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8 luglio 1960: per il Centro Studi Pio La Torre da non dimenticare

L'8 luglio 1960? Un giorno per fare memoria, ma anche una data funesta per la nostra democrazia, che ha visto cadere sul campo 4 tra lavoratori e cittadini, uccisi dalle forze dell’ordine. Il ricordo del Centro Studi Pio la Torre

di Redazione

Il Centro Studi Pio la Torre parteciperà alla manifestazione indetta lunedì 8 luglio dalla Cgil, dalla Fillea e dall’Anpi in ricordo del 8 luglio 1960, quando 4 tra lavoratori e cittadini furono uccisi per effetto delle cariche delle forze dell’ordine e dei numerosi colpi di pistola.

L’appuntamento sarà alle ore 8.30 a piazza Verdi da dove partirà il corteo per via Maqueda, fino all’angolo con via del Celso, per la deposizione di una corona di fiori sotto la lapide che ricorda le vittime. Corteo al quale parteciperanno associazioni come Anpi, Arci, studenti e studentesse, collettivi studenteschi, oltre a una rappresentanza dell’amministrazione comunale.  

“Diritti, Costituzione, lavoro” è il tema scelto quest’anno da Fillea, Cgil e Anpi per commemorare il 64° anniversario dei fatti di Palermo dell’8 luglio 1960, quando la città fu protagonista della rivolta popolare contro il governo Tambroni. Quell’8 luglio, lo sciopero indetto dalla Cgil fu interrotto dalle cariche delle forze di polizia.

Morirono Giuseppe Malleo di 16 anni, raggiunto al torace da una pallottola di moschetto e caddero poco dopo Andrea Cangitano di 14 anni, ucciso a colpi di mitra e Francesco Vella, operaio edile di 42 anni. La quarta vittima fu Rosa La Barbera, di 53 anni, raggiunta mentre chiudeva la finestra di casa da uno dei colpi sparati all’impazzata sui manifestanti.

«L’8 luglio è da sempre il giorno della memoria e del ricordo – è il pensiero del Centro Studi Pio La Torre affidato al suo presidente, Emilio Miceli – e, insieme, un giorno funesto della democrazia italiana. Si sparò contro chi lavorava e si colpì volutamente. Il sindacato seppe arginare e contenere gli effetti di quella giornata d i lavoratori furono, negli anni a venire, il pilastro della fragile democrazia italiana. È giusto ricordare quella giornata ed è giusto partecipare. Noi, come ogni anno, ci saremo».

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