Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Simultaneamente le mostre di Barbante e Nigro

di Redazione

Si concluderà domenica 6 marzo la mostra bipersonale presso la FACTORI di Vittoria dei due pittori vittoriesi Barbante e Nigro. 

di Giovanna Calabretta*

SIMULTANEA è il titolo dell’evento espositivo che non abbiamo visitato se non attraverso il catalogo virtuale – strumento efficace della comunicazione 2.0 – che ci ha trasmesso in vece della mostra, una ricerca volta a come la percezione di luoghi condivisi possa essere essa stessa luogo restituito, frutto della complessità del mondo contemporaneo. Multum in parvo recita il testo di presentazione di Gianluca Gulino ed è chiaramente un suggerimento di sintesi per due linguaggi pittorici che hanno come punto di incontro il paesaggio antropizzato e il riferirsi ad un disegno urbano/architettonico ben noto e che viene condiviso da entrambi.

Mentre nell’opera di Nigro si riconosce un andare incontro a suggestioni mediterranee, colori e poetica che richiamano alla memoria le campiture di Matisse, la ricerca di Barbante adotta un’estetica più leggera e sofisticata, forgiata dalla linea e seguita dall’osservatore di Mambor.

Entrambi si riferiscono a identità geografiche riconoscibili. L’uno adopera come supporto rilievi topografici: territorio con fattore di scala che misura il paesaggio fisico con l’ausilio di linee, punti e convenzioni volte a rendere, in sintesi grafica, una realtà che non è mai stata per sua natura groviglio di linee. Su questo suolo si innestano uomini e attività umane, e la pittura, in questi casi, quasi mai suggerisce un punto cospicuo o un monumento o un’ architettura che instauri con l’osservatore un tacito legame di appartenenza. Nessun legame con il luogo se non la presenza del luogo stesso a prescindere. Il mercato del pesce di Scoglitti, la statua del santo patrono di Vittoria o l’Ape bianca o rossa sono elementi spostabili, fisicamente effimeri e mobili: tutto richiama a un mondo dinamico, colto in un dato istante e quindi potenzialmente mutevole. Soltanto il piccolo acquarello “Pennacchi” bisbiglia la localizzazione dell’oggetto rappresentato mostrando la facciata della chiesa come quinta scenica, senza peso ne pietre. Nessun muro, nessuna pietra: solo vie scavate nel territorio dal passo dell’umanità. Molto diversa dalla percezione del luogo di Nigro. Nella sua opera le architetture sono muri di colore che si impongono come un sistema pesante e che in silenzio sagomano e definiscono la città. Sono architetture sicuramente erette da un umanità che però ormai sembra scomparsa. Una figura solitaria e un gatto rosso sono gli unici esseri viventi ad attraversare questi luoghi disabitati e desolati. È un omaggio alla memoria di pietra dell’uomo, ai luoghi di culto, alle chiese e ai templi, alle facciate di case sintetizzate in una cortina inaccessibile. Solo un opera “Promiscuità”, perde qualsiasi legame con il suolo locale e pare affacciarsi all’interno di quella umanità di cui è stato svuotato il conglomerato urbano.

L’esigenza e il desiderio di orientamento, di geolocalizzare il proprio punto di vista, pare essere una caratteristica di quasi tutte le opere dei due autori, seppur con modalità diverse. Simultanea è l’idea che accosta il pesce al gatto, gli ortaggi all’automobile, le croci alla bardatura. E l’insieme ci conduce a percepire il tutto come essenziale racconto di un mondo antico e poeticamente fuori da ogni presente, quindi potenzialmente eterno nella memoria.

*Associazione Culturale RicercArte

SIMULTANEA

a cura dei maestri Arturo Barbante e Michele Nigro

dal 26 febbraio al 6 marzo 2016

FACTORI, via Principe Umberto 147, Vittoria (RG)

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