Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Perché la violenza è contro le donne?

Tra le violazioni dei diritti umani, la violenza contro le donne donne è tra le più complesse. La sua manifestazione è duplice, perché tocca sia la sfera fisica sia la sfera psicologica. In molti casi, sono le persone più vicine alle vittime a commetterla. Per tenere viva l’attenzione sul tema della violenza di genere, nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una data non casuale, la cui scelta deriva da un grave evento avvenuto 60 anni fa e che vede coinvolte tre sorelle, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal. Tre attiviste politiche, uccise a causa delle loro idee. Con questa giornata si rinnova l’invito ai governi e alle organizzazioni internazionali a cogliere quest’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ad un tema che diventa sempre più allarmante. L’Inchiesta Sicilia ha voluto cogliere il parere di quella categoria che ogni giorno accoglie il grido di dolore di decine, centinaia, migliaia di donne mortificate nel proprio “genere”. Stiamo parlando dello psicoterapeuta. Una figura sempre presente accanto alle donne. Ancora di più, durante la pandemia e, dunque, durante i vari lockdown, in cui la violenza tra le mura domestiche si è acuita. Abbiamo chiesto l’autorevole opinione dell’ordine degli psicologi della Sicilia, che ha parlato attraverso la dottoressa Vania Blanco, psicologa, psicoterapeuta e consigliere dell'Ordine, che ha tracciato un quadro sintomatico del fenomeno.

di Redazione


A cura di Vania Blanco, psicologa, psicoterapeuta e consigliere dell’Ordine degli psicologi della Sicilia

La violenza contro le donne è un fenomeno difficilmente quantificabile in quanto si manifesta in una vasta gamma di comportamenti ed atteggiamenti che non sempre è facile in primis riconoscere e quindi rilevare.
Tra i dati più indicativi del fenomeno vi sono il numero delle denunce alle Forze dell’ordine o il numero delle vittime. I dati statistici in proposito indicano purtroppo un grande aumento negli ultimi anni di donne che denunciano maltrattamenti e/o violenze e di omicidi compiuti da parte di ex partner, partner o familiari.


Quanto hanno influito la pandemia e i relativi lockdown

Certamente, riguardo alla crescita del fenomeno, la pandemia e i relativi lockdown hanno notevolmente contribuito dal momento che la violenza contro le donne è molto spesso agita in una dimensione domestica e privata. Proprio in tal senso, infatti, il fenomeno è difficilmente quantificabile: oltre ai casi denunciati o rilevati dalla cronaca nera, vi è una grande quota di sommerso che viene alimentato sia da aspetti socio-culturali che da caratteristiche patologiche delle relazioni private.


La famiglia teatro di dinamiche disfunzionali

La famiglia che è per antonomasia il luogo sicuro e protetto, molto spesso si rileva invece teatro privato di dinamiche disfunzionali che vedono donne sottomesse e dipendenti da uomini maltrattanti, coppie fortemente incastrate in un legame vincolante vittima-carnefice da cui è molto difficile uscire.
Tale genere di violenza non è agita solo con le percosse o con l’omicidio, ma è perpetrata in maniera più subdola ed invisibile attraverso la negazione della parità dei diritti, attraverso una suddivisione rigida e primitiva dei ruoli del maschile e del femminile, attraverso uno squilibrio di potere che molto spesso trova campo fertile nella cultura diffusa.

Violenza psicologica

Accade allora che una donna vittima di violenza non riesca a trovare il giusto supporto nella propria sfera familiare o sociale di riferimento per imparare a proteggere sé stessa e salvarsi. Le donne vittime di violenza non sono, allora, solo quelle uccise o malmenate, sono tutte quelle donne che ogni giorno vengono umiliate, sminuite, costrette, mortificate nel silenzio e che, seppur disperate, non riescono a trovare una strada per venirne fuori.

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