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La Sicilia dei Miracoli al Museo delle marionette

C'è tempo fino al prossimo 9 novembre per ammirare la singolare e interessante mostra che raccoglie 20 ex-voto, opere devozionali provenienti da Altavilla Milicia e da Catania

di Clara Di Palermo

Il Museo delle Marionette ci regala un’altro momento di particolare interesse e rievocazione delle nostre tradizioni. Sarà infatti possibile, ancora fino al 9 novembre, al Museo Pasqualino, ammirare la mostra  La Sicilia dei miracoli, un affascinante percorso in 20 tappe che ha arricchito la manifestazione iDesign. Venti immagini che raccontano altrettante storie di vita, di speranza, di desideri esauditi.

La mostra – realizzata dal Museo delle Marionette e da BCsicilia Catania, con  il supporto della Soprintendenza e dell’Asp di Catania e della chiesa della Madonna della Milicia – ospita infatti 10 preziose opere provenienti dal santuario di Altavilla e altrettante messe a disposizione dalla Soprintendenza di Catania.

Opere devozionali al Museo delle Marionette

Raccontano storie a lieto fine ma con un inizio colmo di angoscia e disperazione, questi quadri devozionali commissionati da chi, guarito da una malattia o scampato a un pericolo, decide di ringraziare la Madonna o i santi cui ha chiesto aiuto. E loro sono accorsi nello squallore degli ospedali, nelle stanze da letto, in soccorso di tisici, di bambini in pericolo, perfino di chi è stato investito da un carretto. E che ora ringrazia, con tanto di nome e di data, commissionando attraverso queste opere una rappresentazione dell’angoscia ormai passata, ma fissata per sempre con colori decisi con una grande forza espressiva.

“Gli ex-voto hanno in sé una forte carica di significato e di emozione non solo per la forza di una pittura fortemente realistica, ma anche per il messaggio che veicolano. C’è però un altro aspetto che in questa mostra viene sottolineato. Le opere raffigurano anche pezzi di arredamento del passato e ci dicono molto dei luoghi in cui si viveva. Sono istantanee di storia – afferma il direttore del Museo Pasqualino, Rosario Perricone – che abbiamo ritenuto rilevante riscoprire nell’ambito del progetto iDesign”.

Gli ex-voto, tra storia e fede

“Gli ex voto raccontano lo stretto rapporto tra cielo e terra, tra fede e storia, tra trascendente e umano, attraverso le tante scene di pietà impresse nelle tavolette dipinte. E l’ex voto – dice Alfonso Lo Cascio, presidente regionale di BCsicilia –  è l’attestazione dello sventato pericolo, del divino che interviene nelle vicende quotidiane della singola persona. Ma le tavolette votive sono anche un formidabile strumento per ripercorrere la microstoria di un territorio e coglierne le trasformazioni partendo dalla vita vissuta dei tanti protagonisti. Per questo motivo, gli ex voto dipinti devono essere conservati, protetti, studiati, valorizzati, perché permettono di dipanare la storia della comunità partendo dal basso, di ricostruire nuovi percorsi di memoria e offrire ancora una volta motivi di fiducia e di speranza”.

“Il tema degli ex-voto e l’arte ad essi legata – commenta la presidente di BCsicilia Catania, Maria Teresa Di Blasi –  sta riscuotendo molta attenzione non solo in Sicilia, ma anche in ambito nazionale. Il percorso prosegue anche con questa mostra ospitata dal Museo Pasqualino, in una dinamica di valorizzazione continua di queste particolarissime testimonianze”.

“Il museo degli ex-voto del santuario della Madonna della Milicia è uno scrigno che racchiude l’espressione viva della devozione popolare per la Madonna nel XIX e XX secolo. Di particolare interesse religioso e antropologico – osserva padre Salvatore Priola, rettore del Santuario della Madonna della Milicia – questi ex-voto sono dipinti in genere su latta ricavata da scatole di sardine da pittore di carretti siciliani operanti nel territorio palermitano. Narrano le difficoltà dei devoti e la fede nell’intervento salvifico della Madonna. Ma da essi è inoltre possibile scorrere come in un documentario i cambiamenti dei costumi, dei paesaggi, dei mezzi di lavoro e di trasporto, in particolare del carretto, a partire dalla prima metà dell’800 sino ai giorni nostri”.

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