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Francesco Grisafi: dalla scuola di Pupella all’esperienza in Provincia

Francesco Grisafi ha avuto sin da piccolo una vera passione per il teatro. Il suo sogno artistico si materializza quando si iscrive alla Scuola di Teatro e Cinema di Mario Pupella, anno d’accademia 2014/2015

di Patrizia Romano

Pippo La Barba

Franesco Grisafi. Inizia a frequentare i corsi, impegnandosi intensamente. Dopo aver superato brillantemente il saggio finale, Francesco Grisafi, giovane attore, inizia la sua carriera artistica con due classici di Pirandello: “L’uomo dal fiore in bocca” e “La Patente”, entrambi per la regia di Mario Pupella. Poi procede con altre opere, dal drammatico al comico, anche nel teatro per bambini e ragazzi, interpretando personaggi dalle caratteristiche più disparate e lavorando con vari registi.

Gli inizi di una carriera sempre in ascesa dell’esordiente Francesco Grisafi

Nel 2017 recita ne “i Malavoglia” di Giovanni Verga, scritto e diretto da Mario Pupella. Sempre nel 2017 “Delirio d’amore” e “La Ballata di Natale” e nel 2018 “Il Segreto di Mr. Banks”, tutti scritti e diretti da Marco Pupella.

Nel 2019

Nel 2019 “La Morsa” di Luigi Pirandello diretto da Antonio Ribisi La Spina e “Teste di Moro” di Lavinia Pupella e Mirko Ingrassia per la regia di Luca D’Angelo. Poi, nel 2019 ha iniziato la tournée della rappresentazione di Cecè di Luigi Pirandello con Mario Pupella e Martina Galione. Invece, 2018 per il cinema il lungometraggio “Amare Amaro”, testo e direzione di Julien Paolini; nel 2019 “Re minore”, sceneggiatura e regia di Giuseppe Ferlito. Nel 2020 il " Cacciatore" e nel 2021 " Makari&quot.

La carriera di Francesce Grisafi nel 2021

L’anno 2021 è la volta di “Il gioco dell’amore e del caso” di Marivaux per la regia di Mario Pupella. Ultimamente si è cimentato anche nel ruolo di regista e ha diretto “La giara” di Pirandello per la compagnia " Il Baglio&quot dei contradaioli di Contrada Piana-Scunchipani di Sciacca.

L’Inchiesta Sicilia – Cosa ti ha realmente spinto verso l’esperienza artistica

Francesco Grisafi -Credo la mia indole poliedrica, il volere sperimentare ambiti diversi e soprattutto la voglia di comunicare agli altri quello che sento.

L’Inchiesta Sicilia Oggi questa tua voglia di sperimentare è sempre la stessa?

Francesco Grisafi – La mia attività non è più immaginabile come una sorta di gioco o una possibile evasione come era all’inizio. Sembra quasi che non sia stato io a scegliere il teatro ma il teatro a scegliere me, infatti è diventato l’attività preponderante.

L’arte del teatro si fonda su una tecnica e deve avere regole ferree o prevale l’inventiva?

Francesco Grisafi –Sì certo, le interpretazioni, per essere efficaci, debbono nascere dalla sperimentazione, altrimenti sono solo accomodamenti. Il Teatro però fondamentalmente è  regola, è rigore e disciplina. Io credo che in ogni attività lavorativa ci siano sempre delle regole da rispettare, ma niente è più rigido e formativo del teatro, quello fatto bene, quasi simile alla vita militare. E’ anche puntualità, precisione, studio intenso. Ma è principalmente creatività.

L’Inchiesta Sicilia – Come vedi oggi l’attività teatrale?

Francesco Grisafi – Sono ottimista. In questo periodo post covid la gente si sta avvicinando al teatro più che prima del covid. Ha voglia di andare a teatro anche per rilassarsi, per incontrare gente, e questo in ogni caso è positivo. Il teatro di intrattenimento non è da buttar via, bisogna fare emergere in ogni caso l’aspetto culturale, perché il teatro è cultura.

L’Inchiesta Sicilia -Recentemente ti sei anche cimentato nella regia

Francesco Grisafi – Ho fatto questa prima esperienza non più sulle tavole del palcoscenico con un gruppo di aspiranti attori non tanto giovani, che mi hanno dato la soddisfazione di costruire uno spettacolo che ha avuto consensi.

L’Inchiesta Sicilia – Per questa esperienza Francesco Grisafi ha operato in provincia. Che cosa c’è di diverso rispetto all’attività svolta in città?

Francesco Grisafi – Ho trovato indubbiamente un terreno vergine, un gruppo di persone che avvicinandosi per la prima volta al teatro danno il meglio di se stessi. Quindi difficile fare un paragone, comunque credo che in città si abbia una coscienza più professionale che purtroppo qualche volta smorza il piacere  della scoperta. Chissà forse in provincia c’è anche un più grande bisogno di sognare.

L’Inchiesta Sicilia – Tu hai fatto esclusivamente teatro privato. Che differenze ci sono tra teatro pubblico e privato?

Francesco Grisafi -Nel teatro privato ci sono grandi talenti che spesso non affiorano. Nomi che restano nell’anonimato pur essendo potenzialmente dei grandi professionisti. I teatri privati non sono adeguatamente supportati. I mezzi, anche economici, sono purtroppo limitati. Non ci si possono permettere scenografie adeguate, che in campo teatrale sono essenziali, e anche per gli allestimenti e l’organizzazione spesso manca personale specializzato, vige il fai da te.

L’Inchiesta Sicilia – Cosa riserva il futuro per Francesco Grisafi?

Francesco Grisafi – L’attività di regia seguirà anche per altri due spettacoli a Sciacca. Grazie all’entusiasmo di questi “giovani attori” proseguirò la bella esperienza di regia fatta con un altro spettacolo per la stessa compagnia, un’altra che sta nascendo adesso mi ha convocato per dirigere il primo spettacolo.

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Una risposta

  1. Interessante, si capisce che Grisafi ha ritrovato se stesso e dice delle verità essenziali per capire e fare teatro.
    Pippo La Barba, con queste interviste, individua dei talenti che vanno sostenuti
    Grazie Pippo

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