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Banche e lavoratori del credito alleati dei cittadini

Banche e lavoratori del credito devono porsi come alleati dei cittadini e del Paese per la ripresa, soprattutto dopo l’emergenza Covid. Bisogna recuperare la funzione di supporto delle comunità e riconquistare la fiducia

di Redazione

Banche e lavoratori del credito. Il sistema bancario vive in uno stato di grande sofferenza. In particolare, su un territorio molto vasto come quello di Messina. Un territorio dove c’è stato un grande sforzo dei lavoratori soprattutto durante la crisi pandemica.

Bisogna restituire le banche e i lavoratori del credito ai cittadini e al territorio. Offrendo ad entrambi una serie di vantaggi fiscali per gli investimenti stabili nel capitale delle banche. Inoltre, pensando un’esenzione fiscale e contributiva per i redditi da lavoro. Ma anche, istituendo un vincolo per tutte le banche alla costituzione di un voting trust dei piccoli azionisti. Uno strumento, che abbia lo scopo di esercitare il voto nelle assemblee in base a obiettivi di carattere sociale (tutela del territorio, dell’occupazione, del risparmio dei piccoli azionisti e politiche creditizie per la piccola e media impresa).

Cassaforte del risparmio

«Le banche e i lavoratori del credito devono tornare ad essere la cassaforte del risparmio degli italiani. Il terreno fertile su cui far crescere le risorse del Paese. Non devono solo comprare o vendere denaro, ma fiducia. Proprio quella fiducia che, soprattutto negli ultimi anni, è stata tradita». E’ quanto afferma il segretario generale della First Cisl, Antonio Spignolo. I lavoratori dovrebbero essere liberi dalle pressioni commerciali. Dovrebbero essere istituiti progetti che possano coniugare le aspettative della conciliazione vita- lavoro. Assieme a nuove politiche sociali sostenibili e sistemi salariali equi. Nonché un clima aziendale rinnovato con meno e continui cervellotici piani industriali e riorganizzazioni aziendali.

Passaggio anche sul ruolo degli istituti di credito negli   ultimi due anni caratterizzati dall’emergenza Covid. «La crisi pandemica – riprende Antonio Spignolo – ha dimostrato l’importanza delle banche per l’economia italiana e quanto siano essenziali per una crescita inclusiva e sostenibile».


Desertificazione dei territori

Sul territorio di Messina, gli ultimi anni sono stati segnati da desertificazione dei territori, con gravi danni per le piccole imprese e le fasce più fragili della popolazione. Tutto ciò con la polarizzazione del business sulla gestione dei grandi patrimoni e minore spazio alle piccole imprese. Bisogna immaginare un modello di biodiversità bancaria che vada a favorire anche le aree più svantaggiate del Paese.
Il report di First Cisl sullo stato di salute dei conti delle prime cinque banche italiane, invece, ha messo in risalto come la forte ripresa dell’economia quest’anno e negli anni successivi potrebbe consentire di contenere i costi e di conseguenza delle relative svalutazioni poste a carico dei   conti economici delle aziende, permettendo alle banche di   beneficiare ulteriormente della redditività della gestione.


Le condizioni economico- patrimoniali

Ci sono, quindi, le condizioni economico- patrimoniali affinché i maggiori gruppi bancari possano   sostenere un aumento dei finanziamenti alle imprese. Ma i nuovi tagli alle reti delle banche sui territori vanno invece in senso contrario a questo obiettivo. Riducendo, così, la capacità di cogliere i frutti di un quadro economico decisamente favorevole. Ma anche la possibilità per il sistema bancario di contribuire a realizzare gli stessi obiettivi. Tra questi, il rilancio delle economie locali più in difficoltà, specie quelle del Mezzogiorno. Il lavoro del Sindacato deve contribuire a riportare le banche al servizio per lo sviluppo economico sostenibile, del risparmio, degli investimenti, del lavoro, della professionalità.


Le banche e le aziende del credito

“Le banche e le aziende del credito – ha aggiunto il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi – sono e diventeranno ancora più strategici per il territorio. Ma serve un piano che dia supporto a famiglie, aziende, artigiani, che non guardi solo alla speculazione economica ma ragionando in funzione sociale”.

I lavoratori bancari saranno cruciali per il futuro, ma bisogna evitare quella desertificazione a cui stiamo assistendo. Integrando gli uffici e potenziando il personale, perché la fotografia dell’abbandono è sotto gli occhi di tutti.

Cosa fare di fronte alla chiusura degli uffici periferici

La chiusura degli uffici periferici e l’utilizzo eccessivo del digitale toglie un punto di riferimento ai clienti, alle aziende. Su questo occorre politica generale riorganizzazione del territorio. Serve che le banche tornino a quella funzione di prossimità e supporto delle comunità.

Bisogna riaffermare il ruolo preminente ed importante delle banche. Serve un sistema forte che concili gli aspetti tradizionali della vecchia banca con l’innovazione alla luce di quello che porterà il Pnrr con il suo flusso economico che dovrà essere gestito.

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