Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

La buona sorte di un barbagianni in pericolo

La storia del barbagianni liberato e salvato da Vladimiro Mauro nei pressi di Aspra a pochi chilometri da Palermo...

di Redazione

Spesso i titoli di coda dei film devono cautamente avvisare che ogni riferimento tra la realtà ed i fatti e i personaggi descritti è puramente casuale, ma in questo caso, invece, i fatti narrati sono realmente accaduti, a pochi chilometri dalla città, nei paraggi di Aspra, e i personaggi  intervenuti, che vivono poco distante, sono talmente “esistenti” che possiamo incontrarli facilmente per la strada, tra Palermo, Bagheria e altre zone limitrofe.

 

di Andrea di Napoli

In tante occasioni i naturalisti hanno diffuso la notizia che le particolari caratteristiche del territorio che dalla cima di Monte Catalfano scende sino alla costa, ricca di anfratti e insenature, favoriscono la presenza di elementi floro-faunistici particolari. Oltremodo numerose sono soprattutto le specie aviarie che popolano il cielo sopra Mongerbino.
Gli uccelli notturni si nutrono di serpi e roditori. Li catturano scendendo in picchiata sulle prede, favoriti dal volo e dall’acutissima vista stereoscopica di cui sono dotati.
Dopo l’imbrunire può accadere di scorgere i rapaci notturni appollaiati sui rami o su un muretto in attesa del “pasto” o mentre planano sul terreno per ghermire quello che costituisce il loro cibo. La loro presenza contribuisce ad equilibrare una “catena alimentare” fatta di prede e predatori, senza di loro, insomma, le campagne sarebbero piene di rettili e topi.
Tuttavia, in una calda sera d’estate, un esemplare adulto di barbagianni, forse distratto o impaurito dai giochi di fuoco di qualche festa locale, inseguendo una preda ha finito la sua corsa all’interno di un intricato cespuglio dal quale non sarebbe più riuscito a spiccare il volo nuovamente.

Lo sfortunato volatile è rimasto incastrato nella fitta vegetazione per circa ventiquattro ore, finché, il giorno successivo, un abituale frequentatore dei terreni e dei campi dell’agro bagherese, un appassionato collezionista di minerali, Vladimiro Mauro, incuriosito dallo strano rumore delle frasche, lo ha scoperto nell’involontario nascondiglio in cui si era maldestramente infilato. Constatata la delicatezza della situazione e consapevole di avere a che fare con un animale in pericolo, saggiamente Vladimiro ha ritenuto opportuno mettersi immediatamente in contatto col Corpo Forestale. Infatti,  la competenza, in casi simili, spetta proprio all’Ispettore Superiore C.F. della Regione Siciliana, Franco Di Nolfo, il quale per procedere rapidamente al salvataggio, si è rivolto all’esperto falconiere Giorgio Panzeca. In questa circostanza è intervenuta anche la giovane assistente falconiere Asia Mauro, che desidera, arricchire continuamente il proprio bagaglio di esperienze personali in questo settore, sempre animata da una grande passione per gli animali e la Natura. La figura del falconiere in Sicilia risale al tardo Medio Evo, un’epoca piuttosto “irrequieta”, durante la quale, tra una spedizione ed una battaglia, i principi, d’origine sveva, ed i loro cortigiani, si dilettavano nella caccia utilizzando ogni genere di arma, archi, balestre ed, appunto, falconi addestrati per riportare al padrone le lepri selvatiche catturate. La caccia col falcone venne praticata perfino dall’Imperatore Federico II, ed intorno alla Falconeria fiorirono varie leggende e numerosi racconti legati alla magia ed al mistero. Oggi è diverso, i falconieri possiedono moderne conoscenze scientifiche ed operano nel rispetto degli animali e dell’ambiente. Disegninrete

Una volta districato dall’ingarbugliato fogliame,  il rapace si è mostrato docile e collaborativo. Dopo aver riposato è stato rifocillato. Il  brutto incidente aveva aperto l’appetito al pennuto che,  per riprendere tutte le forze, ha divorato, con calma, un pezzetto dopo l’altro, la gustosa razione di carne offerta dai soccorritori. Il giorno seguente il gruppo dei “salvatori” al completo ha proceduto alla liberazione del barbagianni che è tornato a volare tra il cielo, gli alberi e qualche immancabile traliccio.

L’episodio estivo, apparentemente banale, rappresenta efficacemente il comportamento corretto da adottare in casi analoghi e suggerisce di non improvvisarsi capaci di agire da soli, ma di rivolgersi a persone preparate e competenti. La prossima volta che, viaggiando tra Monte Catalfano e l’Aspra, i fari della vostra vettura illumineranno un uccello dalla caratteristica “faccia bianca a forma di cuore” che, silenziosamente, vola molto basso ed il cui nome scientifico è Tyto albo, pensate che potrebbe trattarsi proprio del vero protagonista di questa storia, il “nostro amico barbagianni”.

Nella foto da sinistra: il falconiere Giorgio Panzeca col Barbagianni sul guanto, l’ Ispettore Superiore del Corpo Forestale della  Regione Sicilia Franco Di Nolfo, il primo soccorritore Vladimiro Mauro e l’apprendista falconiere Asia Mauro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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