Disturbo da Gioco d’Azzardo: una patologia psichica vera e propria, un disturbo non correlato all’uso di sostanze, come indicato dalla più recente classificazione nosografica del DSM V, ma altresì un problema severo per la spesa pubblica. Nel solo 2019, infatti, ammonterebbe a centosette miliardi di euro la spesa per il gioco d’azzardo, secondo i dati rilevati dai Monopoli di Stato. A questo sfugge il sommerso, talvolta gestito dalle associazioni mafiose. Una situazione seria, anche in Sicilia, visto che a Siracusa si registra allo stato attuale una spesa superiore a mille euro a testa di giocate annue. Ciò con impoverimento dell’economia del territorio, a cui si cerca tuttora di ottemperare attraverso leggi Regionali in grado di limitare il numero delle offerte di giochi disponibili nelle singole sale giochi.
![](https://www.inchiestasicilia.com/wp-content/uploads/2024/04/Faillace.jpg)
Queste le dichiarazioni iniziali di Guido Faillace, Presidente Nazionale FeDerSerd, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, al fine di inquadrare la situazione storica del Disturbo da Gioco d’Azzardo e prospettare consigli utili ai soggetti colpiti e alle famiglie.
Una situazione che potremmo definire di schiavitù psichica, di dipendenza e mancata libertà di smettere, che, soprattutto a fronte dell’emergenza Coronavirus, che ha categoricamente posto il divieto del gioco online, diviene ancora più drammatica. Come si può quindi gestire la dipendenza per chi resta a casa ed è impossibilitato a giocare online?
Il ruolo dei servizi
“Premetto che in realtà in questo periodo è vietato il gioco online legale, anche se è possibile comunque accedere a siti non legali, per cui in realtà non si può parlare di un vero e proprio divieto – esordisce Faillace –. E’ poi altamente probabile una prosecuzione dei sintomi di dipendenza, con la previsione di un boom di ripresa alla fine dell’emergenza. Questa, infatti, è una patologia della memoria, che non può essere sconfitta da qualche mese di divieto. In ogni caso, in caso di sintomi da astinenza da gioco quali ansia, attacco di panico o depressione, in questo periodo di emergenza, sono disponibili servizi territoriali di sostegno psicologico telefonico o via Skype, messi a disposizione dalla Federserd anche nelle fasce serali”.
![](https://www.inchiestasicilia.com/wp-content/uploads/2024/04/Gioco-dazzardo-2-2.jpg)
“In caso di gravità sintomatica, come aggressività o tentato suicidio, è possibile contattare il 118 e le Forze dell’Ordine, Autorità Competenti, sempre attive non solo per l’emergenza Coronavirus. Il sostegno psicologico è fondamentale per non abbandonare i soggetti, continuare il percorso iniziato prima dell’emergenza Coronavirus. Ma anche sostenere la persona nel senso di una ristrutturazione della propria vita, senza improvvisarsi specialisti e complicare il decorso della patologia. Un sostegno terapeutico a cui gioverebbe, a mio avviso, l’ausilio di strumenti di avanguardia come gli stimolatori elettrici transcranici, già utilizzati con successo per la cura della depressione”.
![](https://www.inchiestasicilia.com/wp-content/uploads/2024/04/poker-1564042__340.jpg)
Quali alternative per le dipendenze in emergenza?
“Ritengo importante imparare a gestire il tempo libero, per riscoprire parti di Sé e attività che forniscano un’alternativa ai comportamenti problematici. Aspetti piacevoli, che compensino l’urgenza del gioco, recuperando parti mentali funzionanti prima della patologia – conclude Faillace –. Innanzitutto la lettura. Ma anche dedicarsi a un animale domestico, ricostruendo una dimensione del Sé da cogliere come opportunità Altra rispetto alle catene della dipendenza, attorniati dalla famiglia e dal suo sostegno emotivo”.