Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Augusto De Luca, la fotografia come strumento di comunicazione

Raccontiamo un fotografo, Augusto De Luca, che ha ritratto tantissimi personaggi illustri e che rivive con noi l'emozione di aver fotografato Carla Fracci. La fotografia ferma sensazioni infinite in uno scatto (tutte le foto sono state gentilmente concesse da Augusto De Luca)

di Clara Di Palermo

Ci imbattiamo per caso in alcune foto di Augusto De Luca, un vero artista dell’immagine con un animo da musicista. Sono foto in bianco e nero in cui è ritratta Carla Fracci, indiscussa prima donna della danza, nell’atrio di un antico palazzo a Napoli. Immagini insolite che ci hanno incuriosito e spinto a chiedere ad Augusto De Luca di rispondere ad alcune domande. Ci sono sempre piaciute le foto in bianco e nero, sembra che vogliano comunicare sottovoce, quasi a chiedere di osservare bene per trovare dettagli e sensazioni.

Simpatico, molto disponibile e comunicativo, classe 1955, è un fotografo performer che vanta una lunga carriera nel corso della quale ha ritratto numerosi personaggi celebri. Studi classici, laureato in giurisprudenza. È diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici.
Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).

Cosa ricorda dell’esperienza di ritrarre Carla Fracci?
“Sono passati diversi anni, ma ricordo ancora perfettamente quell’incontro, la memoria di quel momento che per me fu magico resterà per sempre. Erano i primi anni novanta, più precisamente il 1991 e da poco era uscito in tutte le librerie il libro Napoli Donna, con i miei ritratti di trentasette importanti donne napoletane. Le foto erano corredate dalle interviste della giornalista Giuliana Gargiulo. Ottenemmo un notevole riscontro, al punto che io e Giuliana decidemmo di realizzare un altro libro, puntando stavolta sulle donne di Milano.  Questo nuovo libro, però, non fu mai pubblicato. Ci dedicammo, quindi, a redigere un elenco di nomi illustri e la prima della lista era Carla Fracci. Il caso volle che dopo neanche un mese la stupenda ballerina, insieme con il marito Beppe Menegatti, venne a Napoli. E ancora il caso volle che venissero ospitati proprio da Giuliana. Conobbi la Fracci ad una cena proprio in casa sua e le proposi di partecipare al progetto. Ne fu subito entusiasta. Era andato tutto bene… però c’era una variabile non trascurabile: la Fracci sarebbe rimasta a Napoli pochi giorni per cui io dovevo subito trovare una location e soprattutto decidere come fotografarla”.

La ricerca del luogo adatto al set fotografico

“Cominciai allora a documentarmi e a cercare – aggiunge De Luca -, quando appresi che il suo segno zodiacale era il leone e mi ricordai allora che a casa della mia amica Valeria Carità, in un antico palazzo a Monte di Dio, avevo visto un grande leone di pietra. Immediatamente organizzai tutto e il giorno dopo io e la Fracci ci recammo in quella lussuosa casa. Lei era bellissima, delicata ed eterea come una porcellana cinese e indossò lo stupendo vestito merlettato che si vede nella foto. Dopo qualche prova e pochi scatti mi resi conto che avevo la foto giusta. Passammo un po’ di tempo a chiacchierare e poi la riaccompagnai. La rividi a Milano perché venne ad una mia mostra fotografica al Diaframma in via Brera. Le diedi il suo ritratto e lei subito mi disse: “bella, e poi il leone è il mio segno zodiacale”. Ebbi la netta sensazione di aver fatto centro.
Io ho incontrato e ritratto moltissimi personaggi illustri, ma le immagini del mio incontro con la Fracci rappresentano sicuramente uno dei momenti più intensi della mia carriera di fotografo. Ho sempre avuto un debole per questa straordinaria étoile. La sua grazia e perfezione mi hanno sempre affascinato. In giro ci sono innumerevoli sue foto, ma questa con il leone di pietra è sicuramente un unicum, uno dei rari ritratti dove lei non è in posa di danza: è quasi un’immagine simbolica”.

