Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Geotrans, storia di un’azienda confiscata alla mafia di Giuseppe Leonelli

60 e non li dimostra” venerdì 2 aprile, Giuseppe Leonelli e la storia della Geotrans, azienda sottratta alla mafia nel 2014 e oggi virtuoso esempio d’impresa sana e vitale. Si può fare. Geotrans, storia di un’azienda confiscata alla mafia di Giuseppe Leonelli

di Redazione

Sarà il giornalista Giuseppe Leonelli con  il suo libro “Si può fare. Geotrans, storia di un’azienda confiscata alla mafia”, il prossimo protagonista di  “60 e non li dimostra”, ciclo di appuntamenti online proposti dalla libreria Zacco di via Vittorio Emanuele 423 per festeggiare i primi 60 anni di vita della storica libreria del Cassaro di Palermo.

Il mondo dei beni confiscati

Un libro che si fa immergere nel mondo dei beni confiscati alla mafia, enorme patrimonio di ricchezze accumulato dai clan mafiosi attraverso le loro attività e che, grazie alla legge 109 del 1996 approvata a seguito di una proposta d’iniziativa popolare voluta da Libera e al loro riutilizzo sociale, sono restituiti alla comunità.

Il caso Saguto

La punta dell’iceberg della loro cattiva gestione,  della chiusura di aziende confiscate alla mafia, della speculazione economica da parte degli amministratori nominati, si può considerare il cosiddetto “caso Saguto” e il suo “cerchio magico”, dal nome dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto  condannata a otto anni e sei mesi di carcere. Comminati, inoltre, sette anni e sei mesi all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, il “re” degli amministratori giudiziari, sei anni e dieci mesi per l’ex professore della Kore Carmelo Provenzano etre anniper l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. Si tratta di condanne pesanti per il “cerchio magico” che ruotava attorno a Silvana Saguto, definita come la giudice più potente dell’antimafia fino a cinque anni fa.

Il pentolone scoperchiato

Una  vicenda che ha portato allo scoperchiamento di un pentolone al quale si abbuffavano senza ritegno giudici, avvocati, cancellieri, amministratori giudiziari, periti, collaboratori, parenti, amici vari, docenti universitari, commercialisti, prefetti, generali e militari vari, e un indistinto altro numero di persone sempre attente a dividersi briciole e piatti succulenti d’imprenditori ai quali si faceva presto ad affibbiare l’etichetta di mafiosi per procedere al sequestro dei loro beni.

Le aziende confiscate in Italia

In realtà, in Italia nove aziende confiscate alle mafie su dieci falliscono. Difficilmente si sente parlare di gestione virtuosa durante la gestione dei commissari incaricati della gestione dei beni confiscati. E, soprattutto, si dimentica spesso di analizzare proprio questi casi per poter capire come sia possibile rispristinare la legalità pur rimanendo all’interno delle logiche di mercato in cui si muovono le aziende.


Geotrans

La storia dell’azienda di trasporti catanese Geotrans è eccezionale per questo. Proprio perché dimostra che è possibile spezzare lo schema in base al quale la fine più probabile di un’azienda tolta alla criminalità organizzata è la chiusura.



La legalità viaggia con le aziende confiscate

È questa la scritta che campeggia sui mezzi Geotrans, sottratta alla mafia nel 2014 e oggi virtuoso esempio d’impresa sana e vitale. Un traguardo raggiunto grazie al coraggio di chi, come Luciano Modica,
ha lottato contro la chiusura che inizialmente pareva inevitabile. Lo ha fatto, indossando i panni di amministratore giudiziario, poi amministratore unico e oggi presidente del consiglio di amministrazione dell’attuale forma societaria cooperativa. Ma anche grazie alla lungimiranza dell’allora presidente CNA Fita, Cinzia Franchini. Una figura perspicace, che ha visto prima di altri le metastasi mafiose anche all’interno delle associazioni di rappresentanza. Ciò, grazie alla scommessa di una grossa realtà imprenditoriale cooperativa. Parliamo di Coop Alleanza 3.0, che ha teso la mano a un’impresa appena liberata dai tentacoli della criminalità organizzata. Affidandole, oltretutto, una grossa fetta di lavoro, diventandone la principale cliente.

La storia raccontata dal giornalista Giuseppe Leonelli

La storia della Geotrans la racconta il giornalista Giuseppe Leonelli.Il giornalista, attraverso un’accurata ricostruzione dei fatti dalla primavera del 2014 ad oggi, offre un coinvolgente racconto di coraggio e di riscatto sociale. Lo fa, attraverso una serie di interviste ai protagonisti di questa vicenda e un’analisi a più largo respiro dedicata all’economia siciliana e all’economia di mafia. Il libro è anche uno spaccato di quella piaga che ha fatto dell’Italia un Paese meno libero e meno sovrano.

Presentazione

Il libro sarà presentato alle 18 di venerdì 2 aprile in diretta dalla pagina Facebook della Libreria Zacco (https://www.facebook.com/libreriazacco). 

Relatori

Introduce Maurizio Zacco. Presente, da remoto, l’autore Giuseppe Leonelli. Inoltre, Luciano Modica, presidente del consiglio di amministrazione dell’attuale forma societaria cooperativa della Geotrans, e Cinzia Franchini, allora presidente CNA Fita. Modera Roberto Greco.

Giuseppe Leonelli


Giuseppe Leonelli

L’autore: Giuseppe Leonelli è nato a Pavullo nel 1980 e vive alle porte di Modena. Giornalista professionista, ha lavorato alla «Gazzetta di Modena» e al «Resto del Carlino» nelle redazioni di Modena e Rimini. È stato vicedirettore all’«Informazione» di Modena e direttore per quattro anni del quotidiano «Prima Pagina» di Modena e Reggio Emilia. Da anni si occupa della realtà politica ed economica emiliano-romagnola. In questo, approfondendo tematiche legate da un lato al radicamento della criminalità organizzata nel territorio emiliano, dall’altro alle contraddizioni del mondo dell’antimafia. È direttore dei quotidiani online «La Pressa» e «L’Occidentale».

A cura di Gilda Sciortino

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