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Legge regionale sull’acqua a rischio impugnativa

di Redazione

Il caos intorno alla gestione dell’acqua nell’Isola a seguito dell’approvazione da parte dell’Ars di una legge che rischia di morire ancor prima di compiere i primi passi.

La Redazione

“La legge regionale sull’acqua è a rischio impugnativa con tutti gli effetti dirompenti sul territorio e a danno di lavoratori e cittadini”. E’ quanto dichiara il Segretario Provinciale Ugl Chimici di Palermo, Margherita Gambino, commentando il caos intorno alla gestione dell’acqua nell’Isola a seguito dell’approvazione da parte dell’Ars di una legge che rischia di morire ancor prima di Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Palermo compiere i primi passi.

Ambiti territoriali ottimali

L’intero articolato della riforma che prevede nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che potranno assegnare la gestione del servizio a una società pubblica, mista o anche ai privati in caso di offerta vantaggiosa rischia l’impugnativa del Consiglio dei ministri, che si accinge a cassare anche parte della riforma del sistema idrico.

“Sono anni ormai – prosegue la Gambino – che a seguito della fallita Società APS, gestore del, ci siamo trovati a discutere più e più volte il tema dell’acqua in Sicilia con i Deputati dell’ARS, con gli Assessori che si sono avvicendati e con lo stesso Presidente della Regione”.

E’ stato evidenziato – sostiene il dirigente sindacale di Ugl – che l’intendimento di lasciare al singolo Comune la gestione dell’acqua, ritenendo così di soddisfare una promessa elettorale, non era in linea con le leggi Europee e in ultimo con le indicazioni del Decreto Sblocca Italia e l’ultima Legge di stabilità. Va aggiunto, inoltre che la stragrande maggioranza dei Comuni, non avendo la struttura né i fondi necessari per costituirla, sarebbe dovuta ricorrere a piccole Società private con buona pace del proclama elettorale (acqua pubblica). Inoltre si sarebbe ottenuto una frammentazione del servizio in contrasto con la normativa vigente che invoca il gestore unico per ambito al fine di omogeneizzare costi  e tariffe e rendere il più possibile efficiente il servizio su tutto il territorio.

“E poi, è incredibile  che il Sindaco pentastellato di Bagheria  – rilancia La Gambino – abbia revocato l’affidamento ad Amap (Società pubblica) per affidarlo a chissà chi, quando la Legge sull’acqua all’ARS porta il sigillo PD e M5S. Decisione che apre le porte al licenziamento di circa 40 dipendenti dell’Azienda pubblica”.

Al di là di proclami,  tutto rimane come prima con questa  legge approvata all’ARS e in attesa di giudizio da Roma, a scapito di efficienza del Servizio, dei cittadini e dei lavoratori della ex Società APS fallita che rischieranno il posto di lavoro tenuto conto che  l’Amap manterrà , come più volte dichiarato, i lavoratori in proporzione ai Comuni che avranno aderito.

Per  non parlare delle grosse Società private, vincitori di gara  trentennale per  la gestione  del Servizio Idrico Integrato, che insistono sul territorio siciliano, che sono pronte a richiedere risarcimenti milionari nel caso di revoca degli affidamenti.

Auspichiamo chiarezza dal governo Nazionale nel più breve tempo possibile – conclude la Gambino – per porre fine ad una problematica mai risolta e di vitale importanza in un territorio in cui l’acqua è da sempre motivo di dissidi e controverse battaglie”.

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