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“Anno bisesto, anno funesto”. Chi ha paura dell’anno bisestile?

Perché l’anno bisestile è così tanto al centro di fati e credenze che lo vedono portatore di disgrazie? L'anno bisesto tra storia, astronomia e leggenda

di Patrizia Romano

“Anno bisesto, anno funesto”. Molti ci credono fortemente e si cimentano nelle cose più scaramantiche possibili. Altri, invece, non ci credono affatto e intraprendono le iniziative più temerarie. Altri ancora, inoltre, assumono una posizione decisamente agnostica: “non sanno…”, pertanto, si autosospendono da ogni giudizio, ma, per sì e per no, ne prendono le distanze.
Perché, comunque, l’anno bisestile è così tanto al centro di credenze, convinzioni, fati, leggende e quant’altro? Perché non è considerato come un anno qualsiasi, soltanto con un giorno in più?
Alcuni danno una spiegazione molto semplice. Ebbene, secondo l’ipotesi semplicistica, dunque, per gli antichi, tutto ciò che era anomalo, diverso dal naturale, fuori dal consueto, veniva considerato di cattivo auspicio. Quindi….,  anche un anno con un giorno in più.


Etimologia del termine bisestile

Il termine “bisestile” ha origini latine e significa letteralmente “due volte sesto”. Nel calendario romano, veniva aggiunto un giorno al sesto prima delle calende di marzo. Le calende rappresentavano il primo giorno del mese (da qui deriva il termine calendario). Quindi, il sesto giorno prima delle calende di marzo era il 24 febbraio. Questo sesto giorno veniva ripetuto due volte ogni quattro anni. Da qui il termine “bisesto”.L

La storia

Le ragioni di questa convinzione affondano le proprie radici in tempi molto remoti.
I primi a pensare che l’anno bisestile fosse un anno infausto furono i romani, che non si tennero questa credenza popolare per sé, ma la diffusero in tutto l’Impero.
Molto probabilmente, questo attributo negativo conferito dai romani all’anno bisestile, deriva dal fatto che proprio il mese di febbraio fosse il mese dedicato ai defunti, attraverso una serie di riti, cerimonie, sacrifici, che portavano in sé qualcosa di tetro e sinistro, a prescindere da tutto. Nei paesi anglosassoni, mai influenzati dalla cultura romana, invece, si pensa in maniera opposta, cioè che l’anno bisestile sia un anno fortunatoe propizio. Anzi, si pensa che proprio il 29 sia il giorno migliore per intraprendere qualsiasi iniziativa, perché il successo sarà, comunque, assicurato.
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Ancora più indietro negli anni

Se andiamo ancora più indietro nella storia, scopriamo che nel VII secolo a.C. l’anno era composto da 304 giorni e suddiviso in 10 mesi. Solo successivamente, vennero istituiti i mesi di Gennaio e Febbraio, che trasformarono l’anno in 355 giorni.
Nel 46, sempre a.C., venne introdotta una nuova riforma che inaugurò il Calendario Giuliano, secondo cui, l’anno diventava di 365 giorni, con l’aggiunta di un giorno in più, ogni 4 anni.


Il calendario Gregoriano


Ma questo nuovo ordine durò poco. Subito dopo, infatti, ritornò di nuovo la confusione tra anno solare e anno civile. Almeno, fino a quando Papa Gregorio XIII formulò il Calendario Gregoriano, diventato quello definitivo e usato ancora oggi.
Con l’introduzione del nuovo calendario, divennero, quindi, bisestili tutti gli anni non terminanti con due 0 e divisibili per 4 e tutti gli anni terminanti con due 0, ma divisibili per 400.
La differenza che c’è tra l’anno solare e l’anno civile è di circa 6 ore ogni anno, ogni 4 anni si arriva quindi ad accumulare 24 ore.
Ci avete capito niente di questi calcoli astronomici?
Noi non molto, ad essere sinceri.
Però, cercheremo lo stesso di spiegarlo in maniera più semplice.


