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Ancora un siciliano a Palazzo Madama

di Redazione

Piero Grasso, ex Procuratore Nazionale Antimafia, è il nuovo Presidente del Senato. E’ stato uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Falcone (foto Sky)

 

E’ stata una lotta all’ultimo voto per l’elezione alla seconda carica dello Stato quella fra due senatori siciliani, Renato Schifani e Piero Grasso. Due “ex” importanti: il primo presidente uscente del Senato, il secondo procuratore uscente della Direzione Nazionale Antimafia.

Piero Grasso, 68 anni, nato a Licata (Agrigento) ma palermitano d’adozione, è dunque il Presidente del Senato della XVII legislatura, una legislatura nata zoppa per via di una legge elettorale che è riuscita ancora una volta nell’intento di chi l’ha voluta, ossia non dare una maggioranza alla coalizione che vince le elezioni. Grasso a Palazzo Madama è riuscito a fare un piccolo miracolo: raccogliere voti al di fuori dei confini della sua coalizione, spaccando il Movimento Cinque Stelle e provocando l’ira del suo guru, Beppe Grillo. Con un’altra prestigiosa conoscenza siciliana, Laura Boldrini, neo Presidente della Camera, già portavoce dell’Organizzazione Onu per i rifugiati, Grasso ha dunque coperto la seconda importante casella istituzionale dando nuovamente alla Sicilia – fatto mai avvenuto – la prestigiosa carica di Presidente del Senato.

Il neo Presidente, concludendo il suo intervento di insediamento, ha ricordato anche l’ex Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uno dei padri del maxi processo di Palermo. Grasso in quel processo fu il numero due, occupò il posto accanto al presidente Alfonso Giordano e redasse la monumentale sentenza. Poco prima di entrare nell’aula del maxi processo, Caponnetto allora gli disse: “fatti forza ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza”.

E Grasso la “schiena dritta” l’ha sempre avuta. Entra in magistratura nel 1969 come Pretore a Barrafranca, diventa poi sostituto procuratore al Tribunale di Palermo dove si occupa dell’inchiesta sull’omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella: è lui a precipitarsi in via Libertà, sul luogo del delitto. Nel 1984, come già accennato, é giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra: la sentenza nei confronti dei 475 imputati inflisse 19 ergastoli e oltre 2.600 anni di reclusione.

Dopo una consulenza alla Commissione Antimafia, raggiunge Giovanni Falcone agli Affari Penali del Ministero. Quindi è il vice di Pier Luigi Vigna alla DNA. Nel 1999 il ritorno a Palermo come Procuratore della Repubblica. Nel periodo della sua direzione vengono arrestate 1.779 persone per reati di mafia e 13 latitanti, inseriti tra i 30 più pericolosi, e comminati oltre 380 ergastoli e centinaia di condanne per migliaia di anni di carcere. Logico dunque l’incarico di Procuratore Nazionale quando Vigna nel 2005 lascia l’incarico. Durante la sua direzione viene arrestato il super latitante Bernardo Provenzano e si avvia la scottante inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.

In totale, 43 anni di lotta alla mafia: una esperienza importantissima per dare impulsi alle leggi per combattere seriamente corruzione e criminalità organizzata. Auguri Procuratore. Auguri Presidente Grasso.

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