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San Bernardo e la storia del convento dei Cappuccini

L'antropologo corleonese Leoluca Cascio nel libro “Tra le righe e le corde. La chiesa dei Cappuccini di Corleone. I resti mortali di San Bernardo”, edito da Plumelia, descrive analiticamente la storia della chiesa e del convento, luogo topico indissolubilmente legato alla vita del Santo e oggi purtroppo ridotto a uno scheletro

di Pippo La Barba

In questo luogo San Bernardo trascorse la prima parte dell’esperienza monastica. Esattamente, dopo che nel 1626 si era rifugiato in incognito nel convento dei Cappuccini di Palermo a seguito del ferimento di un uomo in duello. Quindi Filippo Latino (questo il suo nome secolare) aveva preso i voti per riscattare un passato impetuoso e turbolento. Verrà dichiarato Beato nell’anno 1768.

La storia del convento dei Cappuccini

La storia del convento dei Cappuccini a Corleone è molto travagliata. E si lega al percorso di questa Comunità monastica. Il primo insediamento nei dintorni della città viene fatto risalire all’anno 1528, quando il nuovo Ordine dei Frati Minori Cappuccini si stabilisce nel territorio.

Presenti tre insediamenti

Dalle cronache cittadine risulta che vi furono ben tre insediamenti in posti diversi. Sempre lontani dal centro abitato. Sino a quando, nel 1640, il pretore e i giurati per avvicinare alla città i frati, che erano ben visti dal popolo, pensarono di far loro abbandonare l’ultimo insediamento in contrada San Marco. Con atto stipulato dal notaio Giovanni Antonio Carbone il Comune di Corleone assegnò ai frati un appezzamento di terreno. Terreno, sito nel centro abitato. Esattamente, nel piano denominato Borgo. Limitrofo alla chiesa di San Vito, al terreno di proprietà del Monastero di Santa Maria Maddalena e alla Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Fatti più recenti

Ritornando ai fatti più recenti, il 12 gennaio del 2001 più di cinquemila corleonesi si recano a Roma. Ciò al fine di partecipare alla cerimonia di santificazione sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. La figura del Beato Bernardo (oggi San Bernardo) ha costituito per secoli un punto di riferimento importante per i corleonesi.

A Corleone la devozione per San Bernardo è forte

Pur non essendo il Patrono della città, che è San Leoluca, la devozione popolare è stata sempre intensa e fervida. A Corleone però di San Bernardo c’è ben poco: solo alcune reliquie custodite nella chiesa, molto più recente, a lui intitolata. Se, come ci auguriamo, a seguito della promessa del Sindaco Nicolò Nicolosi verranno ricostruiti chiesa e convento dei Cappuccini, si creeranno i presupposti per​richiedere al convento dei Cappuccini di Palermo il trasferimento delle spoglie nel luogo dove nacque e iniziò l’esperienza religiosa.

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