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Riders, domani lo sciopero nazionale

Riders, domani la mobilitazione nazionale. A Palermo alle ore 18,30 sit-in in piazza Verdi e sciopero delle consegne. Per la protesta i rider palermitani creano la campagna #IOSONOUNRIDER, con l'adesivo di un fattorino a bordo della vespa

di Redazione

Domani 30 ottobre si tiene a Palermo lo sciopero dei Riders,  che arriva al culmine di una settimana di volantinaggi, raccolta di firme e sensibilizzazione dei clienti con la campagna di informazione #iosonounrider, ideata dagli stessi lavoratori.      

Una giornata di protesta nazionale contro l’accordo-truffa Assodelivery-Ugl, con manifestazioni  in 15  piazze italiane. A Palermo la protesta andrà avanti dalle 18,30 in poi, fino a fine turno,  anche se molti rider si asterranno dal lavoro per tutta la giornata. Alle 18.30 è previsto un si-in in piazza Verdi, secondo le direttive Covid.      
“Stiamo raggiungendo un ottimo risultato, abbiamo raccolto moltissime  firme  per dire non all’accordo. Segno che il malcontento è diffuso – dichiara il segretario generale Nidil Cgil Palermo,  Andrea Gattuso – Per domani ci attendiamo una grande partecipazione dei lavoratori. In questi giorni, in cui siamo stati nelle strade e nelle piazze, incontrando tanti  lavoratori, abbiamo riscontrato grande consapevolezza sul fatto  che l’accordo peggiori le condizioni di lavoro e non dia alcun diritto e alcuna tutela ai fattorini delle piattaforme del food delivery”.    

In attesa del tavolo ministeriale

“Chiediamo a gran voce anche da Palermo che  il tavolo ministeriale riparta e che l’accordo venga bloccato  – prosegue Gattuso –  Quello che rivendichiamo è una vera paga oraria, agganciata a un contratto collettivo nazionale di lavoro, diritti come ferie, malattia e  maternità, che oggi sono negati, e le tutele del lavoro subordinato”. “Questi lavoratori – aggiunge il segretario Nidil Cgil Palermo –  come nella prima fase della pandemia, continuano a svolgere un  servizio essenziale che permette a un settore economico  come quello della ristorazione, che dopo le 18 funziona solo con l’asporto, di stare aperto. Chiediamo al governo un intervento  a tutela dei lavoratori. Tra l’altro, è di ieri la notizia che il Comitato economico sociale e europeo (Cesi), su proposta di Cgil Cisl e Uil, ha escluso il rappresentante Ugl dal gruppo di lavoro per il contratto-pirata sui riders stipulato da Ugl e Assodelivery”.        

Nasce #iosonounrider

Da oltre un anno Nidil Cgil Palermo cerca di portare all’attenzione della società le condizioni di lavoro dei rider. “In un anno – racconta Andrea Gattuso – abbiamo incontrato centinaia di lavoratrici e lavoratori, abbiamo conosciuto le loro storie personali, i bisogni, le passioni. Se non altro Assodelivery e Ugl un risultato lo hanno raggiunto: non solo hanno fatto arrabbiare sul serio i rider ma sono riusciti anche a dar vita un movimento di protesta e di aggregazione che dal basso sta portando a risultati eccezionali”.      
Uno dei risultati a Palermo è stata una campagna comunicativa nata tutta dal basso, creata dagli stessi protagonisti della protesta. Il  volantino #iosonounrider, che sta alla base della campagna d’informazione, è stato  scritto “col cuore” da Simone, un rider quarantenne. E l’immagine-simbolo della protesta, un rider sulla vespa gialla, con lo zaino verde sulle spalle, è stata ideata  da un altro fattorino,  un fumettista, in arte Trepi,  è diventata l’adesivo che i corrieri possono attaccare sugli zaini, sulle moto, sui caschi.        
“Sono importanti esempi di testimonianza e passione civile – rileva il segretario Nidil Palermo Gattuso –  un segno di orgoglio dell’appartenenza ad una comunità, quella dei rider che si sta opponendo all’accordo rivendicando diritti e dimostrando grande dignità. Grazie a Simone a Trepi e a tutti i rider che con la loro creatività e con la loro intelligenza stanno dando forza  alla causa”.      
Il volantino #iosonounrider si conclude con un  appello alla città: ”Spero capirete e sarete solidali con la nostra protesta, in  questo momento così difficile. Io sono un rider, durante il lockdown sono stato definito lavoratore di un servizio pubblico essenziale ma di diritti e di tutele le piattaforme non ne vogliono parlare. Io sono un rider ma prima di tutto sono un essere umano”.

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