Dalla giurisprudenza alla fotografia, passando per la musica: modi diversi per comunicare e oggi sono cambiati anche gli strumenti: cosa ha tolto e cosa ha, caso mai, aggiunto il digitale? E cosa pensa delle foto scattate dagli smartphone?
“Nel 1996 incontrai Ennio Morricone perché scrisse una poesia in un mio libro fotografico sulla città eterna: “Roma nostra”, libro con il quale insieme ricevemmo il premio Città di Roma.
Quando vide le mie foto disse: “sai, ho capito subito che sei anche un musicista perché le tue fotografie hanno un ritmo compositivo musicale, che appartiene a chi è sensibile all’armonia dei suoni”.
Questo mi fece capire che la musica probabilmente mi aveva aiutato molto nella composizione dell’immagine, nella ricerca, nella creatività. Quindi credo che questi miei diversi modi di comunicare interagiscano tra loro, talvolta combinandosi e aiutandosi scambievolmente: sono anime che non si eliminano l’un l’altra, ma si alternano nella mia vita. Ci può essere un periodo in cui prevale il musicista, uno in cui prevale il collezionista d’arte, uno il fotografo, e così via”. 

De Luca con Ennio Morricone

“Ho sempre avuto comunque dentro di me il germe dell’uomo madre – prosegue De Luca, la creatività mi ha sempre accompagnato e desidero scoprire come si manifesta nelle diverse circostanze.
Per quanto riguarda il digitale, all’inizio non lo accettavo anche perché non lo conoscevo. Avevo quasi paura di utilizzare nuove e sofisticate apparecchiature. Successivamente ho capito che invece è straordinario…rende tutto più veloce e preciso e se hai avuto anche esperienza di camera oscura, questo ti dà una marcia in più nella post-produzione dell’immagine al computer. Con il photoshop puoi schiarire e scurire parti dell’immagine esattamente come facevi prima, adoperando le mani sotto l’ingranditore. Adesso basta un semplice click del mouse. Gli smartphone oramai sono super tecnologici e riescono a fare ottime immagini, ma sicuramente non hanno un target professionale”.


Le piacciono di più le foto a colori o quelle in bianco e nero?
“A differenza di molti fotografi ho iniziato con il colore per poi passare al bianco e nero, ribaltandone le possibilità espressive. Infatti ho utilizzato il colore per evidenziare e sottolineare non il realismo della scena ma, con tagli inediti, strutture astratte e metafisiche. Con il bianco e nero ho rappresentato, invece, la realtà, fotografando diverse città e ritraendo molti personaggi famosi. In poche parole ho esaltato ed eliminato alcune caratteristiche di ciascuna modalità espressiva. Con il colore ho esaltato, dato valenza espressiva ed importanza alla sua peculiarità primaria: il cromatismo. Con il bianco e nero, al contrario, ho esaltato le forme, le linee dei soggetti, dandone una lettura più essenziale ed irreale, per un’interpretazione più trascendentale che facesse sognare ed immaginare il fruitore. Oggi lavoro con il bianco e nero ma…del doman non v’è certezza”.

Augusto De Luca ha un desiderio da realizzare?


Ci racconta di una foto che avrebbe voluto scattare o di un personaggio che avrebbe voluto ritrarre e che non le è riuscito di fare?
“Sicuramente mi sarebbe piaciuto ritrarre Totò, un personaggio unico, con un talento irripetibile, un uomo che si faceva amare. Il mio sogno nel cassetto però è senza alcun dubbio ritrarre il Santo Padre. Per la sua età e per la salute non è cosa facile, però è un mio grande desiderio che spero prima o poi di realizzare”.


È più importante una buona tecnica o un bel soggetto da fotografare?
“È importante la tecnica e credo che la si acquisisca e affini soprattutto con l’esperienza, poi, ogni soggetto può diventare fotogenico se fotografato con la luce e l’inquadratura giusta. Personalmente credo però che più di tutto sia fondamentale una grande esperienza visiva. Io mi sento un navigatore o, meglio, un esploratore dell’immenso universo dell’arte. L’artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e l’arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva. Nutro continuamente la mia creatività guardando moltissime immagini e studiando continuamente opere d’arte, soprattutto dipinti, da Giotto in poi. Amo l’arte in tutte le sue forme e non potrei mai farne a meno: è il mio propulsore”.

In realtà avremmo ancora tante domande fa fare ad Augusto De Luca, farci raccontare diversi aneddoti, chiedere di qualche segreto trucco del mestiere… e chissà che non torneremo a fare una nuova chiacchierata.

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