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Sicilia Queer Filmfest: nuove visioni in città

di Redazione

La nuova edizione del festival tratta sia, temi legati alla discriminazione di genere che quelli legati al disagio più in senso lato. Oggi, inoltre, non è solo cinema, ma anche formazione

Di Walter Nania  

Il Sicilia Queer filmfest è nato nel 2010 come primo festival internazionale di cinema GLBT e nuove visioni. L’idea iniziale dei suoi ideatori era quella di creare un festival cinematografico che trattasse tematiche specifiche, specie quella GLBT. Dunque, qualcosa che fino ad allora non esisteva nella nostra realtà cittadina. All’inizio c’è stata una forte spinta da parte di coloro che hanno deciso di avviare la prima stagione. Infatti, il festival, sin dalla sua prima edizione, è stato sostenuto e diretto da una squadra di professionisti dell’audiovisivo che, lavorando volontaristicamente e spesso autofinanziandosi, ha concretizzato il progetto di creare un festival, proiettando film di settore, poco conosciuti dal grande pubblico, o comunque di non facile reperibilità. Questi sforzi, insieme ad un’impostazione comunicativa efficacie, sin da subito hanno conferito al festival un respiro internazionale.

Lo staff e gli organizzatori sono legati dalla condivisione di un progetto, vale la pena sottolinearlo: il primo anno senza alcun fondo erogato, il secondo solo con un patrocinio del Comune, hanno organizzato il festival grazie a sottoscrizioni, per mezzo di eventi che hanno permesso al Sicilia Queer di finanziarsi. Eventi quali proiezioni, cene di finanziamento. Solo con la terza edizione hanno ricevuto dei fondi dal MIBAC e in seguito dalla Regione Sicilia, fondi appena necessari per pagare le spese. Ad oggi il festival è abbastanza conosciuto, aumenta progressivamente la qualità delle proposte insieme ai riconoscimenti, prova ne sia il numero di filmati giunti dall’estero, specie dal nord America.

Il primo anno senza alcun patrocinio, il Sicilia Queer filmfest è stato prodotto, a partire dalla sua seconda edizione, dall’associazione Sicilia Queer. Nel 2014 è in programma la quarta edizione, e l’evoluzione in relazione ai temi trattati, è stata trasversale, portando il festival a trattare sia i temi legati alla discriminazione di genere che quelli legati al disagio più in senso lato. Ne è esempio, l’anno scorso, il racconto del disagio di una ragazzina sorda attraverso un corto che ne narrava la sofferenza. Oggi non è solo cinema, ma anche formazione.

Il Sicilia Queer infatti promuove incontri con esperti sulle tematiche queer e glbt legate all’omofobia negli agli ambienti universitari. Si parte dalla visione di un film, per farne seguire un dibattito. I corsi all’Università degli Studi sono stati istituzionalizzati, tanto da dare diritto all’acquisizione di crediti formativi. E’ stata istituita anche una summer school, organizzata in doppia lingua, con ragazzi che vengono a Palermo dall’estero, e con insegnanti quali il saggista Walter Siti (presente quest’anno), o Paul Vecchiali, produttore indipendente e critico dei Cahiers du cinéma. Esiste un canale tematico su youtube, in cui oltre ad alcuni brevi filmati è possibile visionare i trailers delle tre passate edizioni. Il trailer è sempre realizzato da registi professionisti, il primo da Roberta Torre, il secondo da Stefano Savona, il terzo da Vincent Dieutre. La potenzialità di una simile manifestazione, che dunque meriterebbe maggiore attenzione istituzionale e di pubblico, è rappresentata anche dalla intrinseca potenzialità in quanto collettore di iniziative culturali: durante l’ultima edizione è giunto come ospite Arnold Pasquier, il quale ha poi deciso di tornare a Palermo per girarvi un film documentario.

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