaggio.

D: Cosa hai notato nella evoluzione del testo da quando hai iniziato a scrivere fino alla conclusione del romanzo?

R: Io ho praticamente fatto un castello di sabbia, l’ho rivisto, demolito, e con la stessa sabbia ho fatto un castello più grande. In 9 anni non potevo non essere cambiato, sono state aggiunte tantissime cose a cui non avevo pensato prima ho creato nuove figure (come le medusine che fungono da vestiti per le anime dell’Oltretomba). Questo ricreare per me è stato meraviglioso anche perché era come se cercassi di dirmi che tutto ciò che stavo scrivendo, fosse vero.

D: E come colleghi  “L’inganno della morte” ai libri che hai scritto prima?

R: E’ una rottura totale. 10 regole per farla innamorare è un libro scritto a quattro mani e la cosa è stata una opportunità molto importante per me. Subito dopo c’è stato “Freaks” scritto, praticamente, a dodici mani con tutto il cast della web-serie. Avevo bisogno di poter fare una cosa individuale  per esprimermi meglio. Ha avuto un effetto liberatorio ed è stato soddisfacente (ed anche un po’ spaventoso) vedere che il mio romanzo ha avuto in poco tempo un successo tale.

D: Guglielmo Scilla e Willwoosh, due facce della stessa medaglia o Dott. Jekyll e Mr. Hide?

R: Willwoosh è il nickname che ho su Youtube, nickname che nasce anche dal desiderio di privacy. Non l’ho mai visto come uno pseudonimo perché penso che Guglielmo possa sia fare il matto con le parrucche e le battute sia esser serio. Io cerco di scappare dalle etichette che la società pone. Guglielmo è sé stesso in ogni occasione che sia il video o la radio (che mi ha ricordato molto Youtube proprio per la spontaneità) o la scrittura.

D: Un consiglio che daresti a ragazzi che vorrebbero seguire il tuo percorso?

R: Il consiglio che potrei dare è sicuramente quello di partire dal basso come ho fatto io. Bisogna però stare attenti ai guinzagli che noi stessi ci mettiamo. Io mi sono messo molti guinzagli per paura di non essere all’altezza della situazione. Non è solo il giudizio che abbiamo di noi stessi che ci fa crescere, ma anche quello degli altri, perché avere solo il primo può affossarci dopo un po’ di tempo. Una cosa che posso dire è che bisogna essere creativi e lungimiranti, inventandosi cose nuove. C’è il web che permette di esprimersi a 360 gradi. Ovviamente a tutto questo deve aggiungersi l’umiltà di affrontare le cose passo, passo senza la smania di avere un successo immediato. Il consiglio, in sintesi, è quello di buttarsi in un’idea, in un progetto da costruire curandolo. E’ come un seme, bisogna metterlo lì e assistere alla sua crescita.

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