Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Paesaggi senza futuro

di Redazione

In questi ultimi tempi una gran quantità di artisti propone al pubblico delle gallerie e ai lettori della stampa specializzata i propri reportage fotografici realizzati al termine dell’ostinata ricerca di quei suggestivi scorci naturali incontaminati diventati ormai sempre più rari.

di Andrea di Napoli

Anche se il paesaggio è il genere fotografico che cerca di trasformare l’interesse e la curiosità del fotografo per ciò che lo circonda in uno spettacolo realistico capace di suscitare l’emozione dell’osservatore, si va radicando nell’animo del fotografo naturalista la drammatica consapevolezza di rappresentare la Bellezza del territorio siciliano prima dell’inesorabile degrado che condurrà alla sua rapida ed irreversibile scomparsa.

Lungo le coste e i litorali il degrado avanza rapidamente, infatti i servizi fotografici documentano soprattutto “l’agonia” di questi ambienti, ma anche i campi e le campagne spariscono in fretta fagocitati dal cemento e dall’asfalto di aggressive infrastrutture umane.

In questo filone tanto sensibile all’attenzione per la Natura si inseriscono perfettamente diverse mostre, ma, più delle altre, sono state le fotografie di Ezio Ferreri, recentemente esposte a Palermo, a trasmettere, in una straordinaria sintesi di eleganza estetica e perfezione tecnica, la sensazione che tanti incantevoli scenari naturali rischiano di scomparire presto. La mostra di Ferreri intitolata significativamente “In Sicilia. Cronache del paesaggio ultimo”, attraverso fotografie a colori e in bianco e nero, selezionate dall’ archivio personale e realizzate in un arco di tempo che copre circa trent’anni, facendo uso sia della tradizionale tecnica di ripresa analogica che di quella digitale,  ha proposto al visitatore un preciso percorso concettuale che partendo dalle vedute serene di panorami limpidi, esempi di moderno pittorialismo, giunge agli  effetti grafici creati fotografando le tracce lasciate sul terreno dai lavoratori dei campi o gli ordinati filari di viti in attesa della vendemmia. La figura dell’uomo non appare, ma la sua presenza si manifesta attraverso i suoi manufatti e le sue opere ancora compatibili con l’ambiente circostante. Perfino l’aspetto storico della regione ha trovato una efficace rappresentazione nelle solide architetture di torri e castelli che sorgono in cima a una rocca e si stagliano sullo sfondo di cieli color cobalto. La sapiente scelta della luce ha consentito al fotografo di mettere in evidenza la natura irregolare e “ruvida” delle superfici rocciose e delle pietre dei caratteristici muretti a secco.

Le ultime fotografie del percorso proponevano immagini vicine all’astrattismo nelle quali i nastri di asfalto invadono gran parte del territorio e le luci colorate delle autovetture diventano strisce sinuose che sostituiscono del tutto il paesaggio naturale. 

Docente di Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e di Elaborazione digitale dell’immagine a Palermo, Ezio Ferreri ha esposto in Italia e all’estero e pubblicato i suoi scatti su riviste italiane e straniere. Con grande competenza, inoltre, Ferreri si occupa della Direzione Artistica della Galleria X3 che dal 2010 svolge numerose attività per la diffusione della Fotografia collaborando spesso con diversi enti culturali e istituzionali.

I galleristi e i curatori delle mostre in occasione di manifestazioni dai contenuti così interessanti, da qualche tempo incoraggiano le visite degli studenti di intere classi delle scuole superiori ai quali il progetto espositivo potrà fornire utili  e istruttive informazioni. Infatti il fascino dei luoghi rappresentati e l’altissima qualità delle immagini esposte, al di là della significativa valenza artistica, possono svolgere un ruolo importante, scuotendo le coscienze. Non bisogna rassegnarsi alla scomparsa dell’ambiente naturale così come lo conosciamo. Forse siamo ancora in tempo perché il Paesaggio deve sopravvivere.

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