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Emanuela Mulè: l’arte nel cuore

Emanuela Mulè, attrice di teatro, cinema e Tv, poetessa per passione, ha attraversato tutti i generi di spettacolo...

di Pippo La Barba

Attrice di teatro, cinema e tv, poetessa per passione, ha attraversato tutti i generi di spettacolo esprimendosi sempre sul filo dell’ironia e ricevendo ampi consensi di critica e di pubblico

 

di Pippo La Barba

Emanuela Mulè ha partecipato a master teatrali e cinematografici tenuti da personalità di livello internazionale (B. Hiller, Y. Kordonskij, A. Dennis, M. Rosati Hansen, L. Wertmuller, Pino Insegno…).
Ha interpretato il ruolo di coprotagonista (Cristina) ne La baronessa di Carini, regia di Umberto Marino, prodotto da Rai Fiction. Sempre per la tv è stata protagonista di una puntata nella fiction Ho sposato uno sbirro 2 e ha avuto un ruolo in Squadra Antimafia 3.
Per il cinema ha recitato nel film di Roberto Faenza Alla luce del sole su Padre Puglisi, è stata a fianco di Daria Argento e Harvey Keitel in Le Volcan, diretto da Manuel Pradal , ha avuto una partecipazione nei film La siciliana ribelle di Marco Amenta e Fuori dal coro di Sergio Misuraca. Ha ottenuto uno speciale riconoscimento nell’ambito del 31° EFEBO D’ORO, il premio “Benvenuta in Toscana” al Cortofiction di Chianciano Terme per l’interpretazione nel film breve “L’avvoltoio” di Giuseppe Moschella e il Premio Pergamena Pirandello nel 2012. Nel 2005 nasce il duo Moschella Mulè, che da luogo a tante produzioni in molti teatri italiani (Taorminarte, Teatro Zelig, Teatro del Sole di Firenze, Teatro dei Satiri di Roma…). L’ultimo film breve di  Moschella&Mulè,  La moglie sola, ad oggi ha più di 1.000.000 di visualizzazioni su youtube ed è stato in concorso al David di Donatello e allo Sciacca Film Festival. Sempre di Moschella&Mulè usciranno a breve altre due produzioni audiovisive coprodotte con NuovoImaie di Roma.

Nostra intervista a Emanuela Mulè            emanuela mulè

Cos’è per te la comicità?
Comicità è adottare un punto di vista ironico, distaccato e innocente sulla realtà. E’ forzare il lato comico del tragico.

Da dove nasce la tua vena artistica?
Sin da bambina sono sempre stata attratta da tutto ciò che è arte: pittura, fotografia, poesia…A diciotto anni ho  ricevuto il premio Miss Poesia nell’ambito dell’evento organizzato per l’ingresso delle diciottenni nella società e alcuni anni dopo tre miei componimenti sono stati pubblicati in una raccolta che includeva anche poesie di Alda Merini. Un onore per me!

Quando hai scoperto la tua vena comica?
Mi sono approcciata al teatro e ad autori come Ionesco e Bernanos nel periodo universitario: certo non sono autori  comici…ma sottendono nei confronti di una realtà vissuta e raccontata come paradosso…uno sguardo volutamente estraniato. La mia vena comica l’ho sperimentata e scoperta ccessivamente quando ho iniziato a interpretare personaggi  in spettacoli per bambini. Mi piaceva giocare con la mia voce e con il mio corpo. Mi divertivo molto e piacevolmente notavo che i bambini ridevano tanto…

Tu hai fatto un po’ di tutto: teatro, cinema, televisione, cortometraggi, filmati vari. Da dove nasce questo eclettismo?
Ho attraversato tutti i generi dello spettacolo perché ritengo che un artista debba confrontarsi con più meccanismi. Mi stimola mettermi alla prova, sfidare “l’ignoto”, esplorare campi nuovi, conoscermi, creare ed arricchirmi attraversando  variegati ambiti artistici. Anche per questo sono estremamente determinata e convinta dell’utilità della gavetta per raggiungere la piena maturità  artistica.

Che differenza c’è tra lavorare in teatro e al cinema o in televisione?
Il teatro è uno ”scrigno magico” dove a un certo punto tu, gli altri attori in scena e il pubblico respirate la stessa aria…tu, attore, diventi un tramite diretto di emozioni.

E il cinema?
Nel cinema e nella TV, cioè nelle fiction, tutto si costruisce in maniera meno diretta: devi riuscire a isolarti dal contesto mentre si gira cercando di esprimere al meglio il tuo personaggio non percorrendo fattivamente alcuna linea cronologica…tutto deve essere ripercorso e vissuto da te prima di essere messo in scena. E solo dopo il montaggio la magia viene rivelata totalmente.

Parlami del tuo sodalizio con Moschella
Con Giuseppe ci siamo conosciuti sul set del film di Roberto Faenza “Alla luce del sole” su padre Pino Puglisi. Da lì gradualmente è iniziato il nostro percorso insieme.

Artisticamente cosa ha espresso il duo Moschella Mulè?
Spero, e fino ad ora il consenso del pubblico e della critica sembra averlo confermato, originalità e desiderio di veicolare messaggi attraverso la commistione di diverse produzioni passando dal cabaret  d’autore  ai noir, ai film brevi, concerti – recital jazz, commedie rosa e variegati format teatrali e audiovisivi…

Quale è il personaggio cui ti senti più legata?
Quello di coprotagonista (Cristina) nella fiction “La baronessa di Carini” del regista Umberto Marino, trasmessa da RAI 1.

Cosa ti aspetti dal futuro?
Intanto con Giuseppe abbiamo programmato per il 9 e 10 luglio un nuovo spettacolo, che si chiamerà “One  man and  one woman show” nel cartellone estivo del teatro Agricantus di Palermo, dove tra l’altro per la  prossima stagione siamo in cartellone dal 13 al 16 ottobre  con “Noi diviso due” con la regia di Ernesto Maria Ponte. Poi ci sono tanto nuovi progetti cinematografici e televisivi…che al momento non anticipo.

 

  

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