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La rivista di grafologia Stilus studia la calligrafia dell’artista Mario Vespasiani

Dopo aver analizzato la scrittura dei grandi maestri dell’arte da Van Gogh a Kandinskij, da Frida Kahlo a Klee, la celebre rivista di grafologia Stilus dedica un ritratto grafologico di otto pagine all’artista italiano

di Redazione

La rivista di grafologia Stilus. Nella scena artistica contemporanea Mario Vespasiani occupa una posizione d’avanguardia. Una posizione che acquisisce per via della sua evoluzione tecnica, ma soprattutto per una ricchissima narrativa simbolica, che ha sviscerato nel corso degli anni.
Tra gli artisti più interessanti della sua generazione, ha fatto propria un’estetica camaleontica. Quell’estetica che si è distinta per l’abilità di rinnovarsi progressivamente e per l’ampiezza dei contenuti.
Tutte le sue mostre sono state studiate e documentate non solo da critici d’arte, ma anche da esperti di varie discipline. I suoi temi sondano i misteri dell’uomo, le grandi domande universali. Dagli abissi marini, per rappresentare al tema dell’inconscio, ai cieli stellati per descrivere l’Empireo poetico di Dante Alighieri. Dal nudo femminile elaborato nella pittura cinese ad inchiostro, fino alle opere monumentali che sfiorano i 10 metri di lunghezza. Ogni ciclo pittorico riesce a dare conferma della complessità stratificata dell’autore.


La ricerca di nuove soluzioni

Perfino nell’ultimo biennio, segnato dall’emergenza sanitaria, che ha fatalmente azzerato praticamente tutte le attività culturali, l’artista ha incrementato la ricerca di nuove soluzioni. Lo ha fatto, sperimentando temi, allestimenti e materiali impensati. Ci è riuscito, cimentandosi perfino con il cinema nel ruolo di regista nel film visionario “Le nove oscurità degli inferi”. Ha ambientato le opere della serie DARKNIGHTS non in spazi istituzionali, bensì nei boschi. Tutto ciò, per richiamare il contatto con le forze visibili e invisibili della natura. Ma anche con la parte più intima di ciascuno di noi, lontana dal brusio dell’apparire e dal mercato.


Un documentario TV

È in uscita la seconda parte del documentario TV dedicato al suo lavoro diretto da Evelin Bargiacchi, che nello scorso anno ha approfondito l’aspetto generale della sua ricerca. In mostra a Forte dei Marmi in Toscana, nella collettiva WOW curata da Alessio Musella, che stimando l’abilità tecnica dell’artista, gli ha commissionato un ritratto di Andy Warhol. Un’opera che prosegue idealmente la serie esposta presso l’Archivio di Stato di Pesaro, curata da Cecilia Casadei, nella quale furono immortalati dal suo pennello i grandi uomini della cultura scomparsi nel 2020. Con la recentissima serie M-ETHEREUM a cavallo del 2022 ha indagato invece la profondità dello spazio siderale, intesa come una necessaria evoluzione di coscienza.


La sua calligrafia oggetto di studio

Ma la notizia che certifica ancora una volta l’importanza dell’artista è che la sua calligrafia è stata oggetto di studio da parte degli esperti della rivista di grafologia Stilus percorsi di comunicazione scritta”. Tanto che nel numero 42 del 2022 hanno voluto dedicare uno speciale approfondimento di otto pagine. Ben 8 pagine per conoscere meglio una personalità che se pur eclettica, vivace dal vero e sui social, ha sempre scelto la riservatezza.

Attraverso le interviste e i ritratti

Attraverso l’intervista appassionata di Daniela Serrati grafologa e presidente di ArigrafMilano e l’acuto ritratto di Elena Manetti, presidente emerito nazionale di Arigraf è stato aggiunto un ulteriore tassello nella carriera di un artista. Ma un artista, che viene umanamente descritto contiguo ai temi delle sue opere. Lavori, che riflettono un giovane uomo coraggioso, profondo e luminoso. Essere attenzionato dalla prestigiosa rivista di grafologia Stilus è stato importante. Si tratta, infatti, di un riconoscimento notevole per Vespasiani. Sia per il risultato dello studio sia per l’attenzione suscitata. Considerando che in passato la rivista aveva analizzato maestri dell’arte del calibro di Van Gogh, Kandinskij, Frida Kahlo e Klee.


La rivista Stilus

La rivista di grafologia Stilus nasce nel 2006 ed è semestrale. Il nome “Stilus, percorsi di comunicazione scritta” deriva dalla penna in avorio o in metallo. Penna, che usavano gli antichi romani per scrivere sulle tavolette di cera. E, in effetti, in tutte le lingue indoeuropee, il termine “scrivere” significa graffiare, incidere. In un secondo tempo, si connette all’idea di creare artisticamente, tracciando segni. Lo scopo della rivista è appunto quello di rivalutare l’espressione scritta come “solco” traccia indelebile e traccia visibile. Ma anche come immagine quasi pittorica e artistica. Il gesto grafico ci fa comprendere i muti dialoghi emozionali di chi scrive. E l spazi


La scrittura come immagine collettiva

Ma la scrittura è anche un’immagine collettiva, e saper riconoscere e interpretare i mutamenti delle forme della scrittura, permette di capire le dinamiche che motivano il singolo e il gruppo verso un modello inconsapevolmente accettato e condiviso. La rivista, con sempre maggiore successo, ha affrontato in questi anni temi attualissimi, come la genitorialità omosessuale, il bullismo, la comunicazione pubblicitaria, ma ha intenti anche di formazione nell’affrontare il problema della disgrafia nei ragazzi, o di aggiornamento nella perizia giudiziaria. Sono presenti spesso approfondimenti culturali, psicologici o criminologici proposti da firme di prestigio.

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