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Andrea Di Liberto – Tenacia e umiltà: così si costruisce un campione del mondo

Nostra intervista ad Andrea Di Liberto, 19 anni appena compiuti e già campione del mondo di canoa, pronto ad affrontare la sua prossima sfida: i campionati Europei...

di Clara Di Palermo

Andrea Di Liberto, palermitano, 19 anni appena compiuti e già campione del mondo di canoa, non si è montato la testa, ma mantiene i piedi ben saldi per terra  e punta diritto ai suoi obiettivi con grande determinazione. Intanto, affronta gli Europei (dove disputerà un K4 500mt)

 

di  Clara Di Palermo

Lo raggiungiamo al telefono in aeroporto, mentre sta per imbarcarsi per andare ad affrontare la sua prossima sfida: i campionati Europei che si terranno dal 14 al 17 luglio a Plovdiv in Bulgaria e che lo vedranno, ancora una volta, impegnato in tandem col suo compagno Riccardo Spotti, lo stesso con cui Andrea Di Liberto è salito sul gradino più alto del podio al mondiale del luglio dello scorso anno, in Portogallo.

“E dire che è iniziato tutto quasi per caso 6 anni fa – racconta Andrea -. Ho iniziato a fare canoa perché me lo propose la mia migliore amica, per avere qualcosa da fare insieme, da condividere. Dopo circa un anno lei smise mentre io continuai: ormai mi ero appassionato e mi rendevo conto che quello sport mi piaceva tanto, anche perché io amo il mare. Giorno dopo giorno, acquisivo la consapevolezza che avevo un’attitudine per la canoa. così, ci ho messo la testa ….. il resto è venuto da sé ”.

E’ iniziato tutto per caso, ma non si diventa campioni del mondo per caso:  quanto impegno e quanti sacrifici ci sono dietro al titolo iridato?
“Tanti, perché non è facile organizzarsi tra scuola, studio, allenamenti e vita sociale. Bisogna mettere da parte le uscite infrasettimanali con gli amici perché altrimenti non si regge il ritmo. La canoa porta via molto tempo: tra spostamenti, raggiungere il luogo per allenarsi, mettere la canoa in acqua e poi l’allenamento vero e proprio, vanno via circa tre ore e mezza. Quindi il tempo per studiare te lo devi ricavare fino a sera e si finisce sempre tardi. Fino ad oggi ho avuto la capacità di stare attento in classe, per cui poi studiare a casa era semplice. Vedremo adesso con gli impegni universitari”.

Andrea ha appena sostenuto gli esami di maturità al liceo scientifico, avendo “chiesto di potere anticipare il colloquio per potere partire per gli Europei” e comincia a costruire le basi del suo futuro professionale: ha superato i test per l’ammissione alla facoltà di ingegneria meccanica. Con grande orgoglio di papà e mamma. Sì perché Andrea (che ha un fratello più piccolo che pratica anch’esso canoa) gode dell’appoggio e del sostegno dei genitori che lo hanno sempre seguito e supportato. “Mamma faceva la trottola per accompagnarmi agli allenamenti” ci dice. Di Liberto

E papà e mamma sono i suoi primi tifosi, lo seguono in tutte le gare nazionali e internazionali, ma in quelle nazionali c’è un altro tifoso d’eccezione: il nonno!  “Non ne perderebbe una”. E il profondo legame col nonno è attestato anche dal nome completo del giovane atleta, Andrea Domenico, anche se tutti lo hanno sempre chiamato Andrea.

Una bella famiglia la Di Liberto, fondata su valori importanti, sul senso della famiglia, sul rispetto. Tutte cose che traspaiono dalle parole di questo giovane dal carattere deciso.

Ma ti fermi, ogni tanto, a pensare che sei Campione del mondo? Che effetto ti fa?
“A dire il vero ci sono volte che stento ancora a crederci, mi chiedo se sia vero. Poi rivivo quei momenti in cui mi trovavo sul gradino più alto del podio, a cantare l’inno di Mameli e allora mi rendo conto di quanto è successo. E’ stata un’emozione che non si può descrivere a parole”.

E le ragazze sono attratte dal campione?
“A dire il vero non lo so e non mi interessa. Ero già fidanzato prima del titolo iridato, quindi la mia ragazza non è stata lusingata da ciò”.

Che rapporto hai col tuo compagno di squadra?
“ Un bel rapporto, costruito poco a poco ai raduni della nazionale. Ci siamo più volte ripromessi  di vederci a Palermo o a Cremona, la sua città, per goderci qualche giorno da amici. E speriamo di riuscirci presto”.

Cosa vedi nel tuo futuro?
“Dal punto di vista sportivo, il mio obiettivo sono le Olimpiadi di Tokio, ne abbiamo anche parlato col mio allenatore. Ma la canoa, che oggi mi dà tante soddisfazioni, non può essere il mio futuro professionale dato che non mi piacerebbe l’idea di fare l’allenatore. Quindi dovrò senza dubbio impegnarmi con gli studi di ingegneria”.

Lo sport ha contribuito a plasmare il tuo carattere?
“Sicuramente ha contribuito a rendermi più indipendente. Ho dovuto imparare presto a muovermi da solo: almeno una volta al mese partivo per i raduni e ho imparato a gestire spostamenti tra aerei, treni, pullman. Ho dovuto imparare ad essere responsabile di me stesso”.

Hai un sogno nel cassetto o un piccolo desiderio?
“Un desiderio….sì…….mi piacerebbe gareggiare una volta in tandem con mio fratello, anche lui bravo atleta. In realtà è successo una volta in una gara regionale, ma sarebbe bellissimo se potessimo farlo in una gara nazionale”.

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