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Cianotipia. Fotografie in bianco e … blu

di Redazione

La cianotipia è un’antica tecnica di stampa fotografica che permette di ottenere immagini dai toni azzurrognoli.

di Andrea di Napoli

Una esperienza antica

Sarà dipeso, forse, dall’inconsueto aspetto estetico o dalle “manovre alchemiche” necessarie per realizzare le immagini attraverso l’uso di pennelli, soluzioni e bacinelle, fatto sta che l’antica tecnica di stampa cianografica ha affascinato decine di fotografi che, durante l’estate del 2015, hanno partecipato al workshop organizzato a Tusa da Enzo Montalbano, presidente dell’Associazione Fotografica Alesina, in occasione della settima edizione della manifestazione Avventura nella Fotografia. Nel corso delle intense giornate di lavoro, trascorse tra i locali dell’antico granaio notarile e le pittoresche stradine del centro della provincia di Messina, i partecipanti hanno appreso le notizie storiche, le informazioni tecniche ed il procedimento pratico per realizzare, ancora oggi, quelle suggestive stampe fotografiche dai toni bluastri che “profumano d’antico”. Nell’affrontare questa attività i neo cianotipisti sono stati guidati dall’esperto Andrea Buffolo, che attualmente tiene dei corsi sulle antiche tecniche fotografiche presso la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, mentre, invece, Serena Perrone, la ricercatrice che ha ugualmente contribuito al successo del workshop, lavora negli Stati Uniti.

Cenni storici e procedimento        AFA

Per avere operato tanti anni sul territorio intorno a Tusa ed alla sua frazione marinara, l’A.F.A. può certamente essere considerata una valida ed efficiente realtà del settore artistico, alla quale hanno aderito, ovviamente, gli appassionati di Fotografia del luogo, ma che ha saputo richiamare molti soci anche da più lontano.

Alla manifestazione alesina la UIF (Unione Italiana Fotoamatori) è stata lieta di concedere il proprio patrocinio, e l’amichevole presenza del Presidente Nazionale Nino Bellia ha dimostrato l’interesse rivolto alla meritoria iniziativa proposta dell’Associazione Fotografica Alesina.

La cianotipia è una tecnica di stampa fotografica ad uno strato di natura non argentica ad annerimento diretto (P.O.P. come direbbero i più bravi). Il processo, scoperto nel 1842 da sir John Herschel, utilizza i sali di ferro che, esposti ai raggi ultravioletti della luce solare, conferiscono all’immagine il colore blu di Prussia, piuttosto distante dai sobri gusti ottocenteschi.

Oggigiorno, dopo aver realizzato agevolmente un negativo di grande formato da una foto digitale, è sufficiente procedere all’esposizione per contatto e al lavaggio in acqua. Nel corso del workshop sono stati approntati anche alcuni bagni di viraggio (the verde, zolfo) ed affrontata la stampa sul tessuto, alla ricerca di effetti sempre più insoliti. I buoni risultati ottenuti rapidamente, hanno incoraggiato e stimolato la creatività dei fotografi coinvolti.

Se mai qualche addetto ai lavori l’avesse dimenticato, l’originale iniziativa dell’AFA è servita a rammentarci che la Fotografia è nata, è cresciuta ed è diventata Arte grazie alla luce solare, a qualche prodotto chimico e ad un paio di bacinelle colme d’acqua. Ammirare le immagini ottenute solo per effetto di fenomeni fisici e chimici sembra aver reso particolarmente orgogliosi i loro autori.

Risultati entusiasmanti

Praticare l’antica cianografia ha rappresentato per tutti un’impresa appassionante capace di suscitare quell’entusiasmo che solo raramente un file jpeg visualizzato sul monitor riesce a trasmettere.

La manifestazione ed il breve soggiorno a Tusa hanno favorito l’aggregazione grazie al clima amichevole che si è instaurato tra i partecipanti, anche tra coloro che in passato si erano incontrati solo in occasione di qualche mostra o di eventi molto più formali.

Il progetto si è rivelato particolarmente valido anche sotto l’aspetto didattico in quanto ha fornito competenze teorico-pratiche oltre che storiche e artistiche ed ha arricchito i fotografi presenti di una interessantissima esperienza che affonda le sue radici nel passato, addirittura in quegli anni in cui la storia della Fotografia era ancora agli albori.

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