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Riforma delle ex Province in partenza

Riforma delle ex Province. Il governo Schifani approva una nuova legge in merito. Legge che riceve il pieno plauso della Ugl di Catania. Una legge tanto voluta e tanto agognata che, forse, prende l’avvio

di Patrizia Romano

Patrizia Romano

Hanno compiti importanti, nonostante l’esiguità dele risorse.
Hanno la responsabilità della manutenzione di 130.000 chilometri di strade e 30.000 tra ponti, viadotti e gallerie. Sono tenute a garantire la sicurezza di oltre 5 mila edifici, utilizzati come scuole superiori. La maggior parte, il 70 per cento, non dispone di certificazioni antincendio. Oltre il 40 è in zona a rischio sismico. E quasi il 10 per cento, invece è a rischio idrogeologico.
Tutto sulla pelle di 2,6 milioni di ragazzi.
Per non parlare della difesa del territorio e dell’ambiente: altro compito importante di queste strutture.

Ex Province

Stiamo parlando delle ex Province, ben 107 in tutto. Strutture con una lunga storia alle spalle, già riordinate nel 2014 da una legge, la n.56, cosiddetta “riforma Delrio”. Una riforma, che ha profondamente modificato la gestione strategica del territorio nazionale, ma non quello regionale siciliano.
Una riforma che, sin dai primi albori, appariva transitoria, ma che da allora, non si è spostata neppure di un centimetro.
Tante le criticità che ne hanno tardato il riordino. In primo luogo, la mancanza delle risorse economiche necessarie per attuarla in senso compiuto. La riforma degli enti locali introdotta con la legge di quell’anno, in particolare la numero 56 del 2014, che  ha ridefinito l’ordinamento delle Province ed istituito le Città Metropolitane. Infatti, le Province sono state definite proprio come le città metropolitane.
Il sindaco metropolitano coincide con il sindaco del comune capoluogo.

La riforma delle ex Province

La riforma si accompagnava al progetto di riforma costituzionale che prevedeva la soppressione delle province. Venuto meno il quale, si è aperto il dibattito sull’opportunità di un nuovo intervento legislativo.
Da quel momento è stata disposta l’istituzione di un tavolo tecnico-politico, presso la Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata, senza che nulla sia cambiato. Dal 2014 al 2022 si sono tenute almeno venti tornate elettorali provinciali. Tutte conclusasi con un nulla di fatto.

Confusione enorme

Le Province sono morte. Le Province sono rimaste in vita. Insomma, la confusione e il delirio regnano sovrani.
Ci si è diretti verso l’archiviazione della legge Delrio.
Per circa 8 anni, la situazione è stata come in un limbo. Situazione finanziaria al delirio, che ha scombussolato l’assimilazione della stessa riforma.

Si ritorna a parlare di riforme delle ex Province

Adesso, a distanza di anni, si ritorna a parlare di riforma. Riforma delle ex Province, che riceve il plauso della Ugl di Catania al Governo Schifani per l’approvazione della nuova legge. In cui ci si auspica un rapido “sì” dall’Ars con canditati capaci e competenti.
E così, ci si avvia, almeno è ciò che ci si augura, verso la tanto attesa e agognata riforma in tema di governance delle Province e delle Città metropolitane siciliane. Una riforma che viene accolta come un segnale positivo, perché darebbe un assetto definitivo ad una situazione che in 10 anni, circa, non è riuscita ad andare oltre la solita logica della gestione commissariale.

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Una risposta

  1. se gli eletti vengono scelti dai cittadini (con numerosi candidati) – si può pensare che questi devono rendere conto ai loro elettori e quindi possono impegnarsi per il loro territorio- se li sceglie il segretario di partito fra un manipolo di fedeli i quali vengono eletti dai cittadini (abtorto collo) questi sono costretti a rendere conto al segretario di partito – Con le politiche perpretate negli ultimi trenta-quaranta anni cosa si vuole fare a me sembra scontato.

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