Nel tempo la Pixar ha regalato al pubblico numerosi lungometraggi, tantissimi personaggi da amare, tutti appartenenti ad un solo magico universo: la casa di produzione di John Lasseter. Un mondo coeso all’interno del quale i diversi cartoni animati sono soltanto una piccola parte di una favola più ampia senza tempo, in grado di incantare generazioni diverse, grandi e piccini senza distinzione, facendo sì che tutti amino la grande famiglia dei cartoni Pixar
di Liliana Serio
Spesso quando si guarda un cartone animato si è convinti che tutto abbia un inizio, il classico C’era una volta, e una fine o, solo in alcuni casi, un sequel. Ma chi guarda, o per meglio dire chi osserva, non lo fa allo stesso modo, ed è indubbio che alcuni spettatori abbiano più fantasia e creatività di altri e riescano a vedere oltre. In particolar modo ciò avviene quando si ha la possibilità di godersi opere di spessore come i cartoni della Pixar, tanto che i grandi appassionati non aspettano neanche la fine dei titoli di coda per fare congetture e ipotesi su un’eventuale continuazione o un finale alternativo, pronti ad inventare nuovi mondi. Da queste riflessioni, dall’amore e dall’occhio vigile di tantissimi affezionati, nasce quella che viene definita Pixar Theory, ovvero una teoria che sottolinea che i lungometraggi prodotti da John Lasseter facciano parte di un medesimo universo creativo e che ciascuno di essi, pertanto, rappresenti una fase storica.
Le “coincidenze” dei cartoni Pixar ![InchiestaSicilia_Pixar3](https://www.inchiestasicilia.com/wp-content/uploads/2024/04/InchiestaSicilia_Pixar3-600x325-1.jpg)
La Pixar Theory, nasce in particolar modo dall’abitudine da parte della casa di produzione di inserire all’interno dei sui film piccoli indizi di opere future o riferimenti al passato. Questa consuetudine ha dato inizio, da parte dei fan, a congetture sul significato intrinseco di tali omaggi. Allora c’è un motivo ben preciso se in Toy Story i giocattoli prendono vita, se gli animali sono esseri molto capaci, come il piccolo Nemo con la sua pinnetta atrofica, e interagiscano, come in Ratatouille, con gli uomini.
Così come vi è un motivazione ben precisa se nel mondo di Cars vi sono macchine intelligenti ma non uomini, o se in Wall-e non ci sono più tracce di presenze umane, che addirittura in Monsters & Co vengono del tutto sostituite dai mostri, che in futuro svolgeranno un lavoro ben preciso: spaventare i bambini, spingendoli a fare brutti sogni, per convertire le loro urla in energia elettrica necessaria al fabbisogno cittadino.
L’origine di tutto ciò va ricercata in uno dei cartoni Pixar più belli, Brave – Ribelle il film d’animazione che, almeno fino a quando non è uscito Arlo, è stato il film d’animazione con più antica ambientazione mai rappresentato dalla casa di produzione americana. È qui che, in un era lontana, grazie alla magia di una strega, gli oggetti iniziano a muoversi e gli esseri inanimati iniziano ad entrare in conflitto con gli uomini.
In principio era solo una strega
Ma andiamo oltre. La strega di cui parliamo altri non è che Boo, la dolcissima bambina che in Monsters & Co diventa la più cara amica di Sulley, l’enorme Mostro dagli occhi dolcissimi che farà di tutto per salvare la piccola. La strega è lei, lei che per i sostenitori della teoria fa avanti e indietro nel tempo, utilizzando le porte che i mostri usano per entrare nelle stanzette dei bimbi, alla ricerca del suo amico peloso.
È ancora la piccola Boo, questa volta sotto le sembianze di una vecchia strega, a diffondere la magia nel mondo Pixar, allo stesso modo in cui tra una peregrinazione temporale e l’altra, lascia riferimenti dei vari cartoni animati.
Tutto torna, tutto ha un inizio e una trama che speriamo continui il più a lungo possibile. Se non siete ancora convinti di quanto detto, provate a guardare questo video esplicativo, alla ricerca di un ordine all’interno della magia.
Il video che mostra tutte le strane “coincidenze” riscontrate nei cartoni animati della Pixar