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Gioielli dalla natura, le creazioni di Tiziana Di Pasquale

Tiziana Di Pasquale crea originalissimi gioielli con materiali insoliti, come quelli in fibra di fico d’India, che sono tra i pezzi più ricercati delle sue collezioni...

di Clara Di Palermo

Tiziana Di Pasquale crea originalissimi gioielli con materiali insoliti, regalati dalla natura: dalla fibra di fico d’India alla corteccia degli alberi. Monili per chi  vuole uno stile unico

 

di  Clara Di Palermo

L’appuntamento è in Piazza Bologni, in centro a Palermo, all’interno di quel fantastico percorso Arabo-Normanno patrimonio dell’Unesco.
Tiziana Di Pasquale arriva armata di un piccolo beauty case dal quale, appena sedute a uno dei tavolini posizionati dai vari caffè e ristoranti, tira fuori i suoi bellissimi e originalissimi gioielli. Rigorosamente fatti a mano e tutti diversi uno dall’altro. “Non mi piace replicare le mie creazioni – ci confessa -, per lo stesso motivo per cui non riesco a lavorare su ordinazione: seguo l’ispirazione del momento. Pensa che mi è stato commissionato un paio di orecchini da un  mese e ancora non sono riuscita a realizzarli”. 34 Di Pasquale

Piccola, minuta, fragile solo all’apparenza, in realtà Tiziana Di Pasquale è una donna fortissima, un ingegnere a tempo pieno che quotidianamente tiene a bada squadre di operai e la sera, tornata a casa dal lavoro, siede al suo tavolino con pietre, metalli e tutto ciò che la natura le regala e che lei trasforma in monili unici.

Come quelli in fibra di fico d’India, spettacolari e suggestivi, che sono tra i pezzi più ricercati delle sue collezioni.

“Amo dire che lavoro materiali nobili, perché me li regala la natura – dice Tiziana -. La fibra di fico d’India deve essiccare per anni e anni prima di diventare così come io la lavoro. Assecondo la forma che ha e mi lascio guidare dall’ispirazione, da ciò che quel materiale mi suggerisce”.

Così prendono vita collane, bracciali e orecchini dove cortecce di alberi, pietre che, tagliate a metà rivelano tesori nascosti, perline…..si mescolano a metalli, rigorosamente senza nichel, caucciù con un’anima di fil di ferro così da poterlo plasmare, reti in un particolare materiale modellabile, da poter cambiare foggia allo stesso gioiello.

Ma come nasce questa passione? “Rimonta a quando ero piccola – ricorda Tiziana -. Quando avevo quattro anni e mezzo mio padre mi regalò un pacco di patatine, con la sorpresa dentro e, caso volle, che la sorpresa consisteva in una bustina di perline. Anzi due, perché fui talmente fortunata da trovare due bustine nello stesso pacco di patatine! Per tenermi occupata, mia madre mi diede un filo trasparente, di quelli che si usano per le canne da pesca, e così passavo giornate intere a smontare e rimontare quelle poche perline. Il pacchetto di patatine divenne il mio premio serale: mio padre, al ritorno dal lavoro, me ne portava sempre uno, fino a che accumulai un piccolo tesoro di perline con cui creare i miei gioielli. Poi, diventata più grande, mia madre mi comprava tanti orecchini al mercatino, che io puntualmente smontavo per trasformarli”.

Una passione, dunque, che poco a poco, col passaparola tra amiche e conoscenti, è diventata un’impegno “ma sempre con il rispetto di chi acquista, nel senso che mi piace consigliare chi vuole le mie creazioni. Mi è capitato anche di scoraggiare qualcuno dall’acquistare una determinata parure, perché non la vedevo sulla persona”. 38 Di Pasquale

E poi ci sono quei pezzi ai quali la Di Pasquale si affeziona perché hanno un significato particolare per lei e, quindi, diventano invendibili. Oppure quei gioielli talmente particolari (come alcuni creati utilizzando pezzi di cortecce di albero) da essere scelti da una ragazza finalista a Miss Mondo.

“Ho ricevuto anche offerte da nomi prestigiosi della gioielleria internazionale – aggiunge Tiziana – ma avrei dovuto produrre in serie, tanti gioielli tutti uguali e, come ho già detto, questo non fa per me”.

Il tempo è volato, abbiamo chiacchierato per circa due ore e non ce ne siamo rese conto. Dobbiamo tornare ai nostri impegni e Tiziana deve correre al suo laboratorio-rifugio: un piccolo soppalco ricavato in una stanza di casa, nel cuore della città, con una finestra sui tetti di Palermo, dalla quale si vede anche un terrazzo ricco di piante le cui forme e i cui colori, miscelati a quelli del cielo che si scorge da lì, contribuiscono alla nascita di creazioni uniche e particolari.

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