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Biotestamento: come garantire l’accesso agli strumenti previsti

Biotestamento: garantire ai cittadini l'accesso agli strumenti previsti e vigilare sulla piena e corretta applicazione della legge...

di Federconsumatori

Biotestamento: garantire ai cittadini l’accesso agli strumenti previsti e vigilare sulla piena e corretta applicazione della legge

 

di  Federconsumatori

Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore una legge che ha segnato il raggiungimento di una delle maggiori conquiste di civiltà nel nostro Paese da molti anni a questa parte. Si tratta del provvedimento sul testamento biologico, che riconosce la possibilità di scegliere in anticipo quali trattamenti medici ricevere nel caso di gravi malattie e la libertà del paziente di rinunciare ad alcune terapie, in particolare alla nutrizione e all’idratazione artificiale.
Si pone ora il problema di garantire l’effettiva applicazione della norma: su un tema tanto delicato e complesso è più che mai fondamentale assicurare ai cittadini il completo accesso a tutti gli strumenti previsti dalla legge, in primis in merito alle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat).
La legge prevede l’esistenza di una apposita Banca dati delle Dat a livello nazionale o comunale, tuttavia perché il sistema sia pienamente operativo c’è ancora molto da fare: la Banca dati nazionale non è ancora attiva – e non lo sarà finché il Ministero della Salute non emetterà un decreto ad hoc – e, stando agli ultimi dati disponibili, i Comuni che ad oggi hanno istituito un registro relativo al testamento biologico sono solo 187 in tutta Italia.
Il fatto che si stia attraversando una fase di transizione politica non può e non deve costituire un alibi per eventuali ritardi: è necessario accelerare i tempi per garantire l’applicazione di una normativa che, finalmente, ha riconosciuto una fondamentale libertà di scelta del cittadino. Oltre agli aspetti burocratici, poi, si pone la questione dell’obiezione di coscienza: è assolutamente indispensabile disporre controlli capillari per scongiurare il rischio che un elevato ricorso a questa opzione da parte del personale sanitario renda di fatto impossibile l’attuazione della volontà espressa dai pazienti.

E’ dunque evidente l’urgenza di un intervento coordinato da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti – dalle amministrazioni comunali e regionali ai Ministeri passando per le Autorità nazionali e le Asl – per assicurare che i cittadini possano usufruire concretamente, semplicemente e rapidamente di una possibilità che a partire da oggi è garantita dalla legge.

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