Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Giuseppe Moschella: il mio cabaret sul filo dell’ironia

di Pippo La Barba

Attore a 360 gradi con alle spalle molteplici esperienze artistiche, Giuseppe Moschella ha  attraversato tutti i generi dello spettacolo, dal teatro al cinema, dalla televisione ai film brevi diffusi  anche sul web e infine alla radio

 

di Pippo La Barba

Ruolo di primissimo piano (ex ballerino Liborio Galfo della Modica degli anni ’50) nell’ultimo film di Beppe Cino, tratto da Argo il Cieco di G. Bufalino, con Olivia Magnani  protagonista  femminile. È stato ospite in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche della RAI, di SKY e di Rds. Come regista di cortometraggi è vincitore di diversi festival nazionali, premiato da personalità come Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo e dal premio oscar Gabriella Pescucci. In Versilia riconoscimento al suo “Il Banno’ di seta bianca”  nel 1993, anno che vede premiato a Napoli anche il film breve “Il pepe verde”; altro premio, sempre a Napoli, per “Korkah” Nel 1995 ottiene il premio Campidoglio Roma per la regia del supporto audiovisivo per “Un Bacio è sempre un bacio. Il suo film breve “L’avvoltoio” ha ricevuto un certificato di merito al CHICAGO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2007 per la qualità ed originalità del prodotto, premiata la protagonista al Cortofiction di Chianciano Terme e riconoscimento per la regia al XII Premio Rocco Chinnici. Tra gli altri  riconoscimenti il premio alla carriera alla 31° edizione dell’Efebo d’oro, Premio internazionale di Cinema e Narrativa e il Premio Pergamene Pirandello 2012. Col suo penultimo film breve ” La moglie sola” è stato in concorso al David di Donatello. Ultimamente ha terminato le riprese di due nuovi lavori audiovisivi: U vattìu e Il sorcio.

Che tipo di attore ti consideri?
Un attore deve esserlo a tutto campo. Le differenze di genere sono artificiose.

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Giuseppe Moschella

Quale genere ti gratifica di più?
Più che me stesso, mi piace gratificare il pubblico. Da questo punto di vista tocco con mano, mi riferisco agli spettacoli dal vivo, che far ridere in maniera “intelligente” procura allo spettatore un giovamento spirituale.

Cosa è per te il cabaret?
E’ un’arte nobile e antica, purchè non si riduca a quattro scketch improvvisati. Il cabaret deve anche far riflettere, deve aver dietro un pensiero, una struttura, un congegno oleato da pura ironia.

Quanto è importante per un attore la formazione?
E’ fondamentale: il talento da solo non basta. Anche i grandi attori, quelli che sembrano improvvisare, in realtà fanno scaturire la loro naturalezza in scena dallo studio e dalla tecnica.

Cosa deve avere un attore come punto di partenza?
Voce, gestualità e presenza scenica

Quali personaggi sono stati importanti nel tuo percorso artistico?
Anzitutto una maestra elementare che quando ero in prima mi faceva recitare le poesie davanti ai suoi alunni di quinta. In età adulta Nanni Loy e Lina Wertmuller. Con Nanni nel 1990 ho fatto un corso di regia cinematografica, con la Wertmuller nel 2009 uno stage a Taormina – Arte per soli attori professionisti.

Quale è stata la svolta nella tua carriera?
Nel 2005, quando è nato il duo Moschella&Mulè. Con Emanuela ci siamo integrati perfettamente, dopo una lunga esperienza di entrambi in diversi teatri Italiani. La dimensione ironica e a volte pungente è la caratteristica basilare del nostro stile interpretativo che ci ha visti in cartellone anche al Teatro Zelig di  Milano.

Quali soddisfazioni vi ha dato questa attività?
Tante. Abbiamo portato in giro per l’Italia diversi nostri spettacoli. Inoltre l’ultimo film breve che abbiamo girato, La moglie sola, in concorso nel 2015 per il David di Donatello, ha registrato su internet più di un milione di visualizzazioni.

Tu hai una laurea in architettura. Rimpiangi di non aver fatto l’architetto?
Per niente. Ho conseguito la laurea anche spinto da mio padre, che era un ingegnere. Nell’88 la mia tesi è stata la prima in Italia corredata da un video, poi per un anno ho fatto l’assistente all’Università in “Strumenti e tecniche di comunicazione visiva”. L’architettura ha parecchio in comune con lo spettacolo: oltre che con la scenografia, anche con la regia, perché contribuisce a creare il giusto  equilibrio fra colore, proporzione e immagine. Diversi attori sono architetti, come Albertazzi, Max Tortora, Pino Quartullo e lo stesso Vittorio De Sica, che  arrivò alle soglie della laurea.

 

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