“Bonjour, prego, si accomodi”. Un saluto che non ti aspetteresti che arrivi da dietro una tenda che, grazie al riverbero del sole, riflette i colori dell’arcobaleno. Aguzzi la vista ed ecco che metti a fuoco una figura di donna, che ti invita a entrare in quella che ti sembra una comune merceria. Un luogo veramente magico nel quale, lo si capisce quasi subito, si tessono trame che possono senza dubbio appartenere ai sogni.
Pochi passi ed ecco che, invece, ci si ritrova immersi in un mondo dove sembra proprio che i gomitoli di lana e i filati moda parlino, si animano, intrecciano rapporti che si trasformano in preziosi capi. La merceria Valenza non è la solita merceria. Intanto sorge nel cuore del centro storico di Petralia Sottana, lungo il corso principale di questo comune immerso nella suggestione delle Madonie. Ma prima di entrare, è necessario che qualcuno risponda a una domanda.
Cosa vuol dire esattamente Cavapim?
«Ah, l’insegna? Incuriosisce tutti. Semplice: Calogero Valenza Prezzi Imbattibili. L’ha coniata un frate francescano negli anni ‘70 – spiega Giulia Valenza, la cui merceria esiste e resiste da 1954, anno di fondazione da parte del padre Calogero – e da allora non è stata mai cambiata. Per me questo era il luogo nel quale venivo a giocare, mentre mio padre lavorava. Ricordo ancora quando scendeva a Palermo a comprare la lana o altri filati. Andava al Lattarini, uno dei mercati del capoluogo siciliano in cui ancora oggi si vende questo genere di merce. Nel tempo ho pensato che dovessi lasciare anche una mia impronta e il passaggio è stato molto naturale».
Aveva sei anni Giulia quando ha messo per la prima volta piede nella merceria di famiglia e piano piano, prima certamente per gioco, ha cominciato a imparare le differenze tra un tipo di lana e l’altro, che spessore dovevano avere i filati per questo o quell’altro capo, le misure dei ferri e quelle degli uncinetti più utili al tipo di lavoro che la cliente doveva andare a realizzare.
Un bagaglio di conoscenze che ha fatto la sua esperienza e che oggi la rende un punto di riferimento in questo campo, non solo nell’hinterland dove ha sede la sua merceria.
Capi che sono ormai diventate piccole opere, varcando i confini della Sicilia, come pure quelli italiani, sbarcando in Olanda, Spagna, Francia e, più recentemente, anche in Macedonia.
Qui, infatti, ormai non si viene solo per acquistare il filato di turno perché Giulia, in questo angolo nascosto dal mondo, libera la sua creatività realizzando i sogni di chiunque. Qui la respiri sin da quando varchi la soglia, non sapendo da che parte girarti tanta la bellezza dei capi che realizza.
Trinacria, per esempio, è l’ormai famosissimo scialle siciliano rivisitato. La sua forma è, infatti, triangolare con una punta più allungata che le consente di essere usata anche come sciarpa. Come, poi resistere davanti al centesimo, interpretazione all’uncinetto del fiore di sambuco. La tradizione popolare lo vuole immancabile nei corredi da sposa, ma non solo.
Chi, poi, vuole che nel proprio guardaroba non manchi un altro dei capi particolari che nascono in questa bottega di ricami d’arte, non può rimanere indifferente davanti alla giacca esagonale a uncinetto, reintepretata ispirandosi all’idea di Elizabeth Zimmermann, autrice della Surprise Jaket. Per non parlare del modello “Raggio di Sole”, che avvolge come se a irradiare il proprio calore non fosse solo il filato scelto per l’occasione.
Difficile uscire dalla merceria Valenza senza una di queste piccole opere, direttamente indossati o avendone ordinata una, magari proprio quella che si è sempre desiderato ma non si è mai trovato chi, come Giulia, ha la capacità di guardarti negli occhi e di sapere tessere le trame dei tuoi sogni.
Non siamo noi a scegliere il capo, ma è lui che ti reclama
«A oggi conto almeno 300 scialli – racconta ancora Giulia -. Sono tutti numerati e vanno a comporre una collezione, ma ognuno è diverso dall’altro. Chi entra qui lo fa anche senza avere un’idea precisa di quel che vuole, così lascio osservare, chiedere, riflettere. Faccio, però, acquistare uno dei miei capi solo quando capisco che il cliente li sente, non propongo e impongo niente. Quando vanno via con qualcosa sono felici di avere trovato ciò che avevano sempre desiderato, e spesso neanche lo sapevano».
Questo mondo non è sicuramente quello a cui appartengono i più giovani…
«Potrei dire che le nuove generazioni non hanno la necessità di venire in una merceria, ma perchè sono cambiati gli stili di vita. Una cosa che, però, ho noto da un po’ di tempo è che i più giovani vogliono capire di più. Succede quando organizzo dei pomeriggi in cui ci si incontra per condividere l’arte del cucito e della maglia. Sono dei workshop che consentono non solo imparare e scambiarsi conoscenze, ma anche di intessere relazioni che servono soprattutto in un contesto territoriale come il nostro in cui le occasioni di socialità non sono così tante. Mi dicono che manca solamente l’angolino del tè e del caffè con relativi pasticcini. Chissà, forse è il momento di regalarci anche questo genere di pausa dal mondo».
Una risposta
Sono Pina da Roma e quando vado a Petralia il mio primo pensiero è andare a trovare Giulia una fonte inesauribile di idee , ho copiato con il suo aiuto il Trinacria bellissimo e poi lei è disponibile al massimo ciao Giulia