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Le memorie d’olio di cartamo

di Redazione

Sarà inaugurata domenica presso il Megastore Multicenter Mondadori di Palermo la mostra personale dell’artista Nancy Sofia dal titolo MEMORIE D’OLIO DI CARTAMO. La mostra sarà visitabile dal 19 febbraio al 3 marzo 2017. La mostra è organizzata dall’associazione culturale RicercArte di Palermo, testo in catalogo Arch. Giovanna Calabretta, sarà presente l’artista. 

Il tema strutturale e compositivo nelle opere di Nancy Sofia è il luogo delle relazioni umane, centro emotivo della sua composizione pittorica e della sua narrazione intimista. Quel nucleo familiare, costituito da legami di sangue o di affinità, che costituisce il fondamento della società, in qualsiasi porzione di mondo ci troviamo. Forse per questo, nelle sue tele, il paesaggio esterno è nebuloso, non ha motivo di “definirsi” o di “imporsi” perché rischierebbe di costituire un limite, inghiottito dal bianco lattiginoso del tempo. Si intuisce invece confortevole e caldo, il contenitore della scena, il luogo intimo, casalingo e addomesticato del “focolare”; non vi è, per tale motivo, alcun riferimento ad un luogo preciso, ad una città o ad una geografia, perché non serve a quella storia che si svolge all’interno del ventre di donna; un luogo sentimentale, di protezione, in cui avviene il nutrimento atavico che alimenta i legami. In questa selezione di dipinti, un ulteriore topos è costituito dalla “lettura”, che affianca e lega ancor di più i protagonisti della scena. La “lettura” è dentro la poetica di Nancy come un sottofondo e non è quasi mai una attività personale: viene sentita come azione collettiva, quasi corale, che interessa il singolo come parte del sociale che “vuole condividersi con lui”. Il libro, nel mondo della pittrice, è un oggetto che viene fruito per viaggiare e incontrare l’altro. Le parole scritte evaporano anch’esse nel bianco, proprio come i luoghi reali. Personaggi trovano così un varco per nascere, per venire fuori: per divenire anch’essi ricordi di esseri vivi tra le pagine scritte, proprio come i fiori recisi e schiacciati diventano segnalibri fossili in luogo della vanitas.

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