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Le contraddizioni di una città nelle fotografie dell’ Archivio Scafidi

di Redazione

In un centinaio di fotografie in bianco e nero, realizzate tra gli anni ’50 e gli anni ’70 del ’900 da Franco e Giusto Scafidi, si riconoscono luoghi e personaggi caratteristici della Palermo di quel periodo storico.

 

di Andrea di Napoli

Le immagini provenienti dall’Archivio Scafidi, esposte a Palazzo Ziino non invitano gli osservatori a commuoversi per un passato che non tornerà più, non offrono soluzioni per le problematiche sociali presenti ancora come allora, non ci indicano dove stiamo andando, bensì,  senza tentare di suscitare rimpianti e nostalgia, riescono efficacemente nel più difficile compito di rammentare agli abitanti della nostra città da dove veniamo.

“I due volti di Palermo”

Anche se raramente si sono incrociati, tutti gli aspetti del multiforme tessuto urbano hanno convissuto per oltre trent’anni a Palermo e, per certi versi, continuano a farlo.

Con senso civico e coscienza sociale il fotografo ha affrontato le problematiche classiche come l’emigrazione o i locali adibiti ad abitazione nei quartieri popolari della città, ha ritratto alcuni artigiani mentre lavoravano, rappresentando gli ultimi esempi di mestieri che si avviavano già a scomparire, mentre le fotografie dei venditori ambulanti rappresentano un’attività che a Palermo non scomparirà mai.

Molto pittoresche risultano ancora oggi le fotografie di una gran quantità di bambini con addosso pochi abiti, ma, in compenso, molto sorridenti, nonostante il degrado dell’ambiente in cui vivevano. Alcune feste rionali vengono interpretate come momenti di spontanea partecipazione popolare.

Intanto le “signore perbene” passeggiavano lungo le strade del centro piene di negozi nei quali fare le loro compere e distanti appena pochi passi da quartieri in totale abbandono. Il jet-set si ricordava di Palermo in occasione delle prime del Teatro Massimo o dei concerti di qualche cantante “di grido” (si diceva così), che dopo l’esibizione si affrettava a tornare da dove era venuto. Ma il vero orgoglio per la città era l’evento sportivo per eccellenza, la Targa Florio, una gara capace di portare sulle nostre strade i campioni alla guida di autentici bolidi. E non va dimenticata la squadra di calcio che ha sempre infiammato il “cuore rosanero” dei palermitani Nella quasi totalità delle immagini è presente la figura umana perché la storia di una città si racconta anche attraverso i volti di coloro che ci vivono.

Un commento a parte meritano i ritratti degli artisti a degli intellettuali colti in pose spontanee e in atteggiamenti naturali in ambienti ben precisi e riconoscibili. Personalità come Leonardo Sciascia, Renato Guttuso e Ignazio Buttitta hanno contribuito come pochi altri ad un momento di memorabile fermento culturale per tutta la Sicilia.

L’allestimento Scafidi Ruota

Sarebbe stato affascinante ammirare le stampe vintage, ma la tecnica digitale con la quale sono state stampate tutte le opere, non consente di potere apprezzare l’eccellente qualità della stampa in bianco e nero di un tempo, per la quale lo Studio Scafidi era giustamente famoso. Dal momento che sono state applicate su un pratico supporto rigido, le fotografie sono state esposte prive di cornici.

Il formato quadrato dei lavori esposti ci rivela la “provenienza” da fotogrammi 6×6 realizzati perlopiù  con una “gloriosa” Rolleiflex.

Sia a livello amatoriale che tra i professionisti l’interesse per la fotografia fa parte delle tradizioni familiari e le tre generazioni della famiglia Scafidi dimostrano che di padre in figlio si trasmettono anche la passione e la sensibilità artistica.

La mostra “I due volti di Palermo -gli anni ’60 e ’70-“ a cura di Mariasanta Buscemi, propone fotografie tratte dall’archivio storico di Franco e Giusto Scafidi, promossa dell’ Assessorato alla Cultura della Città di Palermo e con il patrocinio della Fondazione Ignazio Buttitta e della Fondazione Leonardo Sciascia, è stata allestita nei locali di Palazzo Ziino in via Dante 53 a Palermo. La mostra resterà visitabile fino al 6 novembre 2015, dalle ore 9,30 alle ore 18,30 di tutti i giorni, escluso la Domenica. Ingresso libero.

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