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Licata oltre Licata

di Redazione

 

Grande successo della prima al  Biondo Stabile di “La Fame/ La Peste”, un distico di Salvo Licata riletto in maniera originale da Luca D’Angelo

di Pippo La Barba           Fame_Peste_Pupella

Mercoledì 13 al Teatro Biondo di Palermo  ha avuto luogo la prima dello spettacolo “La Fame/ La Peste”, che sarà replicato sino a domenica 17.

In questa nuova versione delle due opere del drammaturgo Salvo Licata, per l’occasione accorpate in un distico, il regista Luca D’Angelo ha saputo rileggere i due testi andando oltre lo spirito dell’autore, con significativi richiami per “La Fame” a reminiscenze beckettiane; per “La Peste” invece ha mantenuto l’intensità tipica della drammaturgia di Licata aggiungendovi un epilogo di forte denunzia civile su temi legati all’attualità.

Va dato merito a Luca D’Angelo di avere saputo trarre con un efficace lavoro di scavo un eccellente distillato dai quattro attori protagonisti delle due opere.

Nella “Fame” una grandissima Stefania Blandeburgo interpreta con tempi perfetti la difficilissima parte del sordomuto, richiamando alla memoria l’ “Atto senza parole” di Samuel Beckett, mentre i due strampalati personaggi Ciociò e Prurè, impersonati rispettivamente da Salvo Piparo e Gino Carista, non scadono mai nella farsa. Misurato e aderente al testo di Licata Mario Pupella nella veste della “zia Clotilde”.

La seconda parte dello spettacolo, incentrato su “La Peste”, restituisce l’intensità e il vigore della drammaturgia di Salvo Licata, con un epilogo veramente forte di denunzia civile recitato da uno straordinario Salvo Piparo.

Le scene di Rudy Laurinavicius sono molto semplici nella prima opera e riflettono con grande efficacia l’atmosfera mortifera nella seconda. Ottime le luci di Davide Riili e le musiche di Costanza Licata, eseguite con bravura al pianoforte da Irene Maria Salerno.

 

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