Parte mercoledì 7 ottobre Il Festival delle letterature migranti – ‘Palermo arabo normanna’ che, sino a domenica 11 ottobre, vedrà la città di Palermo protagonista del primo festival delle letterature migranti in Italia.
di Luca Licata
“L’esperienza di Palermo, l’esperienza millenaria e quella quotidiana ci dicono che migrazione è ricchezza, contaminazione positiva, apertura mentale, umanità, calore, solidarietà. Questo festival è la conferma che le parole migrano a prescindere dalle leggi”. Queste le parole del sindaco Leoluca Orlando, alla presentazione del festival, evento di grande rilievo socio-culturale che, alla sua prima edizione, vedrà la città di Palermo protagonista di una manifestazione dedicata alle letterature migranti.
Il programma ![](https://www.inchiestasicilia.com/wp-content/uploads/2024/04/12084968_446414975544978_29758461_o.jpg)
Il programma prevede un calendario ricco di appuntamenti, che si snoderà in due filoni: ‘Le parole’, dove diversi ospiti, tra autori, narratori, critici, testimoni, italiani e stranieri, racconteranno, attraverso il linguaggio della letteratura, i fenomeni delle grandi migrazioni dei popoli e dei linguaggi, analizzandone cause e conseguenze. Non mancheranno “Suoni e immagini”, nei quali concerti, spettacoli teatrali e rassegne cinematografiche animeranno da mattina a sera il centro storico della città. “C’è un grande entusiasmo – ha dichiarato Davide Camarrone, direttore artistico del festival – abbiamo illustrato il progetto ai diversi responsabili e tutti, dai partner agli sponsor, hanno risposto positivamente e con grande entusiasmo”.
Cinque giorni, dunque, al centro dei quali non sarà tanto la letteratura, ma le letterature. “Negli ultimi anni – riprende Camarrone – noi abbiamo notato come le collane di alcune tra le principali case editrici, abbiano subito una mutazione genetica. Ciò vuol dire che questo processo di interazione tra culture differenti è già in corso. Non è più possibile, infatti, immaginare di parlare così, come un tempo, di letteratura italiana, di letteratura americana o francese”. Ed ecco che si delinea un festival il cui obiettivo primario sta nel voler riuscire a camminare di pari passo con i mutamenti culturali in corso. “Abbiamo cominciato a parlare e a pensare in lingue differenti – prosegue il direttore artistico – e adesso questo fenomeno, grazie alle migrazioni fisiche, è diventato più intenso. Quel che sta accadendo è in realtà il modo in cui le comunità si danno un’identità”.
A fare da cornice all’evento, dodici luoghi della città che interesseranno principalmente il centro storico. Diversi i centri culturali coinvolti nell’iniziativa come la Fondazione Teatro Massimo, il Teatro Biondo, Unipa, Ersu, il Museo Internazionale delle Marionette ‘A. Pasqualino’, la Fondazione Ignazio Buttitta e la Federico II. Tra gli ospiti attesi Meir Shalev, autore israeliano, che aprirà i dibattiti presso l’Archivio storico comunale.
Infine, sul significato e l’importanza di questo evento ha concluso Camarrone: “Senza la conoscenza dell’ALTRO noi continueremo ad avere la paura dell’ALTRO. Ritengo questo festival necessario, perché è la letteratura il rimedio più forte contro la paura e la paura è il fondamento della violenza”.