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25 Aprile 1946, per non dimenticare

Per tutti il 25 aprile 1946 è un giorno di festa nazionale, segnato in rosso sul calendario. Ma in pochi, dai settant’anni in giù, conoscono i contenuti della ricorrenza

di Redazione

25 Aprile 1946. Per tutti il 25 aprile è un giorno di festa nazionale, segnato in rosso sul calendario. Ma in pochi, dai settant’anni in giù, conoscono i contenuti della ricorrenza.
Negli anni, il 25 Aprile 1946 è diventata sempre più l’occasione per un sano divertimento all’aperto. E dopo i lunghi mesi freddi, trascorsi in casa, una giornata all’insegna dell’aria aperta, è un diritto sacro santo. A maggior ragione, dopo i due anni anni di reclusione a causa della pandemia,
Però, se tra passeggiate e grigliate all’aperto e riunioni tra amici, rinfrescassimo la memoria sul vero significato di questa ricorrenza, forse daremmo un senso in più allo stesso divertimento.
Ricordiamo, quindi, brevemente i fatti dai quali scaturisce la festa nazionale.

Il 25 aprile del 1946

Il 25 aprile viene dichiarata festa nazionale il 22 aprile del 1946. Giorno in cui, il principe Umberto II, luogotenente del Regno d’Italia, su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, emana un decreto legislativo luogotenenziale. Decreto, che recita: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. 

La festa viene istituzionalizzata nel 1949

La ricorrenza è celebrata anche nei tre anni successivi, ma soltanto nel ‘49, è istituzionalizzata definitivamente come festa.
Da allora, ogni anno, in tutte le città italiane vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento.

La storia

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclama l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. E ordina a tutte le forze partigiane di attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa. Questo, ci piace sottolinearlo, avviene giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Contestualmente, il Comitato, attraverso una serie di decreti legislativi, assume il potere in nome del popolo italiano. Inoltre, stabilisce la condanna a morte di tutti i gerarchi fascisti. Primo tra tutti, Benito Mussolini, raggiunto qualche giorno dopo e fucilato.

L’Italia liberata dall’oppressione

Entro il primo maggio, tutta l’Italia settentrionale è liberata dall’oppressione nazifascista.
La Liberazione mette la parola fine ai vent’anni di dittatura più duri della storia del popolo italiano e ai cinque anni di guerra.
In realtà, la data del 25 aprile,1946 simbolicamente, rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza. Nonché, l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti.

Alla liberazione, seguono fatti di grande rilievo per l’Italia

Da questo importantissimo traguardo, che cambia radicalmente il volto del nostro Paese, seguirà una serie di tappe di grande rilievo. Il referendum, del 2 giugno 1946, in cui l’elettorato italiano è chiamato per decidere tra monarchia e repubblica. La nascita della Repubblica italiana. E la stesura definitiva della Costituzione.

Il giorno della liberazione per altri Paesi

Anche altri paesi europei ricordano la fine dall’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale. Olanda e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. Anche l’Etiopia festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, anche se in quel caso si tratta della fine dell’occupazione italiana (avvenuta nel 1941).

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