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Il libro postumo di Nino Alongi

Il libro postumo di Nino Alongi è un viaggio nella memoria (1943-2013)”, nelle quali descrive i fatti che attraversano la Sicilia in questo lungo periodo...

di Pippo La Barba

Nino Alongi ha vissuto tutta la vita come impegno civico per costruire una buona “polis”. In questo libro postumo analizza con acutezza la politica siciliana dal dopoguerra a oggi inquadrandola nel contesto italiano e internazionale

 

 

 di  Pippo La Barba
Il volume, intitolato ”La Sicilia nel mondo globalizzato, i tiranni e gli eroi. Viaggio nella memoria (1943-2013)”, di circa 500 pagine, edito da Rubettino, descrive accuratamente i fatti che attraversano la Sicilia in questo lungo periodo, mettendo in luce il tratto umano di Alongi e la sua etica ancorata ai valori cristiani, che lo spinge a non rassegnarsi mai all’andazzo corrente.
Le trasformazioni, le personalità che hanno contrassegnato con le loro luci e ombre la politica in Sicilia, sono descritte infatti, anche se con scrupolo, facendo premio a un suo personale osservatorio, che lo porta a vedere sempre la prospettiva dell’agire politico, andando oltre la routine del quotidiano. E’ questa anche la cifra di Alongi giornalista con i numerosi editoriali sull’edizione palermitana di La Repubblica. Si evidenzia poi particolarmente nell’altro saggio del 1977, “Palermo, gli anni dell’utopia”, in cui si tocca con mano la disperata corsa a restituire alla città la propria “normalità”.
Il saggio di Alongi è molto lineare nella struttura, semplice da leggere ma impegnativo.
E’ diviso in tre parti. La prima, dal 43 al 60, sottolinea la sostanziale acquiescenza delle istituzioni e della Chiesa al potere mafioso e lo svuotamento dell’autonomia, che non produce lo sviluppo sperato. Dal 60 al 92 la politica siciliana continua ad avere un andamento piatto, con due rilevanti
eccezioni. Una è la “Primavera palermitana” di Leoluca Orlando; l’altra la poderosa svolta di Piersanti Mattarella, finita tragicamente. Il terzo periodo, dal 1992 al 2014, è quello delle stragi di stato, ma anche di una forte presa di coscienza dei siciliani, che Alongi spera non si affievolisca.
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