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Le stampe fotografiche “neo-antiche”

Il cosiddetto “sapore di antico” è una misteriosa miscela che il Tempo e la Storia cospargono sugli oggetti, sui libri e sulle stampe fotografiche

di Redazione

Il cosiddetto “sapore di antico” è una misteriosa miscela che il Tempo e la Storia cospargono sugli oggetti, sui libri e sulle stampe fotografiche

 

di  Andrea di Napoli

Si è diffusa recentemente l’abitudine di richiamare l’attenzione del pubblico proponendo mostre, rassegne o prodotti editoriali che affermano di mostrare le suggestive fotografie realizzate nel corso della straordinaria belle epoque, ma che, invece, si limitano ad esibire solo delle moderne stampe digitali di quelle antiche rappresentazioni che potranno facilmente incantare gli osservatori meno competenti, ma, gli autentici estimatori/collezionisti resteranno amaramente delusi, ritenendole in gran parte  svuotate del loro significato.
Si tratterà, probabilmente, di una deformazione dovuta alle competenze acquisite nella conservazione del bene fotografico, ma nell’esaminare una fotografia dell’Ottocento, dedico appena uno sguardo all’immagine mediata, preferendo apprezzare lo stato di conservazione, la tecnica ed i materiali impiegati. Le candide “gigantografie” pannellate, che intraprendenti curatori e ambiziosi galleristi espongono orgogliosamente, hanno privato le pregevoli scene del passato di quel fascino che solo un sottile foglio di carta albuminata applicato su un coevo cartoncino di supporto secondario riesce a trasmettere.H2O e collodio
Il cosiddetto “sapore di antico” è una misteriosa miscela che il Tempo e la Storia cospargono sugli oggetti, sui libri e sulle stampe fotografiche vintage; viene anche chiamato, con un po’ di fastidio, “obsolescenza”, ma costituisce la caratteristica inconfondibile del materiale originale.
Se da un lato, attraverso l’intervento di specifici software, ci viene restituita una rappresentazione migliorata nelle dimensioni, nella nitidezza e nella resistenza, dall’altro le forme di degrado caratteristiche delle stampe di più di cento anni addietro (ingiallimento, specchio d’argento, foxing, …) ci forniscono ulteriori informazioni relative agli effetti del tempo trascorso.
In certi casi può accadere, addirittura, che le fotografie d’epoca vengano alterate o inserite in una scena attuale per  creare una nuova illustrazione che superi le normali barriere temporali mancando di rispetto non solo al Passato, ma anche al buon gusto, compiendo in questo modo un vero “sacrilegio”.
Così come le tante imperfezioni rendevano particolari le vecchie comiche dalle immancabili torte in faccia ed il gracchiare del grammofono faceva parte integrante del suono dei dischi a 78 giri, alla stessa maniera siamo in tanti a trovare emozionante riuscire ad individuare le tipiche craquelure delle vetuste stampe all’albumina.

Effettivamente allestire una mostra in grado di ospitare le delicate fotografie che abili artisti hanno realizzato su fragili lastre di vetro e stampato con laboriosi procedimenti chimici comporta il rischio di compromettere la precaria stabilità delle immagini e prevede la disponibilità di ambienti adeguati ed il perfetto controllo della temperatura dell’umidità e dell’illuminazione.
Pertanto è comprensibile che le copie originali restino salvaguardate in archivio e fruite solo con l’ausilio di un addetto ai lavori, ma coloro che osservano una riproduzione vanno correttamente informati perché comprendano la realtà di un’epoca lontana con la consapevolezza, però, che le immagini originali sono “tutta un’altra cosa”.

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