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Love addiction: come ridurre il danno da dipendenza affettiva?

Dall'amore all'ossessione il passo è breve e per questo è importante capire bene il fenomeno per poter dare indicazioni di contrasto a quella che è una vera e propria distorsione delle emozioni.

di Clara Di Palermo

Innamorarsi può portare a una dipendenza affettiva e diventare un problema molto serio dando vita a un amore patologico? La risposta è certamente sì, dato che è conclamato che circa il 5% della popolazione, nel nostro paese, ne è colpito. Ed è uno stato difficilmente “diagnosticato”, anche per la riluttanza del soggetto ad ammetterlo, e quindi anche non sufficientemente censito. È una condizione che troppo spesso sfocia in comportamenti aggressivi e ossessivi, perchè di vera ossessione si può parlare. E ciò che colpisce è apprendere che questo dato del 5% sembra aumentare tra i giovani fino a sfiorare il 20%, con eventi che finiscono tragicamente sulle cronache.

Tra tutti i bisogni di cui l’essere umano richiede per la sua sopravvivenza, del resto, il bisogno di amore si trova fra quelli primari. Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai pensato al fatto che l’amore, esperienza che almeno tutti una volta nella vita abbiamo conosciuto, potesse tramutare in una vera e propria dipendenza ma ad oggi quest’ultima esiste e prende il nome di Love Addiction, conosciuta anche come dipendenza affettiva o semplicemente amore patologico

Una revisione sistematica dal titolo “Love Addiction, Current Diagnostic and Therapeutic Paradigms in Clinical Psychology” pubblicata all’interno della rivista Health Psychology Research e condotta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania e affiliati al CoEHAR ha analizzato gli attuali studi presenti nel panorama scientifico per indagare quelle che potrebbero essere le indicazioni future di diagnosi e specifiche modalità d’intervento per questa potenziale addiction che attualmente non risulta presente in nessuna classificazione nosografica. 

Link allo studiohttps://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10151124/ 

Love addiction e terapie di gruppo

Tra le novità emerse nella revisione scientifica, i ricercatori hanno indicato alcuni aspetti risolutivi per la gestione della dipendenza affettiva. Secondo gli scienziati infatti, la terapia di gruppo risulta essere la più efficace, come indicato da diversi studi.  

La psicologia clinica indica come giusta via d’aiuto per questo genere di dipendenza la terapia di gruppo perché rappresenta la metodologia con la quale, grazie alla presenza dell’altro, un soggetto riconosce le proprie distorsioni cognitivo-emotivo-relazionali guardando con una nuova luce la verità della propria storia personale” – così spiega il prof. Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica del dipartimento di Scienze della Formazione, sezione di Psicologia, dell’Università di Catania. 

La revisione ha permesso di confrontare la love addiction con altri costrutti teorici emersi nello studio, quali: l’influenza degli stili di attaccamento, l’impulsività, il temperamento, la soddisfazione e l’auto-trascendenza. 
In molte circostanze l’amore può creare dipendenza ma questo non significa che tutti sperimentiamo questa sua manifestazione distorta. La vera problematica si presenta con una vera e propria disorganizzazione delle caratteristiche psicologiche e comportamentali di una persona all’interno della coppia.  

La review è stata effettuata attraverso l’utilizzo delle linee guida PRISMA 2020. I ricercatori hanno condotto una ricerca bibliografica da novembre 2021 a luglio 2022 valutando il rischio di bias (i cosiddetti errori di interpretazione) per gli studi inclusi con lo strumento Cochrane risk-of-bias. Sono stati identificati un totale di 102 articoli originali e, tra questi, solo 22 articoli sono stati valutati per l’ammissibilità. 

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