Come mai bisogna aggiungere un giorno all’anno solare ogni quattro anni?

Del resto, la storia ci dice che quando fu calcolato l’anno solare, organizzato secondo l’anno gregoriano, furono applicati dei calcoli complicatissimi per far aderire il più possibile l’anno solare al tempo da noi calcolato. Quindi, l’anno venne suddiviso in dodici mesi di diversa durata, per un totale di 365 giorni. Ogni mese è suddiviso in settimane, che non devono coincidere con l’inizio e la fine del mese stesso. Ogni settimana è divista in giorni, ogni giorno in ventiquattro ore, ogni ora in sessanta minuti, ogni minuti in sessanta secondi. Eppure, nonostante il coinvolgimento di fior fiori di studiosi, gli astronomi dei tempi si resero conto che il calendario non coincideva alla perfezione con l’anno solare.


Sei ore in più

Un anno solare è di circa sei ore più lungo rispetto a un anno sul calendario. E sei ore sono tante.
Fu così che si pensò di correggere questo errore, aggiungendo un giorno in più al mese più corto dell’anno, febbraio, ogni quattro anni. Basta fare un rapido calcolo, però, per scoprire che questa aggiunta è in eccesso: 6 moltiplicato per 4 non fa 24 (il numero di ore in un giorno), bensì 28. Basta prendere in considerazione le ultime due cifre. Se formano un numero divisibile per 4, allora l’anno sarà bisestile.
Comunque, non importa più di tanto risalire a questi calcoli. Ciò che rimane curioso sapere, invece, è che se non si considerasse l’anno bisestile, nel giro di pochi anni, il tempo inizierebbe a sfasare e le date non corrisponderebbero più alle relative stagioni.


Paese che vai, usanza che trovi


In molti Paesi, il 29 Febbraio è considerato un giorno speciale.
In Irlanda, per esempio, era considerato l’unico giorno in cui la donna poteva dichiararsi all’uomo e, in caso di rifiuto, questi doveva pagare lo scotto di questo rifiuto, portandole, comunque, un dono in denaro o in vestiario di pregio. Non portando sé stesso in dono, quanto meno, doveva donare qualcosa di sé.
In Francia, invece, dal 1890, solo il 29 febbraio, esce in edicola un giornale dal titolo ‘La Bougie du Sapeur’, i cui ricavati, considerando l’anno bisestile un anno propiziatorio, vanno tutti in beneficenza.
Una cosa curiosa accadde, invece, in Unione Sovietica. Nel 1929, si iniziò ad utilizzare il “Calendario Rivoluzionario Sovietico”, nel quale si era stabilito che ogni mese dovesse avere 30 giorni, e i rimanenti 5 o 6 giorni dovessero diventare festività senza mese. Quindi solo nel 1930 e nel 1931 ci fu anche il 30 febbraio.


Perché credere che l’anno bisestile porti sfortuna?


L’Anno Bisestile porta veramente sfortuna? Stando a certi fatti che la storia ci ha tralasciato nel corso dei secoli, diremmo proprio di sì.
Nel 1492, per esempio, ci furono diverse epidemie di colera e peste.
Più tardi, 1960, un terremoto colpì il Marocco, uccidendo un terzo della popolazione.
Il terremoto in Friuli avvenne nel 1976.
Nel 2004, sempre anno bisestile, si scatenò lo tsunami nell’Oceano Indiano.
Dulcis in fundo…, 2020… scoppia il Coronavirus

Allora…, in quale posizione ci collochiamo? Tra quelli che  considerano l’anno bisestile un anno nefasto o fortunato oppure, ancora, tra gli agnostici o tra i fatalisti?
Intanto, il 2020 è cominciato all’insegna della negatività. Non ci resta che incrociare le dita e sperare che il 31 dicembre, quelli che  oggi siamo ancora presenti, potremmo brindare all’anno nuovo e sparare all’anno vecchio a colpi di bazuca.

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