Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Minori a rischio povertà nel Sud del mondo e in Sicilia

Più di 1,2 miliardi di minori a rischio povertà. E la povertà sembra colpire prevalentemente tutti i sud del mondo. In Italia, il Sud del Sud è rappresentato dalla Sicilia. Dove i minori che vivono in condizioni di povertà rappresentano il 56 per cento

di Patrizia Romano

Minori a rischio povertà. Africa, Asia Meridionale e America Latina. Sono i Paesi al mondo in cui si registra la più alta concentrazione di minori poveri o a rischio povertà.
E la povertà sembra colpire prevalentemente tutti i sud del mondo.
Povertà o discriminazione compromettono la crescita di oltre la metà dei minori al mondo.
Secondo dati di Save the children, più di 1,2 miliardi di persone under 16 rischiano di morire di fame, di soffrire le conseguenze della malnutrizione, di non andare a scuola, di ricevere un’istruzione, di essere costretti a lavorare o di sposarsi troppo presto.
Questa è la fotografia del più profondo Sud del mondo.

Il Sud del Sud: la Sicilia


Ma anche l’Occidente ha il proprio Sud. E pure un profondo Sud.
Quasi un terzo della popolazione minorile che vive in Italia è a rischio povertà. Il 35 per cento, più o meno, tra bambini e adolescenti, vive in uno stato di emarginazione socio-economica.
Per essere più precisi, 2.156.000 under 18, cioè, uno su 5.
La situazione, già molto grave in tutta l’Italia meridionale, in Sicilia assume toni drammatici.
Sì, perché la Sicilia rappresenta proprio il profondo Sud di cui parlavamo.
Qui, infatti, i minori che vivono in condizioni di povertà rappresentano il 56 per cento.

I fattori che influiscono sullo stato di povertà dei minori siciliani

I fattori che influiscono pesantemente sullo stato di povertà dei minori siciliani sono molteplici. La struttura della famiglia monogenitoriale con minore a carico, per esempio, è un caso molto diffuso. Oppure una famiglia tradizionale con due genitori, ma con quattro o cinque minori, rappresenta un altro caso ad alto rischio povertà anche futura per i minori a carico.
Tantissimi i minori, in Sicilia, che vivono in famiglie a bassissima intensità di lavoro.
Dal 2007, anno di inizio della crisi, la quota dei minori a rischio di povertà è aumentata.
Minori sono i titoli di studio. Più bassa è la posizione professionale del capofamiglia, maggiore è l’incidenza delle condizioni di povertà. I giovanissimi i cui genitori hanno un livello di istruzione basso hanno dunque più probabilità di crescere in povertà e di essere socialmente esclusi; sono il 52 per cento.
Così come i figli di migranti. Coloro che vivono con almeno un genitore che è nato all’estero sono a più elevato rischio di povertà, dei minori che hanno genitori autoctoni.

Divari regionali

Nell’Isola, l’emarginazione sociale e lo stato di degrado sono date pure dalla carenza qualitativa e quantitativa delle istituzioni scolastiche.  Infatti, la percentuale di posti disponibili nella scuola per l’infanzia è molto più bassa rispetto alla media nazionale. Parliamo, addirittura, di percentuali al di sotto del 10 per cento.
In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze tra una regione e l’altra nell’accesso e nella qualità dei servizi in senso lato. Infatti, non parliamo soltanto di servizi relativi all’istruzione, ma anche a quelli sanitari. Tutti fattori legati sempre allo stato di povertà. 
Molti di questi ragazzi sono destinati ad abbandonare presto gli studi, pregiudicando la carriera lavorativa futura.
Il fatto che un numero così elevato di adolescenti non possa permettersi di studiare e si veda costretto ad abbandonare gli studi precocemente, senza conseguire un titolo di studi appropriato, pregiudicherà la ricerca di un lavoro. Lavoro sicuro e ben remunerato.
Possiamo dire, senza titubanze, che la crisi ha colpito prevalentemente i giovani. Infatti, il rischio povertà tra i giovanissimi è nettamente superiore rispetto a quello che colpisce gli anziani.

Basti pensare che i minori indigenti superano il 31 per cento. Mentre gli anziani che vivono in una condizione di miseria, rappresentano il 22 per cento.
Un contributo numerico alla media, la danno i minori stranieri non accompagnati.

Alla base della povertà, la diseguaglianza sociale


Insomma, alla base della povertà, è la disuguaglianza. A livello europeo, il 10 per cento delle famiglie più ricche attualmente guadagna il 31 per cento del reddito totale e possiede più del 50 per cento della ricchezza complessiva.
Il divario tra ricchi e poveri aumenta vertiginosamente. E i bambini in Italia, rappresentano la fetta di popolazione più ignorata dalla politica che ne ha fatto scivolare nella povertà 1 su 5.

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