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#17aprile2016 Referendum contro le trivelle in mare. Facciamo chiarezza!

di Redazione

Sul Referendum popolare 17 aprile 2016 contro le trivelle in mare l’elettorato sa molto poco. Come e perché si vota? Istruzioni per l’uso. Un breve excursus dentro il referendum

 

di Luca Licata e Patrizia Romano

Il 17 Aprile, dalle 7.00 alle 23.00, i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi sul Referendum popolare denominato Trivelle, più precisamente sull’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152, ‘Norme in materia ambientale’.
In parole povere, gli italiani saranno chiamati a esprimere il proprio parere sull’attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro 12 miglia marine dalla costa. Insomma, decideranno se consentire agli impianti già esistenti di continuare la coltivazione di idrocarburi fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni.
In Sicilia, solo un elettore su quattro sembra essere sufficientemente informato sul referendum e sui suoi contenuti. Buona parte dell’elettorato non sa, addirittura, che si vota. Chi lo sa, non ne conosce le ragioni.
Il dato più imbarazzante è proprio in Sicilia, dove: appena il 23 per cento delle persone interpellate si dichiara informato sul referendum. Anche se 8 su dieci si dichiarano, sommariamente, contrari alle trivellazioni. A pochi giorni dalle elezioni, tra la maggior parte dell’elettorato, regna ancora tanta confusione. Questa diffusa disinformazione, al di là delle scelte di ogni elettore, sarà decisiva sul (per il) quorum.

Questa disinformazione – a nostro avviso – è, comunque, giustificata. In realtà, il  17 aprile gli italiani verranno chiamati a esprimersitramite referendum popolare, su una tematica di cui si è iniziato a parlare soltanto da poche settimane. Grazie tra l’altro, ad alcuni movimenti cittadini e, in particolare, ambientalisti. Una tematica poco discussa, quindi, e riportata dai media in maniera un po’ confusa o soltanto di striscio.

Cosa chiede, dunque, il referendum? E per cosa andremo a votare domenica 17 aprile?

Cerchiamo di chiarire un po’. La tematica in questione, quindi, oggetto del referendum riguarda, come accennavamo,  le trivellazioni nei mari italiani.

Intanto, cominciamo con il dire che la trivella – l’elemento diabolico al centro del referendum – è una macchina utilizzata dalle compagnie petrolifere per perforare una superficie solida ed estrarre dal suo interno idrocarburi presenti nel sottosuolo.

Con il Referendum Trivelle del 17 aprile, i cittadini devono pronunciarsi sull’abrogazione della legge sulle trivellazioni. Ma, precisiamo, che l’abrogazione riguarda soltanto la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. La norma sottoposta a referendum abrogativo si trova nella legge di Stabilità 2016.  trivelle-mare

Quindi, con il referendum si deciderà non sull’ammissibilità o meno delle trivellazioni nei nostri mari, ma piuttosto sulle tempistiche delle concessioni. Infatti, il quesito del referendum chiede agli elettori se vorranno che, allo scadere delle concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio. Per l’esattezza, il referendum recita: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”

Il è riferito, naturalmente, all’abrogazione. Perché il referendum, nel nostro Paese è soltanto abrogativo. Ma cos’è il referendum. Per una maggiore informazione, diciamo, in parole molte semplici, che per referendum abrogativo s’intende quello strumento democratico che possono utilizzare i cittadini, raccogliendo almeno 500.000 firme, per abrogare una legge o un atto avente forza di legge già esistente, rimuovendoli completamente dall’ordinamento.

Con la vittoria del , si bloccherebbero le richieste di ricerca ed estrazione non ancora approvate che, in particolare, in Sicilia al momento sono dieci.

Se la maggioranza dei votanti, scriverà sì, verrà abrogato il comma 16 dell’articolo 6 sul codice dell’ambiente e, quindi, sarà permesso alle compagnie di utilizzare le trivelle nei nostri mari solo fino a scadenza di un contratto (determinato) e non ad oltranza.

Se attorno al referendum è sorta questa grande confusione, è solo per ragioni squisitamente politiche. Vi raccontiamo, in breve, cosa è accaduto: il referendum era stato proposto nel settembre dello scorso anno, dal partito politico Possibile di Giuseppe Civati, assieme ad altri sette quesiti, di cui non si conosce la fine.

Probabilmente, non era riuscito a raccogliere le 500.000 firme, quindi, il referendum non era costituzionalmente approvabile. A quel punto, sono entrate le regioni interessate, perché regioni costiere o, comunque, direttamente coinvolte, tranne la Sicilia. Campania, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria e Liguria hanno spinto i propri Consigli a riproporre i quesiti al Governo. Solo uno dei quesiti, però, arriva al referendum. Nel frattempo, il Governo recepisce gli altri direttamente con la nuova legge di stabilità. Questo scatena il conflitto di competenza, perchéi temi ambientali sono di competenza regionale e quindi il Governo non aveva diritto di legiferare in merito.

 

Informazioni per gli elettori palermitani

In occasione del referendum popolare del 17 aprile sulla normativa in materia di estrazioni di petrolio e gas in mare, l’Ufficio Elettorale di piazza Giulio Cesare, 52 per il rilascio delle tessere elettorali e duplicati è aperto: lunedì 11, martedì 12, mercoledì 13 e giovedì 14 aprile dalle ore 8.30 alle ore 13,30 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00; venerdì 15 e sabato 16 ininterrottamente dalle ore 9,00 alle ore 18,00; domenica 17 aprile ininterrottamente dalle ore 7,00 alle ore 23,00.

 

Referendum contro le trivelle in mare: il quesito

Per chiudere, riportiamo, qui di seguito, il quesito integrale e papale papale del referendum: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

 

 

 

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